Andiamo al sodo

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Rimando da qui in poi ad alcune letture che possano aiutarci a capire la grammatica della narrazione, nonché a mostrare fattivamente COME leggere un brano al fine di reperirne l'impalcatura narrativa (o alcune sue tracce). Nella scelta dei brani, cercherò di attenermi ad alcune linee generali:

- estratti che possano essere reperiti in rete gratuitamente (nelle anteprime degli ebook store)

- romanzi d'esordio italiani (l'autore potrebbe OGGI non essere più un esordiente e avere scritto altri libri)

Gli estratti cui farò riferimento hanno un valore puramente esemplificativo, non è mia intenzione pubblicizzare questo o quel libro. Per non incappare in problemi di diritti e copyright, non farò nessun copia / incolla degli originali, limitandomi a fornire le info necessarie a reperirli. Se vi va, potrete trovarli facilmente e mettere a fuoco le mie osservazioni.

Le indicazioni che fornisco non vanno intese come regole, ma tendenze statistiche: se dico che un gesto è più forte di una battuta, intendo dire che il più delle volte è così, o che è più facile funzioni così e non viceversa. Non voglio dire che sia così sempre e comunque.

Partirei da L'isola che brucia, esordio di Emma Piazza per Rizzoli. Prologo, fine pagina. Si trova anche su google books.

L'io narrante pone una domanda a un interlocutore misterioso. Misterioso perché in un'intera pagina l'autrice si guarda bene dallo specificarne età, nome, aspetto. Lascia intuire solo il genere: è un uomo. Questa è una scelta precisa che punta a non fare intuire tutto e subito al lettore. Uno degli errori più ricorrenti dei dilettanti è dire troppo, e troppo in fretta.

L'io narrante chiede all'interlocutore misterioso se ricorda di quando le disse che fare figli era pericoloso. L'interlocutore potrebbe limitarsi a dire Sì/NO, ma l'autrice sceglie una strada diversa. Non fa parlare l'interlocutore attraverso una battuta, bensì attraverso una posa gestuale (la rigidità del corpo tradita da un tremito della mandibola) e la sua percezione da parte dell'io narrante che lo guarda. Si tratta di una scelta azzeccata su due piani: dialogo e punto di vista.

In merito al dialogo: se una battuta è sostituibile da un gesto, tendi a preferire il gesto e non la battuta.

In merito al punto di vista: se l'io narrante non è onnisciente, mostralo. Non è il gesto dell'interlocutore a parlare, ma come quel gesto viene interpretato da chi lo guarda.

Solo nella pagina successiva scopriamo l'identità dell'uomo misterioso. Ma non sappiamo ancora perché l'io narrante gli abbia sparato. Chiuso un mistero, se ne apre un altro. Anche questa è una scelta azzeccata: la molla che spinge un lettore a voltare pagina è (in soldoni) un punto interrogativo costante: "cosa succede poi?"

Un autore non deve calcare troppo su un unico punto di domanda, ma organizzarne diversi e seminarli nel testo. Uno dopo l'altro.

Provate!

Questo non è un libroWhere stories live. Discover now