CAPITOLO 4

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Ed ecco l'incubo di ogni studente: il fastidiosissimo suono della sveglia che rimbomba nella tua testa alle 7 del mattino. Era da due mesi che non provavo questa sensazione, odio. Non è un problema per me svegliarmi presto la mattina, il problema è essere svegliata da un rumore insistente  in qualsiasi orario. Mi alzo solo per mettere a tacere questa tortura. Scendo di sotto per fare colazione e scopro che mia madre sta ancora dormendo e quindi mi tocca prepararmela da sola. Odio anche prepararmi la colazione da sola. Apro la dispensa per cercare i miei cereali integrali, eccoli lì, dietro ai tanti pacchi di biscotti di mia madre. Prendo la tazza che qualche minuto prima avevo riempito di latte e rovescio la scatola di cereali nel latte, ma niente, è vuota, completamente vuota. Ed ecco un'altra cosa che odio.  Sbuffo e proprio in quel momento scende mia madre con una aria rilassata e riposata. Insomma con un aria opposta alla mia.
"Mamma! Dove stanno i miei cereali". Dico agitando la scatola vuota in aria.
"Oh buongiorno anche a te". Risponde con un tono sarcastico.
"Mamma....i miei cereali". Ripeto calcando ogni singola sillaba.
"Mi sono dimenticata di comprarli ieri, scusami, ti lascio i soldi, fai colazione fuori e offri qualcosa anche a Sam e George".
Caccio un sospiro profondo e vado di sopra per vestirmi.
Ho programmato come vestirmi già da alcuni giorni, tengo molto al mio aspetto esteriore e cerco sempre di curarlo in ogni minimo dettaglio. Per quanto riguarda il trucco, non sono una di quelle ragazze che sprecano ore e ore per il loro make-up, io mi trucco quasi tutti i giorni, ma leggermente, anche se mi dicono che sto molto bene anche senza. La mia lunga chioma castana la lascio liscia. Mi guardo allo specchio e sono soddisfatta del mio riflesso. Indosso dei pantaloni bianchi con una Blusa nera come le scarpe, ho due bracciali e un anello e ho anche deciso di mettere gli orecchini d'oro a cerchio molto piccoli. È stato un regalo di papà, quando al mio quindicesimo compleanno ricevetti come regalo da mia zia un paio di orecchini di bigiotteria. Li indossai e dopo qualche ora le miei povere orecchie si gonfiarono quasi al punto di scoppiare. Da quel giorno mi accorsi di essere allergica ad orecchini di questo tipo. Rimasi molto delusa perché erano stati i miei primi orecchini. Quando il giorno dopo papà ritornò a casa da lavoro con un paio d'oro per me, rimasi entusiasta. Adesso ne avrò come minimo una decina, ma questi resteranno sempre  i miei preferiti.
Finalmente sono pronta, ma come al solito prima di uscire di casa, devo mettermi a cercare le chiavi di casa e quelle della macchina. Una volta trovate mando un messaggio a Sam e George nel nostro gruppo di whatsapp per avvisarli che sto per andare  a prenderli. È da praticamente sempre che andiamo ogni mattina a scuola insieme.
-" Sto partendo, ah comunque andiamo a fare colazione fuori".
Per Sam sarà sicuramente una buona notizia, lei adora fare colazione fuori, soprattutto quando offro io o George, che invece è propenso nel fare quasi tutto quello che decidiamo noi.
Sam non abita molto lontano da me, quindi ci arrivo in pochissimo tempo.
Eccola fuori casa sua, lei è molto semplice e non cura molto il suo aspetto, ma devo dire che appare sempre molto carina. Ha un paio di pantaloni neri e attillati con una T-shirt anch'essa nera ma con una scritta rossa e ai piedi indossa le sue scarpe di ginnastica preferite. I suoi capelli biondi li ha raccolti in un'alta e disordinata coda.
"Buongiorno". Dice con un tono pessimo.
"Un po' assonnata stamane?". Scherzo io, sapendo che l'avrei fatta arrabbiare.
"Per favore, non parlare fino a quando non mi porti al bar". Sbraita lei. Ma io la prendo in giro ancora per un po'.
Poi passo a prendere anche George, che è perfetto e ordinato ma soprattutto di ottimo umore.
"Vi avviso subito, non voglio fare ritardo anche il primo giorno di scuola quindi consumate in fretta la vostra colazione. Io prenderò un cornetto a portar via che mangerò a ricreazione." Premette subito ancora prima di mettere piede in macchina. Sam, lo guarda con uno sguardo assassino in segno che se avesse osato dire un'altra parola, lei lo avrebbe scaraventato dal finestrino dell'auto.
Arriviamo al bar e ci mettiamo in uno dei tavolini fuori. Oggi è abbastanza pieno, incontro anche molti amici che non ho proprio visto quest'estate. George ci sta parecchio stressando quindi ordiniamo dei cornetti che mangiamo molto velocemente.
Nonostante tutto, arriviamo a scuola con dieci minuti di ritardo, ma essendo il primo giorno, il professore della prima ora non ci fa alcun rimprovero. Visto che siamo arrivati tardi, ci toccano i banchi in prima fila. George ne avrebbe comunque scelto uno in prima fila, ma io e Sam assolutamente no. Adesso me ne tocca uno vicino alla finestra, ma non posso fare a meno di notare che c'è un posto libero vicino al mio, mi guardo intorno e sembra che non manca nessuno,forse abbiamo un nuovo compagno di classe. Per ora nessuno ha detto niente, quindi nessuno sa più di me.
Ecco che la vecchia porta piena di scritte sta per aprirsi, sono molto curiosa di vedere di chi si tratta.
Non ci posso credere. È Giulio. Ma mi pare avesse uno o forse due anni in più a me. Comunque sia sono felice di averlo in classe. Si avvicina al posto libero vicino al mio e mi riconosce.
"Ciao Sofia". Mi saluta. Io ricambio il saluto con un sorriso e un colpo di testa. Oltre a questo, per il resto delle cinque ore, non mi rivolge la parola. L'ultima ora è stata la più noiosa, sembrava non finire più. Fortunatamente non hanno ancora assegnato compiti per casa, ma quest'anno abbiamo la maturità, quindi sarà dura.

THE NEIGHBORWhere stories live. Discover now