Capitolo 3

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Successe che, per puro caso, i nostri occhi si incontrarono ancora una volta, quasi cinque anni dopo il nostro ultimo incontro.

Notai subito come tu fossi cambiato in quel lasso di tempo: le tue spalle erano più larghe, i capelli castano chiaro più folti e tu stesso ti eri allungato di parecchio, tanto che adesso riuscivi a superarmi di qualche centimetro in altezza (e questa cosa me l'avresti rinfacciata allungo, tanto per dirne una).
Ma i tuoi occhi, azzurri e penetranti, riuscivano ancora ad incantarmi come la prima volta. Il tuo sorriso, caldo e disarmante, era sempre lo stesso ed il modo in cui mi guardavi, a metà strada fra l'ammiccante ed il sorpreso, mi faceva sempre il solito effetto.

"Cosa ci fai tu qui?"

La tua voce, un tempo acuta e infantile, era adesso più calda e profonda. Tanto che quelle semplici parole affondarono in me e bastarono per mandare al mio corpo una serie di brividi non del tutto indifferenti.

Ti ho guardato con un cipiglio sul viso, mentre continuavo a tenere Shiro stretto per un braccio, e tu ti sei affrettato a fare lo stesso e ad aiutarmi a sostenere il peso.

"Sto cercando di salvare Shiro."

Sperai che la voce mi risultasse dura e decisa così come apparivo all'esterno, perchè non avrei mai voluto far trasparire l'immensa sorpresa che provavo in quel momento, nel rivederti.

"Che cosa? No, Io sto cercando di salvare Shiro!"

Non avevo idea di cosa ci facessi lì in quel momento, ma la cosa certa era che nonostante fossero passati anni la tua presenza continuava a non essermi indifferente. Ma proprio per niente.

Quando abbiano raggiunto gli altri ero ancora scioccato ma soprattutto irritato. Ero già stufo di provare a decifrare quel miscuglio di emozioni che riuscivi a suscitarmi... e pensare che eravamo stati assieme per appena pochi minuti!

Fummo tutti catapultati in poco tempo nella realtà di Voltron, e benchè tutti fossero interessati a sapere di più sulla loro nuova posizione da paladini, io avrei piuttosto preferito sapere perchè continuavi ad avere quell'aria così distaccata e turbata in mia presenza.

Inoltre, nonostante la principessa Allura continuava a spronarci perchè ci comportassimo come un team, io continuavo a sentirmi fuori posto. E questo non contribruì a placare la mia irritazione.

Fui sorpreso nello scoprire che il motivo del tuo evidente astio nei miei confronti era l'inesistente rivalità che c'era fra di noi e che, in qualche strano modo, continuavi a sostenere aveva avuto inizio anni fa al Garrison.

Io non ti avevo mai considerato come un rivale nè avevo mai sentito l'esigenza di dover essere superiore a qualcuno, tanto meno te.
Ma a quanto pare avevamo idee parecchio diverse, e fu proprio questo nostro diverso modo di pensarla che, alla fine, ci portò ad essere quei rivali che già eravamo agli occhi di tutti.

(Quella volta ti mentii, dicendoti di non ricordarmi di te, forse perchè non ero ancora pronto ad ammettere a me stesso che, invece, il tuo pensiero era stato un chiodo fisso per tutti quegli anni.)

Col tempo, però, ho capito che non era davvero così che ci vedevo: come due rivali. Perchè mi stavo affezionando non solo alla squadra, ma soprattutto a te (e la cosa non fece altro che continuare ad irritarmi ulteriormente).

Per la prima volta sentivo di essere parte di qualcosa, e non avrei permesso che la guerra avrebbe potuto distruggere ciò che stavamo costruendo insieme.

***

E non glielo permisi. Mai.
Persino a distanza di anni dalla fine della guerra siamo ancora tutti uniti, persino io e te. Soprattutto io e te.

Quindi ora non puoi lasciare che questo distrugga tutto ciò che abbiamo costruito in questi anni, Lance. Non dopo che abbiamo affrontato una guerra insieme.

Combatti, Lance.
Fallo per noi.

Fallo per me.

Forever and Always -KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora