"Ma poi si capisce"

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Commentando i testi che mi sono stati sottoposti, noto due ricorrenze siginificative.

1) Molti mi scrivono dicendo "Ho letto i commenti che hai lasciato in giro. Li trovo interessanti e professionali, puoi dare un'occhiata anche ai miei lavori?". Quando lo faccio, però, quei commenti che sui testi altrui sembravano azzeccati, sul proprio romanzo appaiono di colpo dilettanteschi e superficiali. Potrei fare facile ironia su questo punto, ma preferisco dedurne che a volte si può essere più utili leggendo commenti su testi di terze persone. Su questo ho in mente un progetto che cercherò di portare avanti prossimamente.

2) L'altra risposta ricorrente che ricevo suona più o meno così: "Sì, hai ragione, ma se vai avanti a leggere capirai che le tue obiezioni non hanno ragion d'essere e POI SI CAPIRA' TUTTO". Lungi da me intavolare un riassunto sul tenore delle letture editoriali (perché un editore o un suo sottoposto dovrebbe leggere per intero un romanzo di un dilettante, se quel dilettante non ha garanzie da offrire, è uno dei 10.000 l'anno se va bene che gli manda un testo in visione, e le sue pagine sono palesemente amatoriali fin dalla prima riga?), vorrei fare un esempio alla portata di chiunque. Prendete Amazon e i kindle. Prima di comprare un ebook potete leggere l'abstract e un estratto di 10/20 pagine. Dopodiché, siete liberi di decidere se spendere per andare avanti, oppure rinunciare e passare ad altro. Siate onesti e chiedetevi: se le 10 pagine gratuite che leggete non vi appassionano, non ci trovate nulla di vostro gusto, vi sembrano persino scritte male, davvero comprereste l'ebook per intero? Sì, forse, se l'autore è uno che amate, o se qualcuno di fiducia vi ha parlato molto bene di quel libro, o ancora se l'abstract vi sembra così avvincente che, accidenti, non saranno le prime dieci pagine a fermarvi. In tutti gli altri casi, poche pippe: quell'opera non la comprereste mai. Ne' spenderete il vostro tempo per essa, specie se quel tempo non è molto. Su wattpad o simili, i testi sono gratuiti, e non si perde (apparentemente) nulla a leggere storie che non ci esaltano in toto. Ma un editore non cerca un testo da distribuire gratis, bensì una storia per cui valga la pena spendere tempo e denaro (della casa editrice in primis, dei lettori paganti in seguito).

Pertanto, o mostrate di saperci fare da subito, di saper gestire la grammatica della narrazione (e vedremo in quel progetto cui accennavo cosa intendo), o non sognatevi che un editore o chi per lui vada avanti a leggervi "perché tanto poi si capisce".  Ahinoi, il problema non è quel che si capisce poi, ma ciò che si vede subito: se anche avete una storia in testa o nel cuore, non siete ancora in grado di raccontarla.

A voi la scelta: sbattersi per imparare e provare a fare il grande salto, o divertirsi scrivendo per il proprio piacere e quello di altri dilettanti non paganti. 

Non c'è una scelta giusta o sbagliata. L'importante è tenere bene a mente fin dove si può arrivare coi propri mezzi, e magari cercarne altri per arrivare più lontanto. Ammesso e non concesso si voglia farlo.

Parlerò più avanti dei mezzi cui mi riferisco.

Questo non è un libroWhere stories live. Discover now