S I X

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Sono pochi minuti che siamo in salotto, e la situazione è già insostenibile: c'è mia madre che fissa Will con un sorriso smagliante e papà che guarda me e il mio amico con un cipiglio sul viso. Will invece sembra imbarazzato e io me ne sto qui a guardare la scena.

"Quindi, tu vorresti portare mia figlia in discoteca vestita così? Mi dovrei fidare?" Lo sguardo serio di mio padre sembra intimidire Will, quindi decido di intervenire e porre fine alla conversazione.

"Papà, non lo conosci, deciderai tu se poterti fidare di lui, ma io sono tua figlia, è di me che ti dovresti fidare." Gli sorrido per far sì che ci lasci andare in fretta.

"Ok, bene. Se le cose stanno così, potete andare. E tu, figliolo, tienila comunque sott'occhio mi raccomando." Le parole imponitrici di mio padre fanno sì che Will annuisca velocemente. Nascondo una risatina colpevole.

"Mamma, papà. Noi andiamo." Faccio un cenno di saluto ai miei genitori, con tanto di sorriso finto.

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Scendo dalla macchina, il locale non era poi così tanto vicino: ci abbiamo messo almeno una mezz'oretta per arrivare. Poco importa, l'importante è che siamo qui finalmente.

Stranamente non ricordo di essere mai stata in questo locale, ma le caratteristiche di questa discoteca sono esattamente le stesse di tutte le altre.

Un'insegna enorme lampeggiante si estende giusto sopra i nostri occhi, il cancelletto al di fuori del locale è esattamente lo stesso di tutti gli altri. Lì ci sono anche gli uomini che fanno rispettare la fila e fanno entrare all'interno. Immagino che Will li conosca bene, perché appena arrivati saluta uno dei due uomini con una pacca sulla spalla, gli sussurra qualcosa all'orecchio che lo porta ad annuire e ad aprire il cancelletto per permetterci di entrare.

L'uomo con cui ha parlato ha un aspetto un po' minaccioso: ha la testa completamente rasata, il suoi occhi sono di un nero pece come la sua barba. Le sue spalle sembrano essere esageratamente grandi rispetto alla sua vita stretta. Ho notato che è molto alto e che la sua postura è rigida: sembra uno stecco di legno.

Appena entrati nel locale ad invadere le mie narici è un odore strano, irriconoscibile. Immagino frutto dell'alcol, il fumo e, eventualmente, la droga.

Davanti a me si fanno spazio centinaia di corpi sudati e molto ravvicinati l'uno all'altro.

Proviamo a farci spazio, e dopo alcuni spintoni e alcune maledizioni, siamo finalmente riusciti ad arrivare al bancone dei coktail.

"Vado un attimo in bagno, aspettami qui." Mi sussurra Will all'orecchio. Annuisco impercettibilmente e seguo la sua figura finché la folla di persone accalcate mi blocca la visuale.

"Dolcezza, cosa posso portarti?" La figura del barman si presenta davanti ai miei occhi. Alzo lo sguardo e inizio a perlustrarlo: sembra avere circa venticinque anni, non di più. È un ragazzo come tanti altri: nè bello, nè brutto. La sua pelle è pallida e i suoi occhi sono di un azzurro ghiaccio, chiari quanto i suoi capelli biondi corti. Immagino non abbia origini italiane.

Non faccio in tempo a rispondere che qualcuno alle mie spalle mi precede.

"Una vodka alla fragola, velocemente magari."

"Alla menta." Lo correggo.

Non posso crederci, sembra che mi stia seguendo.

"Che ci fai qui?" Punto i miei occhi azzurri nei suoi marroni.

Mi guarda con un sorrisetto irritante e alza le sopracciglia prima di darmi una risposta.

"Perché? Non era una discoteca questa?" Chiede con finto fare confuso.

"Ora prendi la vodka alla menta eh? Perché questo cambiamento?" Continua poi, facendomi irritare anche di più.

"È un'informazione di vitale importanza per te?" Punto le mie orbite nelle sue.

"Beh, mi sono perso tutto ciò che ti è successo in questi ultimi due anni. Voglio recuperare." Mi spiega sorridendo in modo beffardo.

"Se mi avessi chiamata anche solo una volta al mese per sapere come stavo, solo per sentire la mia voce, solo per sentirti dire che mi mancavi; allora non avresti avuto bisogno di recuperare questi due anni che abbiamo passato divisi... sai? Almeno ho avuto il tempo di riflettere. Non ti sei mai meritato le mie lacrime, nè il tempo che ho speso per pensare alla nostra amicizia. Non provare a conoscermi ora, perché questa volta, non te lo lascerò fare. Potrai marcire al di fuori delle mie mura, e magari avrai il tempo per riflettere su quello che ci hai fatto." Il mio sguardo è sprezzante. Non mi sento triste, ma solamente felice per aver esternato tutto il mio rancore nei suoi confronti.

"Ah, ora la prendo alla menta perché tu hai sempre odiato tutto ciò che odorasse o avesse il sapore di quella spezia." Mi voltai per non guardarlo più in faccia, e iniziai ad incamminarmi verso i bagni, per aspettare che Will uscisse da lì.


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S.A.
Ehilà, oggi sono tornata con un capitolo un po' più corto degli altri, ma secondo me ugualmente accettabile.

Ditemi se volete più azione tra i protagonisti della storia...

Nel prossimo capitolo ci saranno nuovi personaggi, ovvero gli amici di Will (di cui uno di loro molto importante nella storia, l'ho già accennato in uno dei capitoli, ma nel prossimo capitolo sarà molto più dettagliato. Preparatevi, perché il personaggio sarà un po' particolare...)

Che ne pensate del capitolo? Se vi va mettete una ⭐️ e commentate!! Mi farebbe tanto piacere!!!! 💖

Take Me Out (Damiano David) Where stories live. Discover now