chapter twenty-two.

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Capitolo 22:
Prom.

2 mesi dopo

Finalmente i due mesi sono passati, e io posso finalmente camminare normalmente, proprio in tempo per il ballo di primavera.

Per quanto riguarda Dylan, non si è fatto più sentire se non qualche volta con le sue solite minacce dirette a Jughead.

Jughead's p. o. v.

quella sera

Busso alla porta dell'abitazione Cooper, questa si apre ed entro con il permesso della signora Cooper.

«Allora Jughead, dove hai intenzione di portare mia figlia subito dopo il ballo? Spero a casa»

«Volevo chiederle se può dormire da me stasera, sempre se per lei va bene. Eh no—non faremo ciò che pensa lei ma dormiremo e basta!» dico prima di creare fraintendimenti.

«Si— almeno potrò dormire con pensieri in meno, so che proteggerai mia figlia quindi si» afferma.

«Grazie mamma, ciao Juggie, pronto?» Betty fa la sua entrata in tutto il suo splendore.

«Sei bellissima»

La guardo in ogni suo particolare,
è fantastica.

«Cerca di non sbavare Jughead» dice la signora Cooper ridendo leggermente.

La saluto, prendo Betty e insieme ci dirigiamo verso il ballo.

Arrivati salutiamo i nostri amici che vestono molto elegante e andiamo alla pista da ballo.

Betty's p. o. v.

«Juggie non so ballare! Non giudicarmi e solo —non ho mai imparato e in tutte le scuole in cui sono andata non facevano balli»

«Vuole dire signorina Cooper, che ha bisogno di imparare? Ecco il suo compagno di ballo»
«Grazie, signor Jones!»
Rido leggermente, Jughead mi prende le mani e le porta dietro il suo collo, mentre le sue le posiziona sui miei fianchi.

«Ti fidi di me?»
dice alzando un sopracciglio.

«Perché non dovrei?»
«Allora segui i miei passi»

Faccio quello che dice e, pian piano, arrivo all' essere attaccata a lui.

Lo amo così tanto.

Mi prende una mano e mi fa girare; vorrei questo momento non finisse mai.

«Ti amo così tanto Betty»

Mi sorride.

Tutto questo mi porta via da ogni persona, ci siamo solo io e lui.

Al microfono annunciano il Re è la Reginetta di questo ballo.

«La reginetta di questo ballo di primavera è...» enuncia il preside.

«La signorina Elizabeth Cooper»

Guardo Jughead sconvolta.

Io non lo volevo.

Non ero una delle candidate, a differenza di Veronica.

Non me lo merito.

NON LO VOGLIO.

Jughead mi da una spinta;
Ma lo sa che dovrò ballare con qualche altro?

«Mentre il re di questa festa è...» continua.

Nel frattempo io sono già sul palco con gli occhi puntati addosso insieme a corona e mazzo di fiori.

Che imbarazzo.

«Dylan Sprouse?»

Cosa cazzo ho appena sentito?

No, no, non va bene.

Cerco il volto di Jughead, lo incontro dopo poco; anche lui è sconvolto e sta cercando di farsi spazio fra la folla.

Quando? Perché a me?

Intanto, Dylan si è posto di fianco a me;
ha la sua corona e mi guarda con un sorriso malizioso.

Guardo verso Jughead che è sotto il palco, mi sorride e in questo modo mi rassicura.

«E, come per tradizione, il re e la reginetta devono fare un ballo»

Dylan si avvicina a me, mi porge la mano ma io non la accetto.

Scendo dal palco però il mio braccio viene tirato e questo movimento mi porta a girare verso di lui.
Abbasso la testa; non voglio neanche guardarlo.

Mi poggia la mano sul mento e fa si che io lo alzi.

Mi tira verso la pista da ballo, cercando di non dare nell'occhio, e iniziamo a ballare un lento.

«Come vanno le cose? Sai, devo dire che Jughead sa quando hai bisogno d'aiuto e sa anche come portarti via da me» ammette.

Non rispondo e continuo a ballare con la testa bassa.

Pian piano tutti entrano in pista e ballano.

Continua a dirmi cose, mi racconta i "nostri" momenti: di come ci siamo conosciuti.

Penso a come mi ha lasciata sola e inizio a piangere leggermente.

Continua e continua fino a che io non perdo la pazienza, lo spuntino e corro via piangendo.

Jughead's p. o. v.
La vedo correre via e corro per raggiungerla, prima però mi fermo da Dylan.

«Cosa cazzo le hai fatto?»

«Niente le ho parlato di noi e di tutto ciò che abbiamo fatto, forse ha nostalgia»
«Stronzo!»

Vado da B, è nel bagno delle ragazze ma non mi interessa.

Entro e tutte mi gridano di uscire,
«Sono qui per la mia ragazza, Betty l'avete vista»
Mi indicano una porta per poi uscire lasciandoci soli,
«Sono una stupida, mi sento una merda»
«Che ti ha fatto quel bastardo?»

«Mi parlava e continuava, mi sono venuti in mente i momenti in cui ero sola, per colpa sua. Voglio morire adesso»
J: «Non lo dire neanche per scherzo, ci sono io ora»

Sento aprire la porta e la vedo, mi cade tra le braccia e io la porto a casa mia.

Another Bughead Story | sprousexloveWhere stories live. Discover now