Humilitas

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humilitas :: umiltà

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Taehyung, o Raffaele, come il suo nome biblico vuole nominarlo, era la virtù dell'umiltà.


L'angelo era assolutamente mozzafiato. Possedeva dolci lineamenti, resi tali anche dalla sua lattea carnagione, e caldi occhi marroni trasmettevano la sua pacatezza. Le mani, principesche con dita affusolate, dimostravano che Dio non aveva lasciato nulla al caso quando aveva creato Taehyung.

L'angelo era uno spettacolo per gli occhi, ed era consapevole di svolgere bene il suo lavoro- ne era contento, ma non sentiva il bisogno di vantarsene. Insegnava la sua virtù ai giovani angeli con amore, e cercava di infonderla negli umani.

Ciò che insegnava, che rientrava nelle sue abilità, era lo spirito di auto-esaminazione. Esso permette di conoscere quali sono i propri limiti di capacità: per esempio Taehyung non aveva mai esitato a rifiutare incarichi che gli parevano più grandi di lui.

Insieme ad esso, anche quando dare crediti quando dovuti evitando di cadere nella trappola di glorificare sè stessi ingiustamente.

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Taehyung era andato sulla terra per fermare un umano che era sul punto di uccidere. Questo, stava infatti picchiando a sangue un altro ragazzo.

L'angelo corrucciò le sopracciglia in dispiacere, andando davanti al rabbioso ragazzo. Le sue maestose ali erano aperte e in quel momento solo il bullo poteva vederlo. Se ne sarebbe dimenticato poco dopo.

Taehyung prese tra le mani la faccia del bullo e sussurrò "Ti prego, calmati. Non c'è bisogno di picchiare qualcuno solo perché ti senti superiore."

Le sue mani emanavano energia bianca, che sembrò tranquillizzare l'umano. Aveva trasmesso un po' della sua virtù per farlo ragionare, e aveva funzionato; non era la prima volta che lo faceva.

All'improvviso, sentì qualcosa nel petto. Tirando un sospiro, si tolse il pugnale dalla carne. L'umano non poteva saperlo, ma essendo angelo, il coltello non poteva fargli niente. Vedeva già infatti la ferita chiudersi.

Perchè l'aveva fatto? Voleva ucciderlo? Non aveva senso.

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Tornato a casa, al palazzo delle virtù, fu accolto con calore dagli altri angeli che aiutavano i sette nei loro compiti. Uno gli si avvicinò e disse "Taehyung c'è una nuova missione per te. Però richiede tanto sforzo e energia, visto che gli umani da aiutare sono numerosi."

"Mi dispiace, ma in questo momento non sono in grado di occuparmene. Vai tu, James, e chiama i tuoi più capaci e fidati amici. Te ne sono grato" L'angelo dell'umiltà sorrise, posando una mano sulla spalla dell'altro.

Egli rispose con un sorriso pure lui, e se ne andò. Ma Taehyung venne distratto da una voce dietro di lui, che gli impedì di vedere l'altro angelo allontanarsi.

"Mi scusi?" Chiese questo "Sono un nuovo servo, signore. Potrebbe spiegarmi come funziona qui?"

Taehyung rispose con un sorriso. "Ti prego, dammi del tu. E chiamami Taehyung." Disse incamminandosi, l'altro angelo subito dietro di lui.

"Ma sei una virtù..."

"Appunto, una virtù. Non per questo migliore degli altri. Il mio obbiettivo è quella di insegnarla e trasmetterla a più persone possibili. È per questo che non ci sono servi qui. Siete tutti miei fratelli e aiutanti." Sorrise ancora, dando un senso di conforto all'altro.

Continuarono per un po' con il giro del palazzo, arrivando in una vasta stanza bianca. Entrando, una forte luce avrebbbe quasi potuto accecare se non fosse stato che i due erano angeli.

"Qui è pieno di anime beate che in base alle loro opere diventeranno un certo tipo di angelo. Noi virtù possiamo percepire quando un'anima ha operato più secondo una virtù rispetto ad un'altra, e con il loro consenso, aiuteranno uno di noi sette."

L'angelo si avvicinò ad un'anima mentre l'altro ascoltava in silenzio.

"Benvenuto in paradiso, buon uomo. Io sono Raffaele, virtù dell'umiltà. Avverto che hai compiuto tanto in onore di questa virtù, e ti offro la possibilità di continuare a operare in bene secondo essa anche qui in paradiso. Sei libero di rifiutare." Pronunciò dolcemente, attendendo con pazienza la risposta.

"Sarei più che felice di aiutarti"

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"Non ti costringerò mai a fare qualcosa che non senti di poter fare, quindi non esitare a dirmelo, nel caso. Spero tu ti possa trovare bene con noi, caro. Se mi scusi, dovrei incontrarmi con i miei fratelli." Taehyung sorrise un'ultima volta, mentre l'altro annuì pacato, vedendolo poi allontanarsi.

L'angelo della virtù dell'umiltà entrò nella grande sala bianca, vedendo già dentro le altre sei virtù. I sei, appena visto, lo accolsero rumorosamente, con grande gioia.

"Tae! Sei finalmente tornato, hai avuto parecchie missioni ultimamente. Come sono andate?" Uno dei suoi fratelli più stretti, Jimin chiese gioioso di rivederlo.

Taehyung lo abbracciò ridendo. "Tutto bene. Non ti preoccupare. Voi? Non vi vedo da un po' di giorni e mi dispiace per la mia assenza..." abbassò la testa, abbattuto.

"Non devi sentirti in colpa, Taehyung. Hai avuto da fare ma ora siamo insieme, non è questo che conta?" Jin si avvicinò a lui e gli sorrise calorosamente. L'altro angelo annuì, ora contento.

"Siamo contenti di riaverti con noi, ma adesso dobbiamo parlare di argomenti seri, vorrei ricordare" Namjoon aggiunse, prendendo posto al grande tavolo di marmo, adornato con candelabri in madreperla e oro.

"Sei sempre il solito guastafeste" Hoseok mise il broncio, sedendosi anche lui, di fianco all'angelo dell'umiltà. "Come regalo di benvenuto, ho fatto in modo che finalmente quei bambini orfani che venivano maltrattati trovassero casa. Ho controllato di persona, sono amorevoli." Continuò l'angelo, rivolto a Taehyung, che sorrise contento.

"Ti ringrazio infinitamente, sei stato fantastico."

"Mi hanno aiutato anche Jungkook e Jimin. Sai, per le famiglie. Sono contento che ora siano felici." Hoseok continuò, e Taehyung annuì, ripensando a quando, qualche settimana prima, aveva parlato agli altri di questa situazione. Era toccato all'idea che gli altri fossero riusciti a portare a termine la missione.

In quanto umiltà, Taehyung era quello che rappresentava le virtù e che quindi aveva più contatti con la Corte. Dato ciò, era lui che comunicava le missioni e spiegava la maggiorparte delle volte le situazioni da risolvere agli altri sei.

L'umiltà è una virtù nobile, forse ancora di più delle altre, perché le fonda tutte. Tutte le virtù nascono dell'umiltà, e tutte ne hanno infatti un minimo. Non c'è gentilezza senza umiltà, così come non c'è castità o diligenza.

"Hai notizie?" Chiese Yoongi, notando ormai tutti seduti al loro posto. Taehyung a capotavola, con alla sinistra Namjoon, Yoongi e Jimin. Alla destra, invece si trovavano Hoseok, Jungkook e Jin.

"Nulla di troppo preoccupante. Il motivo per cui sono stato assente così tanto tempo dipende dai numerosi incidenti sulla terra causati dal peccato della superbia."

"Hai avuto problemi ad intervenire? Visto che erano così numerosi?" Jungkook chiese, un filo di preoccupazione palpabile dalla sua voce.

"No, fratello." Lo rassicurò l'altro, con un lieve sorriso. "Ho richiesto aiuto quando lo ritenevo necessario e sono fortunatamente riuscito a fermare tutti gli incidenti. Tutto è in ordine."

"Grazie per il tuo duro lavoro" Namjoon si espresse con sincerità, seguito dagli altri.

"Siete troppo gentili. Ho fatto il mio dovere. Anche voi non vi sareste tirati indietro, lo so." Sorrise infine.

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E di notte, mentre riposava, sentì un leggero mal di testa. Non aveva mai provato dolore, come mai ora sì?

Di punto in bianco?

the fall :: taehyung x readerDonde viven las historias. Descúbrelo ahora