Il bello del giardinaggio

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La mattinata di lezione, in confronto ai primi venti minuti di scuola, alla ricerca del cane delle preside, è andata alla grande, o meglio, tranquillamente.
Devo ammetterlo, se dovessi valutare solamente l'ambito educativo di questo liceo, darei un bel dieci. C'è da dire che comunque è giusto avere anche gli alti e bassi dei rapporti umani, insomma in un liceo pieno di adolescenti, come me, tutti nel pieno della pubertà e delle proprie crisi ormonali, è normale non andare tutti d'amore e d'accordo.
Scuoto la testa a certi pensieri. Le uniche persone con cui non vado d'accordo, comunque, sono Ambra e le sue due ancelle, tutti gli altri sono brave persone o che per lo meno riesco a gestire.

Uscita dalla mensa, decido di andare immediatamente verso l'esterno dell'edificio. Essendo martedì pomeriggio, adesso, ci sono le attività extracurricolari, perciò mi tocca andare al giardino della scuola e darmi un po' da fare, anche perché, senza Ken, sarà molto più difficile. Beh, in realtà non è che Ken aiutasse molto, ma comunque sono pur sempre due braccia in meno e la compagnia di una persona che conoscevo e con cui mi trovavo bene.

Non faccio nemmeno in tempo ad entrare nel giardino che subito un ragazzo mi assale.
​«Hey, ciao. Sei uno dei membri del club di giardinaggio? Perché i fiori sono in condizioni penose...» mi dice velocemente, fermandosi dal scavare una nuova aiuola, con la pala, e asciugandosi un po' di sudore dalla fronte.

Mi soffermo un attimo a guardarlo, prima di rispondergli. Non ho idea di chi sia, ma è davvero un bel ragazzo, come al solito insomma. Continuo a domandarmi se fanno una selezione ai ragazzi di questo liceo, prima di permettere le iscrizioni. Se non sei bello, non puoi entrare. Beh, in realtà Kentin si era iscritto prima che il padre lo spedisse da un'altra parte.
​Nonostante l'abbigliamento consono da giardiniere, con gli stivaloni di gomma, la salopette verde scuro, i guanti da giardinaggio e un berretto marrone calcato sui capelli era decisamente carino. I muscoli ben definiti delle braccia si notavano dalle maniche corte della maglietta bianca. I capelli, tinti di un particolare verde menta, gli cadevano attorno al viso e alcuni si erano appiccicati alla fronte e sulle tempie per via del sudore. Infine i suoi occhi verde acqua sembrano scrutarmi e rimproverarmi in qualche modo. 

Solo in quel momento, quando incrocio quello sguardo serio e in attesa di una qualche risposta, mi accorgo di essermi soffermata un po' troppo sul suo aspetto, dimenticandomi che probabilmente gli avrei dovuto rispondere.

Solo in quel momento, quando incrocio quello sguardo serio e in attesa di una qualche risposta, mi accorgo di essermi soffermata un po' troppo sul suo aspetto, dimenticandomi che probabilmente gli avrei dovuto rispondere.
​«Oh sì... In realtà è solo il mio secondo giorno al club, ma sono qui per rendermi utile, quindi...» dico con un enorme sorriso, forse anche troppo esteso per sembrare vero.

Lui però sembra non prendere bene quella mia disponibilità scherzosa e amichevole, perché mi lancia un occhiata sospetta, per poi rimproverami.
«Non è uno scherzo salvare tutte queste piante. Non sai chi è il responsabile del club?» mi domanda.
Lo guardò un po' stralunata, come se mi avesse appena chiesto di calcolare una complicata equazione di secondo grado.
«Sinceramente... Pensavo fossi tu...» rispondo, continuando a fissarlo come fosse un alieno.

Lui sospira e il suo sguardo sembra addolcirsi un po'.
«Scusa, è che sono un po' arrabbiato! Mi chiamo Jade, frequento un liceo professionale di botanica.» dice infilando la zappa nel terreno e poi togliendosi il guanto destro con l'altra mano, in modo da poter stringere la mia.
​Anche il mio sorriso si fa più sincero e ricambio il saluto.

«Piacere Vanille. Quindi non sei del Dolce Amoris.» ne deduco, mentre la mia teoria di prima, sul fatto che solo gli studenti maschi, belli e aitanti vengono accettati in questa scuola, s'incrina di nuovo un po'.
​«No, ogni tanto vengo qui a lavorare. Sai, per portare del terriccio o del fertilizzante e mi prendo cura del terreno per gli allievi del club di giardinaggio.» risponde tranquillamente lui, indicando alle sue spalle il lavoro che stava facendo prima che il mio arrivo lo interrompesse.

Il mio dolce CupcakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora