"Sei pronta a rivederlo?"

"Lo sai che verrà, si?" una sfilza di domande dalle donne che mi stanno di fronte mi fa alzare gli occhi al cielo, infastidita, ma sotto sotto forse anche divertita.

"Cos'è, un interrogatorio? Sì, so che verrà. E, in realtà, l'ho già visto ieri sera" comincio balbettando, per poi raccontare velocemente, con l'aiuto di Simo, gli eventi della sera precedente dopo il grande spavento.

Nel tragitto verso casa di Simona in macchina con Nahuel siamo stati per la maggior parte del tempo in silenzio, quando all'improvviso lui ha preso a parlare, avvisandomi che Antonella non era quasi mai con loro e che dormiva spesso a Milano.

Di solito Paulo parlava di qualsiasi cosa con lui, ma in quest'ultimo periodo nemmeno il suo migliore amico sapeva davvero cosa ci fosse tra loro, o cosa passasse per la testa di Paulo, tanto si fosse chiuso in sé e nei suoi pensieri. Non era più lo stesso, usciva solo per andare agli allenamenti, ed era arrivato addirittura a rifiutare di avere i suoi migliori amici a casa con lui, cosa che lui amava. Nahuel non sopportava il ritorno di Antonella, non ne sopportava la presenza quando i due amici fossero insieme, né il suo comportamento, nonostante, probabilmente, fossero tornati insieme.

"Paulo non è di certo felice. Ma questo non lo dirà mai. Non ammetterà mai di non aver avuto ragione. E di essere una testa di cazzo", aveva concluso, una volta sotto casa di Simona.

Poi mi aveva abbracciato stretta.

Quella sera eravamo stati tutti fin troppo scossi.
Poteva essersi rincoglionito completamente, ma avevamo perso tutti qualche anno di vita per lo spavento, quella sera.

Per lui.

"E tu non gli hai detto che ha fatto male a fare la scelta sbagliata?" mi chiede Federica, ironica.

"E certo che gliel'ho detto. E anche il suo migliore amico era d'accordo con me" rispondo subito, facendo ridere tutte e ridendo insieme a loro.

Beh, almeno ci ridi.

La nostra conversazione viene interrotta dalla voce al microfono dell'animatrice che rientra nella sala e richiama tutti i bimbi urlanti che la seguono, ma tra questi manca proprio il festeggiato.

"Oh oh, ma chi abbiamo qui, un piccolo Leo che è diventato improvvisamente altissimo!" urla la ragazza, costringendo tutti a girarci verso la porta, e avrei voluto non farlo.

Leo sta rientrando dal giardino con un sorriso a trentadue denti, o forse qualche dente mancante, seduto trionfante sulle spalle di Paulo, che gli stringe le mani tra le sue per tenerlo meglio.

Poi Leo si libera di una mano e raggiunge il centro della sala facendo la Dybala Mask, che fa sorridere tutti.

In un altro contesto, avrei ripreso questo momento, incantata e innamorata di quello che guardavo, sapendo che postandolo come storia, avrei fatto impazzire migliaia di tifosi, ma meno male ci sono Roby e Claudio che, da due prospettive diverse, riprendono tutto, sorridendo da dietro lo schermo.

Leo non smette di sorridere, urlando a sua madre di aver infranto la regola dell'aprire i regali dopo la torta, perché Paulo gli aveva fatto aprire il suo regalo appena arrivato e al centro del giardino, facendogli scartare la sua Ferrari rossa in miniatura, che avrebbe potuto finalmente guidare, poiché quella vera parcheggiata in garage, suo padre non gliela faceva neppure guardare.

Osservo Paulo mettere giù il piccolo Leo, per poi dargli un bacio sulla testa e lasciarlo andare, poi raggiunge Roberta per salutarla, e lei lo accoglie in un grande abbraccio, che lui ricambia sincero.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora