01. L'Inizio

27 1 0
                                    

La freccia centrò il bersaglio dall'altro lato del campo
— Matthew! Un tiro da 6 punti!
Urlò l'allenatore facendo cenno con la mano al ragazzo di fare spazio al prossimo della lista.
Matthew era un ragazzo non molto socievole e dall'aspetto trasandato: aveva sempre i capelli di chi si era appena svegliato e i vestiti di alcune taglie più grandi. Aveva gli occhi di un marrone scuro e i capelli mori e l'espressione di chi avesse già visto tutto nel mondo e ora fosse solo annoiato di quel che aveva davanti. Ma quando tirava con l'arco quell'espressione svaniva lasciando spazio a una gioia insensata.
Quando tutti ebbero tirato il coach diede ai membri del Club di Tiro con l'Arco Sportivo del tempo libero per allenarsi meglio. Matthew era particolarmente su di giri quel giorno perché era riuscito a mettere le mani sull'unico Arco Compound che la scuola era riuscita a comprare per il Club: un arco con un sistema di carrucole particolarmente preciso. Almeno per quest'esercitazione poteva usarlo e ne era felice.
Ma mentre incoccava la freccia qualcosa attraversò il campo, proprio davanti ai bersagli
— Che diavolo stai facendo li in mezzo! È pericoloso ragazzo!
Il coach urlo con tutto il fiato che aveva in gola, poteva sembrare arrabbiato ma era sinceramente preoccupato che quel ragazzo potesse farsi male.
Ma lo studente continuò a vagare con aria assente per il campo dirigendosi verso la Squadra di Rugby. Pochi secondi dopo due professori lo atterrarono e lo trascinarono di forza fuori dal campo con aria preoccupata. I due con i visi imperlati di sudore sembravano due rapitori che però non si facevano problemi a sequestrare persone sotto gli sguardi attoniti delle persone.
Matthew rimase a guardare la scena e non capiva il motivo di quel gesto tanto avventato, addirittura atterrarlo pensò, nemmeno il coach che era un tipo che rispettava sempre le regole sarebbe stato capace di un gesto simile.
Quest'ultimo urlò ai membri del club di riporre gli strumenti al proprio posto e di tornare a casa prima quel giorno.
Matthew fece come gli era stato detto seguendo la massa di altri studenti che lo precedettero verso gli armadietti. Era cosi felice di poter provare quell'arco ma quasi non ci pensò più dopo quella sceneggiata di prima.
Cosi prese l'autobus e tornò a casa.
Lungo il tragitto sul mezzo rimase a fissare fuori dal finestrino, ora passavano per una via dove c'erano tantissime villette a schiera e la maggior parte dei vialetti era occupata dalle auto degli occupanti in partenza: si diceva che in giro c'era uno strano virus e che le persone impazzivano e per questo la gente andava via dalla città.
Il ragazzo teneva gli occhi scuri puntati sulle persone che scappavano, si chiedeva dove sarebbero andate e se anche lui e sua madre prima o poi avrebbero seguito il loro esempio.

Quando arrivò alla sua fermata scese gli scalini del bus e si incamminò sul vialetto di casa ripensando a ciò che era successo poco prima al campo della scuola.
Magari anche quel ragazzo era malato, pensò Matthew, per questo l'hanno atterrato in quel modo.
Sfilò le chiavi di casa e le infilò nella serratura, entrando trovò sua madre ricurva su dei libri in cucina illuminata solo dalla lampada che penzolava dal soffitto
— Sono tornato..
Fu solo allora che sua madre si accorse di lui
— Scusa stavo lavorando! La cena è li sul bancone te l'ho tenuta in caldo.
Così Matthew posò il suo borsone e percorse l'anticamera di ingresso e passando sotto l'arcata del salotto che portava in cucina.
Sua madre era un avvocato e ogni tanto gli capitava di trovarla in quello stato, riversa sui suoi libri e documenti senza accorgersi di ciò che le accadeva intorno, era fatta cosi. Aveva i capelli castani legati in una coda e gli occhiali spessi le cadevano sul naso, i suoi occhi marroni si spostavano velocemente sui fogli. Era una bella donna anche se con l'espressione pensierosa e il pigiama non si direbbe.
Matthew consumò la sua cena di fianco a lei ma sicuramente sua madre quasi non se ne accorse, ogni tanto alzava la testa per fargli qualche domanda del tipo 'come è andata a scuola?' e cose cosi.
Il ragazzo decise di non raccontarle cosa era successo alla riunione del Club, non voleva preoccuparla.
— I Morrison stanno traslocando?
Chiese il ragazzo mentre sparecchiava.
Sua madre rispose poco dopo
— Oh no.. stanno andando da dei parenti. Sono spaventati per questa fantomatica malattia che c'è in giro.
Matthew conosceva i Morrison, i loro vicini da... bhe da sempre e saperli lontani senza neanche averli salutati un po' lo rattristava. Non aveva molti amici e i loro figli erano tra i pochi che aveva, perderli in un niente non fu affatto facile per lui. Si stava chiedendo se forse anche lui e sua madre dovevano andare via, ma lei diceva che non era nulla di che e cosi le diede retta.
Ma forse sarebbe stato meglio se fossero partiti quella notte...

THE WALKING DEAD - Matthew's FearDonde viven las historias. Descúbrelo ahora