Posai l'acqua e l'asciugamano su una panchina vicino a noi, per poi posizionarmi davanti a lui.
"Sissie ti ha insegnato ad attaccare." Volò il suo asciugamano nella stessa panchina, per poi rivolgermi lo sguardo "io ti insegnerò a difenderti." Annuii, pur non capendo a pieno.

"Questa volta non sarai tu ad attaccare, ma io." Disse, probabilmente dopo aver notato della confusione nella mia espressione "e tu dovrai difenderti dai miei colpi." Si indicò mettendosi difronte a me.

Iniziò a spiegarmi i vari modi per schivare i colpi dell'avversario o, semplicemente, come fermarli o pararli.
I suoi gesti erano particolarmente veloci, atterrandomi, in modo non troppo forte, ogni volta.

"Concentrati." Annuii mettendomi di nuovo in posizione. Continuando per non so quanto tempo e, dopo svariati fallimenti, tirai un grido di rabbia facendo voltare quasi tutti verso di me.

"Scusatemi." Esclamai imbarazzata, avvicinando la mia mano, chiusa in un pugno, alla mia bocca.
"Non devi scusarti." Disse il ragazzo difronte a me "devi sfogarti." Mi sorrise dolcemente, provando a farmi stare meglio.

Continuammo il nostro allenamento non appena una colpo, dato con troppa forza, mi fece sbattere prepotentemente per terra, sentendo già il dolore alla mia schiena.
"Merda." La sua figura si avvicinò a me, abbassandosi per controllare che fosse tutto ok.

"Scusa ho calcolato male le distanze." Con i denti serrati portai una mano nella parte dolorante, riuscendo a malapena ad alzarmi.
"Direi che può bastare." La voce roca del riccio si avvicinò a noi.

"Va bene." Annuì Ryan, con un'espressione di dispiacere sul viso. "Ti aiuto." Mise una mano dietro le mie spalle, provando a tirarmi su, ma le sue braccia furono ben presto sostituite da Harry.
"Faccio io." Disse solamente, tirandomi su a mo' di sposa.

Non riuscii neanche a ribattere o semplicemente a parlare, il dolore alla schiena era davvero insopportabile. Strinsi le labbra in un morso per non far preoccupare troppo Harry. Sapevo quanto potesse essere protettivo in certi casi.

"Sei proprio imbranata." Scherzò, sentendo il suo petto vibrare seguito da una leggera risatina.
"Io non ho fatto niente." Dissi tutto d'un fiato, cercando di raddrizzare la schiena.

"Stai ferma." Si lamentò.
"Sto cercando di riprendermi." Risposi un po' alterata, provando ad avvicinarmi al suo petto.

"Lasciami." Dissi decisa, guardando i suoi occhi. Ci pensò un po' per poi respirare e fare ciò che gli avevo detto.
Fortunatamente, con un po' di allungamenti e vari scricchiolii, la mia schiena tornò come prima.

In tutto questo Harry era rimasto ad osservarmi, mentre beveva dalla sua bottiglia di plastica.
Sospirai sollevata chiudendo gli occhi per qualche secondo.

"Dopo quel biscotto di merda ho vomitato anche l'anima." Mi indicò come per colpevolizzarmi. La sera prima, alla festa, lo avevo "obbligato" ad assaggiare un biscotto con dentro dei petali di qualche fiore o roba del genere. Inizialmente il sapore non era male, ma poi dovetti ammettere che il retrogusto non era davvero un granché.

"La ragazza mi aveva detto che faceva bene all'umore." Alzai le spalle, bevendo dalla mia acqua.
"Che significa?" Mi guardò divertito, premendo il tasto dell'ascensore per poter salire.

"Significa che magari saresti stato un po' meno..." pensai all'aggettivo adatto, provando a non farlo arrabbiare "antipatico." La mia sembrò più una domanda, mente alzavo le spalle guardandolo con un sorriso tirato.

"Faceva comunque cagare." Entrò nell'ascensore, seguito da me.
"Vedo che non è servito a molto." Sussurrai, facendogli uscire dalla bocca una simpatica risatina.
Quando l'ascensore si fermò, salutai il ragazzo con un "ci vediamo a pranzo." Per poi tornare nella mia stanza ed immergermi nel getto della doccia.

Holmes ChapelWhere stories live. Discover now