Part 2

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La biologia mi era sempre piaciuta come materia. Scoprire le parti del corpo, la struttura, il funzionamento, i tessuti, le cellule, le malattie.. Mi affascinava. Di malattie ce n'erano poche e c'era una cura per tutte. O quasi. L'unica cosa che non poteva essere curata era un'ala spezzata. A quella non c'era soluzione. Se un angelo o un demone nascesse con un'ala spezzata o mancante, sarebbe stato cosi per tutta la vita e ciò significava non poter volare. Ciò succedeva ad una persona su cento, ma non è detto che colpisca solo alla nascita. Un angelo e un demone possono anche spezzarsi un'ala, o addirittura entrambe, a causa di un incidente o altri avvenimenti gravi. Fortunatamente, nè a me nè a nessun mio parente o conoscente era mai successo e, nella mia scuola, non c'era nessuno con un'ala spezzata. Speravo di non vederlo mai, a dirla tutta. La lezione di biologia era una lezione mista, dato che tutti studiavamo sia la struttura demoniaca sia quella angelica. Nella mia stessa classe di biologia c'era anche Ashton, il migliore amico di Michael che, per mia fortuna, non faceva parte di quella classe. Non sarei rimasto sorpreso se fossi venuto a sapere che era stato cacciato anche da quel corso. Voleva per caso farsi bocciare anche la terza volta di seguito? A differenza sua, Ashton sembrava volersi impegnare nello studio, tant'è che sembrava molto attento durante le lezioni.

-Luke, Jonathan è nei guai- La voce di Cox, la mia mascotte, mi distrasse dalla spiegazione e mi costrinse ad abbassare lo sguardo sulla mia collana, caratterizzato da un ciondolo a forma di coccinella, appunto. Subito mi allarmai, consapevole che anche Michael era stato sicuramente già avvertito. Non potevo lasciarlo nelle sue mani e fallire di nuovo, dovevo portare quel ragazzo sulla retta via! Velocemente, alzai la mano, che venne subito notata dal professore, che mi diede il permesso di parlare.

-Il mio protetto ha un'emergenza e devo assolutamente aiutarlo. Posso andare?- Chiesi con gentilezza, facendo sorridere l'uomo davanti a me, che annuí. Sorrisi di rimando e, dopo essermi scusato ed aver raccattato le mie cose, uscii dall'aula. Eravamo autorizzati a saltare le lezioni se il nostro protetto aveva bisogno di noi ma ciò non stava a significare che tutti i professori potessero dare il permesso per farci uscire. Dovevo sbrigarmi. Concentrandomi, richiamai le ali ed esse, ben presto, spuntarono dalla schiena, distruggendo la maglia che indossavo. Senza pensarci due volte mi alzai in volo, scendendo sulla Terra alla ricerca del ragazzo.

-Silver Bridge- Mi suggerì Cox e, seguendo il suo consiglio, svoltai verso il luogo in questione. Dall'alto, vidi Jonathan seduto a terra, con il cappuccio della felpa alzato a coprirgli il viso ed una siringa fra le mani. Sgranai gli occhi quando riconobbi il liquido all'interno di essa e atterrai in fretta dietro un palazzo dalla parte opposta della strada, in modo da trasformarmi. Gettai lo zaino scolastico a terra e toccai due volte il ciondolo, richiamando la mia mascotte.

-Per la luce e per la verità, per la bontà e la saggezza, rinuncio alla mia forma angelica per diventare un terreno- Recitai la formula a memoria e, subito dopo, la mia coccinella sbucò fuori dalla collana, riducendo la mia aureola in un grande anello dorato. Lo afferrai con una mano, facendolo passare sopra la mia testa e per tutto il mio corpo, in modo da far scomparire le ali e cambiare i miei vestiti. Conclusa la trasformazione, Cox ritornò nella collana ed io afferrai nuovamente lo zaino, mettendolo in spalla. Pensai per qualche secondo a ciò che avrei potuto dirgli, prima di fiondarmi fuori dal mio nascondiglio.

-Hey! Stai bene?- Lo richiamai, avvicinando la strada con cautela per raggiungerlo. Jonathan alzò lo sguardo preoccupato e lo vidi nascondere la siringa nella tasca della felpa.

-Luke? Cosa ci fai qui?- La sua voce era roca, segno che aveva pianto. A confermarlo c'erano anche i suoi occhi rossi e le guance bagnate. In caso vi steste chiedendo come faccia a conoscermi.. Beh, ogni protetto conosceva il suo angelo e il suo demone custode solo che, quest'ultimi, essendosi presentati a lui in forma terrena, per lui erano dei semplici amici. Jonathan mi conosceva da due anni: per lui ero Luke Hemmings, diciottenne frequentante la scuola d'arte della città. Una volta chiese perfino il mio numero ma riuscii ad inventare una scusa per non darglielo. Non potevo mica dirgli 'Hey guarda il mio numero ha un prefisso che non esiste perché angelico!' No, assolutamente no.

Perfectly WrongWhere stories live. Discover now