14. Ary: Ma cosa dici?!

Beginne am Anfang
                                    

La prima serata fu veramente tranquilla e la pizza deliziosa.
Michela si offrì di aiutarci e fine cena e poi venne sequestrata da Rose ed Eloise.
Nick passò tutto il tempo ad evitare suo fratello, ma d'altronde per Eli c'era Tiara a tenerlo occupato con domande sull'elemento della terra.
Il Rubinetto era sparito da qualche parte, non che mi importasse, ma la sua assenza si faceva notare.
Annoiata, mi unii alla conversazione che stavano facendo le ragazze.
Michela stava dando loro qualche lezione di italiano.
«Quando un ragazzo è particolarmente attraente solitamente diciamo che è "figo"» stava istruendo Michela.
«Davvero? Pensavo che si dicesse "bollente" come da noi» commentò Eloise.
«Fantastico! Le tue lezioni sono molto più interessanti di quelle all'accademia!» squittì divertita Rose.
«E come si dice "imbecille"? Penso che mi tornerebbe utile insultare qualcuno nel modo giusto.» mi intromisi mettendomi accanto a lei.
«Oh! Credimi, gli italiani hanno una varietà di insulti ampissima. Forse è la lingua con più lessico offensivo al mondo.» scosse la testa lei.
«Uh! Che invidia!» esclamai.
«Però ditemi un po' di voi. È uno strano periodo per le vacanze. Non avete scuola?» chiese la ragazza.
«Siamo in vacanza studio.» disse immediatamente Eloise.
«È un opportunità che ci ha offerto la nostra scuola. Seguiremo alcuni corsi all'università.» spiegò Rose.
«Wow! Che fico!»
Poi guardò le ragazze e si guardò attorno.
«Ma... Quindi farete uno spettacolo qui?» chiese l'italiana con fare cospiratore.
«Spettacolo?» chiese Rose.
«Ma sì... Nathan si esibirà?» chiese senza riuscire a trattenere l'entusiasmo.
Alzai gli occhi al cielo.
Eloise e Rose risero.
«Non avevamo in programma niente, che io sappia. Non abbiamo nemmeno portato il materiale. E poi dipende tutto da Nathan. Non sappiamo se ha pensato a qualcosa.» disse Eloise.
«Pensavo che voi due foste le prime a saperlo.» commentò la ragazza delusa.
«Se vuoi posso mostrarti qualcosa ora.» commentò il ragazzo sbucando alle spalle di Michela e offrendole una piccola margherita.
«Cosa? Ora? Uno spettacolo solo per me?» chiese lei tutta emozionata.
«Non sarà niente di speciale, solo qualche trucchetto che attiri la tua attenzione.» disse il Rubinetto facendole l'occhiolino.
Mi sembrò quasi che Michela si sciogliesse davanti a lui.
«Volete assistere anche voi, ragazze?» chiese il Rubinetto mettendosi sul divano e avvicinando il tavolo di vetro.
Fece comparire delle carte dal nulla e iniziò a mischiarle.
Certe volte mi chiedevo perché si portasse sempre in giro tutta quella roba.
Mi ricordai che aeroporto era stato costretto a passare praticamente solo in boxer per via di tutti quei trucchi di magia nascosti nei vestiti. Era assurdo quanta roba avesse.
Il poliziotto che lo controllava era fin troppo sconvolto.
«Hai altro lì?» gli aveva chiesto esasperato quando gli avevano fatto togliere persino i pantaloni.
«Gioielli, sono di famiglia.» aveva risposto il Rubinetto senza nemmeno tentennare dal fatto di essere mezzo nudo di fronte ad un vasto pubblico.
«Tirali fuori e passa» aveva risposto il poliziotto con nervosismo indicando il detector.
«Questo non posso farlo. Ho un po' di pudore anche io, sa? E poi sarebbe contro al diritto al buon costume.» ebbe pure il coraggio di fare l'occhiolino al poliziotto totalmente scandalizzato.
Alcuni avevano riso alla sua battuta e alcuni erano rimasti scioccati.
Sta di fatto che dopo quella scenetta avevo desiderato ardentemente di non conoscerlo. Ma non ebbi via di scampo, poiché lui, dopo essersi rivestito, si era diretto proprio verso di me.
Il Rubinetto, in quel momento, fece mescolare le carte.
Non avevo niente da fare, così rimasi anche io a guardare.
«Ora scegline una.» sussurrò il Rubinetto.
Michela ne scelse una.
«Guardala e non dirmi che carta è. Poi appoggiala coperta sul tavolino, brava così» disse il Rubinetto con mezzo sorriso.
«Ora, mescola di nuovo il mazzo e poi dammelo.»
Michela eseguì, mescolando le carte per bene.
«Ora, sceglierò da questo mazzo dodici carte e sono certo che queste carte saranno dello stesso seme di quella che hai lasciato coperta.» disse il Rubinetto.
Lui aprì il mazzo a ventaglio, con le facce rivolta verso il basso.
Pescò velocemente dodici carte, in ordine apparentemente casuale. Poi richiuse il mazzo.
«Ora, volterò le carte una ad una, in ordine crescente, finché non arriverò alla tua carta.» disse il Rubinetto.
«Sei certo di aver scelto il seme giusto?» chiesi io dubbiosa.
«Ora lo scopriamo.» sorrise lui.
Iniziò a voltare le carte.
Il primo era un asso di cuori.
Michela sgranò gli occhi dallo stupore. Evidentemente aveva indovinato il seme.
Il Rubinetto voltò le carte uno ad uno, finché non arrivò al sei.
«La tua carta è il sette, non è così?» sussurrò lui.
«Come...» balbettò Michela.
Infatti voltando la carta di Michela, scoprimmo che il Rubinetto aveva ragione.
Io e lei ne rimanemmo stupite.
Anche il resto delle carte venne girato in ordine corretto ed erano tutti di cuore.
«Quindi sai fare anche trucchetti simili. Pensavo fossi tipo da trucco sfarzoso.» dissi.
«Queste sono le basi della magia. Se non si conoscono queste... Non potresti mai inventare qualcosa di nuovo.» spiegò il Rubinetto rimettendo a posto le carte.
«È stato fantastico! Non è che me lo potresti insegnare eh?» chiese Michela ammirata.
«Ci penserò su.» replicò il Rubinetto.
«Oh! Non vedo l'ora di dirlo ad Angelo!» esclamò Michela balzando in piedi.
«Purtroppo ora devo andare, ma possiamo vederci domani pomeriggio? Vi porto a fare un giro a Milano, è a mezz'ora di treno da qui.» propose la ragazza.
«A meno che non siate occupati.»
Io e gli altri ragazzi ci guardammo. Il giorno seguente avremmo dovuto passarlo a fare ricerche in modo da poter partire immediatamente per le Alpi.
Dovevamo decidere da che parte cominciare e pensare a dove sarebbe potuto essere Bit.
Ma prima che pensassi a tutto ciò, mi ritrovai a rispondere:«Sarebbe fantastico!»
I tre ragazzi mi guardarono.
«Insomma, domani staremo molto impegnati... Vedremo...» intervenne Eloise.
«Perfetto, se cambiate idea sono ad un campanello di distanza.» disse ottimista Michela.
Poi se ne andò dopo aver salutato gli altri.
«A quanto pare FireLiz pensi di essere veramente in vacanza.» commentò il Rubinetto divertito.
«Ma dai! Magari ricaviamo qualcosa uscendo con lei.» protestai.
«Ma certo! Poi potremmo essere così fortunati da incontrare Bit mentre andremo a zonzo per una città come Milano.» affermò il Rubinetto.
«Idiota.» sbuffai allontanandomi offesa.

Il giorno seguente passammo veramente la mattinata a fare ricerche.
Ci facemmo un profilo su dove andare e dove cercare in base alle informazioni forniteci dai ricognitori.
«Qui è dove è sparito l'ultimo ricognitore. Dovremmo iniziare da lì.» disse Nick bellissimo come sempre.
Ogni tanto mi perdevo a guardarlo e non capivo cosa avesse detto tutto il tempo.
«Quindi presumo sia morto.» commentò il Rubinetto a braccia incrociate.
«Non è detto. Se possiamo salvarlo sarebbe meglio...»
«Ma in questa zona non c'è niente.» commentò Eloise dopo una ricerca sul computer.
«Ci sono alcune abitazioni ed un hotel poco più a valle, alloggeremo lì.» spiegò Nick.
«Saranno comunque ore di cammino... Anzi, di scalata.» rabbrividì Rose.
«Sono cose che ci toccano fare. Comunque dovremmo uscire per comprare il necessario per eventuali notti all'esterno, come tende e sacchi a pelo.» disse Nick.
«Potremmo chiedere aiuto a Michela. Dopotutto ieri FireLiz ha accettato il suo invito senza consultare nessuno. Ci indicherà dove possiamo comprare, no?» affermò il Rubinetto.
Gli lanciai un'occhiataccia però non risposi.
«Preferirei non coinvolgere Popolani...» disse Nick.
«Ops, troppo tardi. Le ho già detto di passare.» esclamò Rose fingendo innocenza con il telefono alzato.
«Quando hai avuto il suo numero?» esclamai stupita.
«Faccio amicizia in fretta.» disse Rose facendo spallucce.
«Non è più vietato frequentare Popolani no?» aggiunse.
Scossi la testa.
Nick sospirò e sembrò trattenere il nervosismo.
In attesa dell'arrivo di Michela, preparammo il necessario per la partenza.
«Scusate, ma dov'è Eli?» chiese Tiara ad un tratto.
«È uscito a fare una passeggiata. Comunque sia ha solo il compito di ospitarci, non fa più parte della B.L.C., non è tenuto a sapere i dettagli della missione.» spiegò Nick intento a fare ricerche sul computer e ad appuntare alcune informazioni geologiche e meteorologiche.
A detta sua, Nick aveva dormito malissimo quella notte sull'altro divano letto e quando Nick dormiva male era molto scontroso. Insomma, più del solito.
«Senti, se vuoi ti posso massaggiare le spalle... Per rilassarti.» proposi.
Nick smise di preparare guardare curvo  il computer sul tavolino si voltò con un sopracciglio inarcato, facendomi arrossire.
«Come non detto.» affermai voltandomi per poi darmi della scema.
Forse sono stata fin troppo esplicita?
Gli sarò sembrata perversa? Una che pensa solo a toccarlo?
Molestatrice?
Oh mio Dio!  Perché gliel'ho proposto?
Spero che lo prenda come uno scherzo e...
«Mi servirebbe. Magari smetto di voler insultare chiunque mi parli.» disse Nick prima che mi allontanassi troppo.
Nick si buttò sul divano e chiuse gli occhi.
Mi misi dietro il divano e gli posai le mani sulle spalle.
Nick aveva le spalle larghe e premendo con i pollici e i palmi sui suoi muscoli, notai anche che erano parecchio tesi.
Le mie dita scorrevano sopra la maglietta a maniche lunghe di cotone blu e mi immaginai come sarebbe stato toccare direttamente la sua pelle. Volevo sapere che sensazione c'era a scorrere le mani su di lui e cercare tutti i legamenti dei suoi muscoli ben evidenti sotto pelle.
I suoi capelli scuri mi solleticavano i dorsi delle mani ed gli ero così vicina che avrei voluto infilare le dita tra quei capelli neri. Così scuri e setosi e dall'aria incredibilmente morbida.
«Ary?» chiese lui incerto.
Mi risvegliò dal mio stato di trance e mi fece accorgere che avevo il naso a pochi centimetri dalla sua nuca.
OH. MIO. DIO.
LO STO SNIFFANDO!
Ritirai le mani di scatto.
«Scusa! Cioè mi è sembrato che avessi cambiato shampoo, hai cambiato shampoo? Perché hai veramente un buon odore! Cioè, lo shampoo ha un buon odore, non tu!
Non che tu non ce l'abbia ma... Che shampoo usi? L'hai già detto?» balbettai agitata mentre lui si voltava a guardarmi.
Essere inchiodata da quegli occhi grigio-azzurri mi fece arrossire ancora di più.
Non sapevo se era il mio solito rossore accaldato o questa volta c'entrava anche l'imbarazzo.
«È quello di Eli.» disse.
«Cosa?» chiesi.
«Lo shampoo. Ieri sera ho usato quello di Eli, dato che quello che mi sono portato dietro l'hanno sequestrato all'aeroporto.» disse.
«Oh! Ottimo! Emh, sì, ottima scelta. Spero tu stia meglio perché devo andarmi a preparare per uscire.» dissi in fretta prima di allontanarmi da lui.

Angolo Autrice

Per motivi di lunghezza ho tagliato il capitolo in due parti, ergo, il prossimo capitolo sarà dal POV di Ary, ancora.
Scusate l'assenza ma non è periodo 😭

Comunque sia... Ecco a voi Michela Serafino! Spero che questa ragazza vi piaccia!
Prima impressione? Buona o cattiva?

Elements: RimastaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt