Le cose che non dici

2. Calma dopo la tempesta

Jack volava a tutta velocità nel cielo di quel regno, dominato da una rabbia incontenibile che gli faceva tremare le mani e che necessitava di essere sfogata in qualche modo.
Scese nel bosco, congelando qualunque cosa capitasse a tiro del suo bastone.
Ce l'aveva a morte con l'Uomo nella Luna, che gli aveva donato quei poteri, condannandolo a vivere relegato nell'ombra.
Dopo poco meno di un quarto d'ora, Jack aveva già ricoperto di ghiaccio almeno due quarti di bosco fiorito.
Stava per accanirsi sui restanti due quarti, quando si rese conto che non era giusto infierire esclusivamente su quel regno: il mondo intero lo ignorava e lui avrebbe distribuito equamente il suo ghiaccio in tutto il mondo.
Dalla punta dell'abete su cui si era poggiato, Jack spiccò il volo, pronto a far assaggiare a tutti il suo potere.
Dopo aver ibernato buona parte del globo terrestre, Jack interruppe il suo volo per scendere a terra.
Ormai la furia che infiammava il suo animo era spenta, ma i sensi di colpa non tardarono ad insinuarsi nel suo cuore, graffiandolo come gli artigli affilati delle Erinni.
Non sapeva dov'era, Jack, e neanche gli importava.
Si sedette su una roccia, abbandonando il bastone a terra e prendendosi la testa tra le mani in preda alla preoccupazione.
-Spero di averle fatto troppo male ... Jack sei un vero idiota! Mi complimento con te! Potevi impalarla con il bastone, già che c'eri!
"Che tristezza, mi sto dando del cretino da solo ..."
-Accidenti!- disse, alzandosi dalla roccia.
Tirò un calcio ad alcuni sassi, pentendosi immediatamente di averlo fatto.
Afferrò il piede dolorante con le mani per massaggiarlo, mentre saltellava sull'altro cercando di mantenere l'equilibrio, ma dopo pochi saltelli, cadde a terra sbattendo il fondoschiena su una lastra di ghiaccio che lui stesso aveva creato trascinandosi dietro il bastone.
-Ho capito! Andrò a scusarmi immediatamente, va bene?- gridò rivolto al cielo, forse all'Uomo nella Luna, forse a Dio, chissà.