F I V E

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Sono passati almeno cinque minuti da quando Will cerca disperatamente le chiavi della sua Range Rover ultimo modello. Io me ne sto qui a ridere tra me e me, immaginando una sua possibile reazione non appena gli dirò che le sue adorate chiavi sono nella tasca del giacchetto di pelle che sto indossando in questo momento.

Questo giacchetto è il suo, me lo ha prestato perché secondo lui, cito testualmente, il suo è molto più figo di tutti quelli che ho io; beh, si vede che non ama la mia sfilza di giacche di jeans.

A proposito, oltre al suo bellissimo giacchetto, ha anche deciso quale vestito avrei dovuto indossare. Ne ha scelto uno nero, senza spalline e con una sfilza di brillantini concentrati sul corpetto. Quest'ultimo è molto attillato; la parte del vestito che strizza la pelle termina però all'altezza dei fianchi, dove si apre il minimo indispensabile: giusto per lasciare spazio al corpo di compiere movimenti.
Ha anche deciso che avrei dovuto mettere delle scarpe semplici nere con tacco 12.

Da come ne parlo, sembra che mi dispiaccia del modo in cui sono vestita, ma la verità è che non ho obbiettato nemmeno una volta.

Prendo le chiavi della sua macchina e le faccio dondolare davanti al mio viso, in attesa che lui si accorga di essere stato fregato. Non appena volge lo sguardo verso di me, noto la sua espressione mutare: da prima disperata, ora è un misto tra confusa e arabbiata; infatti i suoi occhi vispi si fissano nei miei che riflettono un'espressione compiaciuta.

Sulla fronte e ai lati dei suoi occhi, vi sono delle leggere rughe, dettate suppongo dalle sue sopracciglia aggrottate.

A confondermi però, è il sorriso derisorio che appare sulle sue labbra.

"Pensi di farla franca, non è vero?" Un'espressione divertita sul suo volto.

Non faccio in tempo a rispondere, che le sue dita arpionano i miei fianchi e si muovono consapevoli del loro effetto su di me. Infatti, i miei occhi si riempiono di lacrime e il sorriso sornione sul mio volto, non dà cenno di voler svanire.

Le mie risate che echeggiano nell'aria sostituiscono il silenzio assordante che incombeva nella camera.

"Va bene, va bene. Chiedo perdono." non penso che le mie parole siano state molto comprensibili considerando le risate che mi impedivano di parlare correttamente.

Il movimento delle sue dita rallenta per poi svanire completamente. Nonostante ciò i miei battiti cardiaci sono ancora accelerati, e le nostre risate non cessano neanche per un secondo.

Will si alza lentamente da sopra di me e mi porge una mano per fare lo stesso.

"Dai, andiamo, siamo già in ritardo." mi informa lui.

"In ritardo per cosa?"

"Oh, non te l'ho detto? Evidentemente no. Comunque questa sera ti presenterò dei miei amici, quelli della 'comitiva'. Sono simpatici, alcuni di loro possono sembrarti strani e fidati, lo sono, ma sono persone affidabili. Ovviamente se qualcuno di questi ti dà fastidio, non farti problemi e dimmelo immediatamente."

Le sue parole sono gentili le apprezzo, ma so cavarmela benissimo da sola e lui lo sa bene. Nonostante lo sappia ha sempre avuto questo senso di protezione nei miei confronti. Non so perché, suppongo che si senta in dovere di proteggermi perché ci siamo sempre considerati come fratelli e ci siamo comportati come tali.

"Will, io-" faccio per parlare, ma lui mi interrompe.

"Lo so Vic, non c'è bisogno che me lo ripeti ogni volta. Quello che intendo, è che se ti serve io ci sono, sempre."

Gli rivolgo un sorriso che, per la prima volta da un po' di tempo, non è forzato.

Effettivamente, sarei dovuta essere contenta di aver passato i miei ultimi due anni a Milano, insomma, non è di certo una brutta città. Il vero problema però, non è mai stato quella che si definisce la città della moda, ma è stato la lontananza dalla mia città natale: Roma.

Appena trasferita nella città del Nord Italia, mi sono detta di non provare nostalgia del passato, di aprire un nuovo capitolo della mia vita, di farmi nuovi amici, magari anche di migliorare il rapporto con la mia famiglia. Non essendo una persona con tanta forza di volontà, ho lasciato perdere tutto. Ci ho provato per le prime tre, al massimo quattro settimane. Vedendo che non ottenevo risultati, ho smesso di provarci. Non sono fiera di ciò che ho fatto e quando ci ripenso, mi giustifico dietro al fatto che stavo male per Damiano, di conseguenza ero debole emotivamente e moralmente.

A proposito di lui, non sembra, ma mi manca. Forse più di quanto io sia disposta ad ammettere. Vedere che la sua vita non è cambiata di una virgola, che lui è felice senza di me, fa male. Sembra sia diventato più forte di quello che era prima. Se prima aveva un'armatura di pietra, ora ce l'ha d'acciaio. Niente riesce a scalfirlo, probabilmente neanche a procurargli qualche graffio.

Siamo più simili di quanto pensassi.

"Allora? Che fai, non vieni?" A distogliermi dai miei pensieri è Will, posizionato allo stipite della porta, probabilmente ad aspettarmi per scendere al piano inferiore.

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S.A.

Hi everybody this is Mån- seh, te piacerebbe-

Cooomunque, questo può essere considerato un capitolo di passaggio e penso che in parte lo sia, ma penso anche che grazie a queste righe, siete riuscite a capire un po' di più sulla Victoria di questa storia.

Ho voluto mettere apposta molte riflessioni... piano piano capirete anche il suo rapporto con Will, che approfondirò capitolo per capitolo.

Si, vi dico che si trattano come fratelli, che ci sono l'uno per l'altra ma...

~SPOILER~
Hanno avuto dei precedenti...

TRANQUILLE, NEL PROSSIMO CAPITOLO SI PASSA ALL'AZIONE *per modo di dire ovviamente ;)*

Che ne pensate del capitolo? Se vi va mettete una ⭐️ e commentate!! Mi farebbe tanto piacere!!!! 💖

Take Me Out (Damiano David) Where stories live. Discover now