02. Il Blackout

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Era sera, e Matthew era in camera sua. Ormai solo pochi dei suoi vicini erano rimasti ancora nelle loro case, gli altri erano andati via da qualche giorno.
Le vacanze si stavano avvicinando e Matthew pensò che se sarebbero partiti per andare a stare da i nonni come ogni estate magari questa malattia non gli avrebbe colpiti.
La camera di Matthew era illuminata solo da un neon attaccato al muro sopra il suo letto, sulla parete blu scuro della sua stanza. Era seduto alla scrivania e ascoltava della musica fissando in alto: al di sopra della scrivania, appeso al muro c'era l'arco di suo padre con delle freccie.
Suo padre purtroppo morì quando lui era piccolo in un incidente, era stato lui ad avviarlo al tiro con l'arco e cosi decise di iscriversi al Club della scuola in sua memoria, e poi a lui piaceva. Piaceva fissare il padre mentre si esercitava in giardino, piaceva il rumore della freccia che impattava contro la staccionata.
All'improvviso saltò la corrente, inizialmente pensò fosse saltato il contatore ma affacciandosi alla finestra vide che tutta la via era rimasta al buio.
Qualcuno bussò alla porta.
Usci dalla stanza buia e attese sul pianerottolo, sentì sua madre che poco prima imprecava per la luce saltata, dirigersi verso la porta.
Sull'uscio di casa c'era Frank, uno dei loro vicini. Viveva in fondo alla strada e in mano aveva delle torce.
— Tutto apposto qui Hazel? A quanto pare non è un problema da niente
Hazel era il nome di sua madre, che ora salutava l'uomo con un bacio sulla guancia dopo avergli fatto cenno di entrare. I due si stavano frequentando da poco e a Matthew andava bene. Suo padre era morto ormai da molti anni ed era ora che sua madre ritornasse ad essere felice come una volta.
Frank tra l'altro poteva sembrare il suo vero padre. Aveva i capelli del suo stesso colore ma gli occhi color nocciola. Era un bell'uomo e lui e sua madre sembravano perfetti l'uno per l'altra.
Matthew scese le scale, salutando Frank
— Come stai figliolo! Spero che tu non abbia paura ancora del buio
E rise, Frank era così. Faceva sempre battute sul tutto, nulla sembrava mai spaventarlo sul serio.

I tre si sedettero in salotto illuminati dalle torce che Frank aveva portato, aspettando che la luce tornasse.
— Forse sarebbe meglio se partissimo anche noi Hazel. Ho sentito che questa malattia sta degenerando davvero molto. Proprio ieri ci è stata una rivolta pazzesca in centro. Delle persone si sono rivoltate in strada distruggendo tutto quello che incontravano
Matthew considerò davvero l'idea di lasciare la città ora anche se la madre lo aveva rassicurato. Frank non si spaventava facilmente ma aveva un'espressione strana in volto e questo lo fece preoccupare di nuovo.
— È solo che.. ho il lavoro! Matthew va ancora a scuola. Non possiamo lasciare le nostre vite in sospeso solo per una banale malattia
In quel momento tornò la luce, quasi come fosse un segno che Hazel aveva ragione.
Matthew fece per dire qualcosa quando si sentì un urlo agghiacciante in strada. Tutti e tre si alzarono in piedi, Frank si avvicinò alla finestra e la sua espressione cambiò ancora, sgranò gli occhi e chiuse le tende
— Va a chiudere la porta Matthew veloce!
— Che diavolo sta succedendo Frank?
Esclamò Hazel dal divano.
Matthew fissò l'espressione sconvolta del compagno di sua madre e fece come gli era stato detto.
— Questa malattia...
continuò Frank
— Non è cosi banale come dici.

THE WALKING DEAD - Matthew's FearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora