6. La Tigre del Cuore

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Trovarmi a camminare a fianco del terapeuta è strano, e non perché stiamo cercando la tigre di Biancaneve in giardino.

La soggezione non deriva neanche dal fatto che sia molto più alto di me, né dal completo elegante e lindo che indossa.

Forse è un imbarazzo che deriva dal modo in cui (a tratti) mi squadra con i suoi occhi scuri, e dalla sua voce profonda, che spezza raramente i continui silenzi.

"Mi auguro che la seduta non le abbia arrecato disagio", le voragini di terra bagnata mi fissano.

Il trucco sembra fango scuro dimenticato sul suo volto.

"No, certo che no. È stato... interessante direi", non riesco a trovare niente di intelligente da dire.

Lui non risponde.

Con grandi falcate continua a divorare l'erba perfettamente tagliata, mentre io devo quasi correre per stare al suo passo.

È un uomo estremamente silenzioso e mi infastidisce questo mio premere con insistenza le parole sulla bocca, per non fiatare. Mi fa sudare le mani.

Cosa mi sta succedendo?

Forse è l'ansia che vince alla fine: "Perché Biancaneve ha una tigre?"

Il terapeuta blocca d'improvviso il suo cammino affamato.

Il viso incipriato, ora illuminato da qualche raggio di sole pallido, mi guarda con curiosità, come se mi scorgesse per la prima volta.

Vedo piccole rughe impolverate di bianco segnare la sua pelle.

"Sono stato io a offrirgliela in dono", mi risponde serio, senza aggiungere altro, come se potessi capire.

Abbasso lo sguardo confusa, e una tremenda e calda vergogna mi seppellisce. Forse sono amanti? Che stupida! Cos'ho in testa!

Cosa cavolo sto facendo?

"Tanto tempo fa Biancaneve era di una purezza disarmante. Conosceva solo il candore e una tremenda paura", la voce del terapeuta si leva metallica, con quella nota profonda e dissonante che mi trema nello stomaco.

Neanche mi accorgo che una delle sue grandi mani si accosta con delicatezza al mio volto, e mi solleva il mento lentamente.

Sento la testa girarmi, le gambe allontanarsi di chilometri, e il mio respiro si assottiglia, come se non avessi più ossigeno a disposizione.

"La purezza è come l'inconsapevolezza, ti dona uno sguardo innocente sul mondo ma non ti difende dalle ombre. Quando sei così puro, tante paure e crudeltà inspiegabili arrivano a consumare la tua carne, e se non lotti ti portano a marcire."

Lo guardo, come si potrebbe guardare un bel quadro, mordendomi le labbra e con gli occhi appena velati di lacrime.

"Quando Biancaneve è arrivata qui era marcia di rabbia. Era solo una ragazzina schizzinosa e arrogante, ferita dalla vita. Derideva Dracula per i suoi denti mancanti, Jekyll per la sporcizia che portava addosso, l'Uomo Nero per il suo essere così attaccato alla madre, e tutti gli altri per molte altre cose. Nel suo dolore era diventata crudele, e non riusciva a concepire cosa ci fosse qui di simile a lei."

La mano stringe ancora di più il mio mento, mentre gli occhi non si distaccano neanche un secondo dai miei.

Mi accorgo che le sue palpebre, non sembrano nemmeno sbattere sotto le sopracciglia assenti.

"La crudeltà nasconde tanta paura: della solitudine, di scoprirsi lividi di rabbia, persecutori di perfezione e mancanti d'amore. Per questo le ho regalato una Tigre del Cuore. Solo in questo modo avrebbe potuto conoscere il buio che custodiva dentro, e accorgersi, che era lo stesso che la perseguitava nel mondo esterno"

Le dita scivolano lente sul mio viso, allontanandosi. Vedo i suoi occhi incontrare le mie labbra. Ora mi accorgo dei suoi capelli corti, neri come la pece.

È strano. Mi accorgo dei grandi dettagli che lo caratterizzano solo con una tremenda calma! È come se potessi percepire chiaramente le sue fattezze solo scrutandolo a lungo!

"Che cos'è una Tigre del Cuore?", chiedo tremando.

"Nel cuore di ognuno di noi abita una tigre. Una di quelle con grandi occhi verdi, manto lucente, camminata sinuosa e denti affilati. Se abbiamo rispetto di noi stessi, una Tigre del Cuore può placidamente restare sdraiata a meditare, all'ombra di antri e ventricoli, godendosi i rintocchi dei nostri battiti.

Se però ci nutriamo di cose che sappiamo farci stare male, allora ecco che inizierà a camminare nervosamente nella gabbia in cui la mettiamo. Più stretta sarà la prigione del nostro felino, più grande sarà la nostra rovina. Se la teniamo in cattività, l'oscurità inietterà i suoi occhi, i demoni sgorgheranno di nuovo, e lei farà una strage di ciò che rimane della nostra vita.

A volte siamo responsabili della furia incontrollabile nel nostro cuore. Tutto dipende da come trattiamo la nostra tigre."

È in quel momento che le sue dita tornano ad accarezzare lentamente una delle mie guance e la testa mi sembra esplodere.

Il terapeuta scaccia velocemente il suo sguardo dal mio volto, che sento frantumato in mille pezzi, come se quegli occhi mi avessero scavato dentro a tal punto da rendermi rovente ma insensibile.

"E questo ha aiutato Biancaneve?", gli chiedo, mentre ricominciamo a camminare.

Grandi alberi secolari ondeggiano con un forte vento sopra di noi.

Il ricovero visto da lontano è una struttura anonima, dipinta d'un giallo tenue e mi accorgo che c'è anche un giardiniere, intento ad annaffiare le siepi con una pompa verde. Mi chiedo se anche lui sia qualche fantomatico personaggio del passato o della letteratura.

"Sì, direi che questo ricovero di mostri l'ha aiutata. Anche se non mi piace molto chiamarli mostri tantomeno pazienti o malati! Penso solo che ci siano persone con più strumenti per affrontare le difficoltà della vita, e altri che sono crepati o spezzati dalla vita stessa, posti a duri destini. A volte poi, queste persone sono così sensibili che faticano a camminare, e lo fanno come meglio riescono. Anche essere malati è un modo di adattarsi al mondo."

Il cuore inizia a martellarmi nel petto.

Vedo un turbinio di ombre e luci avvolgergli le iridi.

È la persona più umana che io abbia mai conosciuto.


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Ciscandra - Personality Disorders  || 2° LibroKde žijí příběhy. Začni objevovat