• chapter twelve •

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l'aeroporto era stracolmo di gente proveniente da ogni dove. Matthew, abituato com'era alla quiete di Avolnea, ne rimase traumatizzato. decise però di non mollare. doveva solo prendere il primo volo disponibile, trovare Anne e riportarla a casa.

"buongiorno, vorrei un biglietto per il primo volo disponibile direzione Nuova Scozia."
"signore, il volo 274 sta per imbarcare i passeggeri, quindi le consiglio di prendere il volo delle 18:48"

l'hostess interna sorrideva forzatamente. ne. aveva fin sopra i capelli delle persone come Matthew che si svegliavano all'ultimo secondo. ma Matthew parve disinteressato da tale atteggiamento.

"no, io devo prendere quello di adesso. quanto vuole 400? 500? 600 è il massimo!"l'anziano rovesciò il portafoglio sul banco, con aria supplichevole, ma allo stesso tempo decisa, sfidando, con lo sguardo, gli occhi azzurri della bionda.

"signore, ma io non pos..."
"la prego signorina."

calde lacrime iniziarono a bagnare le guance rugose dell'uomo. cercò di nasconderle, ma la ragazza lo notò.

"signore, va bene. è disponibile solo un posto in prima classe. devo però chiederle 500€ per il biglietto."

tirò fuori i soldi ed in men che non si dica, si ritrovò sopra un gigantesco aereo, attorniato da persone intente ad osservare il loro cellulare o computer.
Matthew invece osservava pensieroso il paesaggio circostante. chi se lo sarebbe aspettato di vedere il piccolo Cuthbert su un aereo, per inseguire una donna? ovviamente nessuno, ma neanche lui si sentiva a suo agio, ma il sorriso di Anne avrebbe ripagato il tutto.

***

Adam aveva reso il viaggio di Anne molto piacevole, ma quando la ragazza si accorse che il sole stava calando, niente e nessuno sarebbe stato in grado di farla sorridere e nemmeno tirarle su il morale.
le sembrava di essere tornata ai tempi degli Hammond. quando non aveva una casa, un tetto sotto la quale stanziare. si sentiva così spersa, così sola. le mancavano i Cuthbert, Green Gables, la sua stanza così spoglia, ma allo stesso tempo così accogliente; le mancava il ciliegio in fiore davanti alla sua finestra, che la copriva dai raggi solari, Avolnea, e pure la signora Lynde. tutte cose che si sarebbe portata nel cuore, che avrebbe protetto e amato sino alla fine dei suoi giorni e che in quel momento, al calar  della sera, erano tornate alla luce, come stelle nell'immenso cielo, il cuore di Anne.

"ei bimba, sicura che per dopo non vuoi un passaggio per il ritorno? io sono disponibile, devi solo dirmelo, cosi lo comunico a mia moglie..." Adam era davvero gentile, un brav uomo, come l'avrebbe definito Marilla. Anne si passo una mano tra le trecce rosse, possibile che ogni cosa che vedesse o sentisse la riportavano a Green Gables? a casa?

"Adam sei davvero gentile, ma la signora McKraven mi ha prenotato un taxi" Anne si morse il labbro. odiava dire bugie, sopratutto perchè erano state la causa del suo abbandono.
Smettila Anne devi pensare al futuro, quel che fatto è fatto. mai pensate parole più false.

***

dov'era Matthew? seduto comodamente su un taxi scozzese, con la camicia sudata e il viso stanco.
il volo non era stato il massimo e la stanchezza iniziava a farsi sentire; nonostante Matthew continuasse a lavorare, era comunque un uomo di una certa età, e come tale aveva il diritto di essere stanco, ma Cuthbert non sentiva stanchezza, o almeno fingeva di non sentirla. era terribilmente frustrato. l'unica certezza che aveva era sapere che stava per riprendersi la sua Anne.

l'unica certezza alla quale si aggrappava era quella, ma si distrusse miseramente nel giro di pochi minuti.

"com'è possibile che Anne non sia qui?!"
"signore glielo abbiamo detto, Anne Shirley è stata adottata e come scritto qua, non più riportata indietro" rispose la segretaria sbuffando.
"vorrei parlare con la direttrice" la donna salì piano le scale per raggiungere l'ufficio della direttrice.

Matthew si strinse le spalle. quel posto era freddo, esageratamente spoglio e puzzolente, insomma un posto poco adatto per dei bambini.
le pareti verdastre erano umide in alcune zone, evidentemente per la pioggia del giorno precedente e in più, negli angoli più remoti, si poteva scorgere mucchietti di polvere. per non parlare dell'illuminazione, troppo soffusa e poco efficace.

lo scricchiolio delle scale lo fece voltare verso di esse, ma ciò che si trovò davanti non assomigliava affatto a un direttrice.
una ragazza, sulla quindicina, scendeva le scale silenziosamente passandosi,  di tanto in tanto una mano tra i ricci scuri.
aveva la pelle olivastra e gli occhi più neri che castani.

"salve." aveva la voce forte e profonda, cosa che colpì particolarmente Matthew.
"ieri ho visto Anne. si dirigeva verso la stazione, è salita sul camion della spazzatura. " come aveva fatto quella ragazza a vederla e a captare le parole di Anne? semplicemnte Melanie passava il suo tempo alla finestra. riusciva a capire quando il tempo cambiava e quando si stava avvicinando una nuova stagione, era un gioco da ragazzi riuscire a sentire le conversazioni.

"oh, oh, grazie!"

Matthew strinse la ragazza in un abbraccio sincero. l'aveva salvato. una piccola ed umile bambina aveva salvato i fratello Cuthbert da un senso di colpa e di vuoto che nessuno avrebbe colmato.

***

la stazione si stava pian piano svuotando.
il sole era ormai calato e i treni in partenza stavano per terminare. restavano imperturbali all'incirca quattro persone, e tra queste c'era una ragazzina di circa tredici anni. era seduta con lo sguardo rivolto verso il basso.
'stanotte non si piange' si era ripetuta svariate volte, ma il suo proposito si stava rivelando alquanto difficile da mantenere. le lacrime bussavano insistenti e nonostante tentasse di reprimerle, alcune avevano la meglio.

si sentiva così piccola ed insicura, era pure senza soldi. perchè non era rimasta all'orfanotrofio? poi in quella sala iniziava a fare freddo. perchè agiva sempre d'impulso?!
le lacrime iniziarono a uscire numerose, nessuno se ne accorse o almeno nessuno ci diede particolare importanza. le caddero sulla maglia macchiandola. sicuramente Marilla si sarebbe arrabbiata vedendola così. quel pensiero le fece spuntare un sorriso. le mancava casa. le mancava la sua famiglia.
poi accadde il miracolo.

il portone principale si aprì cigolando risvegliando l'attenzione di tutti, compresa della piccola bambina dai capelli rossi che se ne stava in disparte.

non lo riconobbe subito. aveva i capelli in disordine, tenuti sotto il solito berretto. aveva il volto stanco e i vestiti sporchi, ma in quel momento apparve come un angelo.

Anne si buttò tra le sue braccia. lo strinse forte e lui ricambiò, tirandola su e cingendole la vita. non gli importava delle lacrime che gli macchiavano la camicia, non gli interessava della puzza che aveva addosso, in braccio a lui c'era Anne, la sua Anne. la stessa che aveva recuperato alla stazione, la stessa che gli aveva scombussolato la vita, la stessa che gli aveva rubato il cuore.

"stai tranquilla Anne, sei al sicuro. ti riporto a casa"

SPAZIO AUTRICE:
sono resuscitata!
questo capitolo è l'ultimo di passaggio poi inizieranno i vero capitoli tosti.
ringrazio tutti quelli che sono rimasti e che nonostante l'attesa hanno aspettato il mio ritorno.
baci🖤

-G♡

• Anne with an E •Where stories live. Discover now