capitolo 34

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La sveglia suona e io sobbalzo nel letto. Tiro fuori una mano da sotto la coperta e le tiro un pugno, facendola cadere e mandandola in frantumi.
- Oh cazzo - borbotto. Alzo la testa dal cuscino e guardo il casino che ho combinato. Ci sono tutti i pezzi della sveglia a terra, pazienza, ne comprerò un altra.

- Ho rotto la sveglia sta mattina - dico a Jess mentre entriamo a scuola.
- Mh... Fammi indovinare. Le hai tirato un pugno..?- azzarda lei.
- Esatto - sorrido.
Entriamo in classe e Jess va a sedersi al suo posto mentre io mi avvio al mio. Mi blocco vedendo che è già occupato da qualcuno e sta parlando vivamente con il mio compagno di banco/fidanzato.
- Che ci fai seduta qua?- chiedo severa.
- Oh, scusa cara, ma non c'erano altri posti liberi e mi sono seduta qua - mi sorride  malignamente Margaret. Mi guardo attorno e noto che ci sono dei posti liberi, alzo un sopracciglio e mi rivolgo alla Miss.
- Stai scherzando vero? Ci sono altri sei posti liberi in classe -
- Allora vai, prenditene uno finché sei ancora in tempo - mi risponde indicando una sedia vuota.
Appoggio, con troppa poca delicatezza, le mani sul suo banco e la guardo sorridendo falsamente.
- Senti, è da quando sono arrivata qua che questo è il mio posto, quindi ora, alza il tuo bel culetto da principessa sul pisello e smamma - le incito.
- Assolutamente no, sono arrivata prima -
Mi stacco dal banco e stringo i pugni, cercando di non fare una delle mie solite sceneggiate da bambinetta. Guardo Cole e lui come risposta alza le spalle e mi sorride. Rivolgo un'occhiataccia ad entrambi, sbuffo e vado a sedermi. Dietro di me sento Margaret che riprende a parlare col mio ragazzo.
Durante la lezione mi giro un po'di volte per vedere i due dietro di me, e noto che Margaret continua a guardare Cole, mentre lui cerca di ignorarla, serro la mascella e respiro profondamente.
Appena suona la campanella, schizzo fuori dalla classe, ma sento una mano che mi blocca per il polso.
- Mi aspetti o hai intenzione di andare in mensa da sola?- mi domanda Cole.
- Perché non ci vai assieme a Margaret?- rispondo con durezza.
- Che hai?-
- Cos'ho? Mi chiedi che cosa ho?!-
- Sì... Mi sembra proprio che abbia detto così - risponde facendo spallucce.
- Ma mi tiri per i fondelli? Perché prima non hai detto niente a Margaret? È il mio posto da quando sono arrivata qua, non permetto che mi si manchi di rispetto così, né tanto meno da una ragazza che è arrivata qua da due giorni. Tra l'altro, non so se l'hai notato eh, ma ti fa gli occhi dolci - sbotto. Noto che tutte le persone in corridoio si sono fermate ad ascoltare quello che ci diciamo io e Cole.
Perché la gente non si fa mai i cazzi suoi? Penso.
- Lei non mi fa gli occhi dolci, Ashley -
- Ah no?!-
- No , senti stai facendo una sceneggiata inutile. Riprenditi, poi quando ti sarai calmata sai dove abito. Vado a mangiare con Margaret -
Questa è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
- Vaffanculo Cullen!- urlo.
Sento una mano che mi tocca il braccio e poco dopo una voce che mi sussurra nell'orecchio.
- Vedrai che si risolverà tutto, cara - mi giro e mi trovo davanti il volto perfetto di Margaret. Spalanco gli occhi, le narici e serro la mascella.
- Vattene prima che ti tiri qualcosa addosso - bisbiglio.
- Non ne avresti il coraggio - sogghigna. Questo è troppo. Le prendo la faccia e gliela sbatto contro al muro, non troppo forte, ma neanche troppo piano.
- MA CHE TI SALTA IN MENTE?!- urla lei. Le sorrido di sbieco. Grazie mamma che mi hai fatto fare cinque anni di arti marziali.
- Ashley!- vedo Cole che ci viene incontro ma, anziché venire da me, si avvicina a Margaret e gli mette un braccio attorno alla vita.
- Stai bene?- sento che le chiede.
- Sì, la tua ragazza è matta - risponde lei.
- Ti sanguina il naso, vieni ti porto in infermeria - dice Cole. Mi rivolge un'occhiata gelida - Noi due dobbiamo parlare Ahsley - e se ne va con Margaret. Spalanco la bocca, ma la richiudo subito e corro verso la porta con le lacrime agli occhi. Non mi importa degli altri, ho bisogno di sfogarmi un po'. Salgo in macchina e stringo il volante, insipirando e epirando velocemente. Poi metto in moto e me ne vado da qualche parte, lontana da questa scuola. L'ultima volta che mi sono allontanata da scuola, sono finita all'ospedale. Spero che non ricapiti. Decido di andare lontana dal centro del paese, verso il lago più grande che c'è a Broken Arrow. Non sembra neanche un lago, sembra un mare talmente è enorme.
Parcheggio la macchina e scendo. Il lago, come ho detto prima, è molto grande e profondo. C'è una parte di riva e una parte formata da uno strapiombo non molto alto. Decido di andare verso lo strapiombo e mi siedo con le gambe a penzoloni, guardando all'orizzonte. Oggi non è proprio una bella giornata, è nuvolo, scuro, probabilmente tra poco arriverà l'acqua. Fa niente, mi bagnerò un po'. Sento il telefono vibrare e lo tiro fuori dalla tasca. C'è un messaggio di Lucas.

Dove cazzo sei? Sei ancora scappata da scuola?

Rispondo e lo metto via, mettendolo in silenzioso. Un brivido mi percorre il corpo, un brivido di freddo, noto che tremo. Non mi è venuto in mente di prendere una giacca, sta mattina stavo bene. Decido di alzarmi e mandare verso la macchina, per scaldarmi un po'. Appena mi alzo, vedo in lontananza, verso il bosco lì accanto, una luce. Curiosa come sono decido di avvicinarmi e andare a vedere di cosa si tratta. Questa situazione l'ho già vissuta, in un mio incubo mi pare. Poi di colpo la luce si spegne. Rimango immobile un momento poi decido di tornare sui miei passi, verso la macchina.
- Hey!- sento qualcuno che urla dietro di me. Mi volto e vedo chi mi abbia chiamata.
- Chi è?- urlo.
Nessuna risposta.
- Chi c'è?- grido un'altra volta. Ancora niente. Sento uno spostamento di cespugli accanto a me e mi giro spaventata.
- Vieni qui - ordina ancora quella voce. Questa volta è molto più vicina, dietro di me. Mi volto di scatto e mi ritrovo davanti un gruppo di tre uomini di mezza età.
- Che c'è? Ti sei persa?- mi chiede uno di quelli. Scuoto la testa e faccio per indietreggiare terrorizzata, ma qualcosa dietro di me lo impedisce. Mi giro e vedo che un'altro uomo si è piazzato alle mie spalle, impedendomi la fuga.
- Vieni a giocare ragazzina - dice un'altro uomo sorridendo beffardamente.
- No, non ne ho voglia, grazie - rispondo.
L'uomo alle mie spalle mi blocca e mi mette una mano sulla bocca, cerco di urlare invano. Non riesco nemmeno a muovermi, le sue braccia mi hanno bloccata.
- Portala dentro - ordina un'altro. L'uomo alle mie spalle mi solleva da terra, sempre tenendomi la bocca tappata e comincia a camminare verso quella che sembra una casetta abbandonata. Entriamo, chiudono la porta e mi mettono su una sedia al centro della stanza, legandomi con una corda e mettendomi del nastro adesivo sulla bocca.
- Sei proprio graziosa - esclama uno. Sento le lacrime scorrermi sul volto. Perché sono fatta così? Perché non riesco mai a farmi i cazzi miei? Ho paura di quello che succederà, spero che non mi facciano del male.

Ciaooo, questo capitolo è diverso, è un po'un horror/thriller/qualcos'altro. Vi è piaciuto? Mi consigliate qualcosa da vedere se avete voglia?

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