N I N E

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Tutto il mio corpo sta tremando, la mia gola rilascia dei gemiti strozzati, la mia pelle è coperta da brividi che temo non siano causati dal freddo, e la mia mente è confusa. Troppo confusa, confusa a tal punto da non farmi capire più niente. Nella mia testa si susseguono delle immagini che mi fanno rebrezzo: il viso di mia madre completamente consumato delle tante, troppe lacrime; è un'immagine che non dimenticherò facilmente, che mi sta distruggendo interiormente.

Il fatto è che sono anche terribilmente egoista, sto pensando al mio dolore quando invece mia madre starà mille volte peggio. Con lei ci sono Lara e il suo ragazzo, io invece sono qui che piango come una bambina.

Mi faccio schifo. Le ho fatto del male con le mie parole, sono stata così egoista a pensare ai miei problemi non rendendomi conto che i suoi erano decisamente peggiori.

Mi alzo lentamente dalle gradinate poste subito all'esterno di casa mia e inizio a camminare, allontanandomi sempre di più dal luogo in cui il mostro di mio padre ha tradito mia madre. Immagino che lei non voglia vedermi, d'altronde mi sto solamente mostrando per quella che sono: una codarda.

Chi vorrebbe una figlia codarda accanto?

A distogliermi dai miei pensieri è il rumore di passi affrettati, diretti verso la mia direzione. Alzo lo sguardo, ma non faccio neanche in tempo a focalizzare la figura davanti a me, che sento tirarmi da un braccio.

"Vic? Che cazzo hai fatto?" una voce fin troppo conosciuta mi domanda ciò con voce fin troppo finta.

"Che cazzo vuoi Damiano? Non ho niente, lasciami in pace!" strappo via bruscamente il mio braccio dalla sua presa e ricomincio a camminare, ma lui proprio non vuole saperne di lasciarmi stare.

"Vic, tu non stai bene..."

"Vuoi tanto sapere perché? Bene, te lo spiego subito. La causa è tua, è tutta colpa tua, come sempre, ma questa volta non sarò pronta a perdonarti. Da quando mi hai abbandonata sono diventata una persona completamente diversa: tratto i miei genitori come se fossero delle persone orribili, ma la persona orribile sono solamente io. Sono stata tutto questo tempo a pensare a me stessa, a come sarei potuta andare avanti, nonostante la vita mi stesse crollando addosso. Sono stata così presa da me stessa, così egoista, da non accorgermi che nella mia famiglia qualcosa stava precipitando: mio padre ha tradito mia madre, e io ci sto di merda e non so cosa fare. L'unica cosa che sono riuscita a fare è stata scappare, correre via da tutti i miei problemi, da brava codarda che sono. E questo tutto a causa tua, fottuto bastardo menefreghista, io ti odio, mi hai sentita? Ti odio con tutta me stessa per avermi rovinata e-" vengo interrotta bruscamente dalle braccia di Damiano che si avvolgono attorno alla mia vita.

All'inizio sono rigida, ma piano piano mi lascio andare. Le sue braccia sono strette attorno ai miei fianchi, almeno finchè una delle due sale fino ad arrivare alla mia testa, che lentamente fa avvicinare al suo petto. Mi passa le dita tra i capelli e mi stringe sempre di più a sè. Odio amare questa sensazione e questo momento, ma proprio non riesco a farne a meno: una droga.

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S.A.
Wella gente!

Ho tante, troppe cose da dire e troppe scuse da dare. Mi dispiace per non aver aggiornato per tantissimo tempo, ma la storia sta sempre qui e anche se non aggiorno sempre, la storia va avanti e io continuo a scriverla, solamente ci metto un po'.

Questa è la merda di capitolo che mi è uscito, fa schifo lo so ma poi andrà meglio!

Dal prossimo capitolo qualcosa inizierà a cambiare, non vi dico altro.

VI PREGO COMMENTATE!!

Take Me Out (Damiano David) Where stories live. Discover now