Il mio stomaco si contorce, come ogni volta in cui poniamo l'attenzione su quello che siamo, o su quello che sentiamo.

"Se vuoi farmi incontrare tua mamma, devi decidere prima tu se presentarmi come amica o come la tua ragazza".


Rispondimi adesso, Dybala. Non far fare a me le cose difficili.


Alza gli occhi al cielo, come ogni volta in cui non rispondo direttamente alle sue domande dirette.

Poi annuisce e risponde per me, dando un altro colpo di grazia al mio stomaco già provato.


"Sei la mia ragazza".


***


Una volta a casa di Paulo, avviso mia madre del mio rientro e raggiungo la camera da letto per spogliarmi.

A differenza della prima volta, adesso Paulo mi aveva mostrato tutte le stanze del suo appartamento e gli scompartimenti della cucina, nel caso mi fosse servito qualcosa e lui non era in casa.

"E questo è il bagno nella stanza", dice infine, una volta superato una sorta di corridoio nella sua camera, che faceva da cabina armadio, e raggiungendo una porta in fondo.

Un bellissimo bagno con mobili bianchi e baege si presentava ai miei occhi, illuminato da tanti faretti fissati al soffitto in più zone della stanza, e con una finestra che occupava metà di una parete, sotto la quale c'era una bellissima vasca da bagno, in cui già sognavo di immergermi, e il prima possibile.

"Fai tutto quello che serve, e se mi chiedi di fare un bagno, ti dico di sì... ma solo se lo fai con me" aggiunge poi, sorridendo con una dolce malizia.

Abbasso lo sguardo, arrossendo di colpo, per poi pentirmene subito.

"Sto scherzando. Non lo faremo, se non vuoi"

Ma di cosa stiamo parlando.


Sono la sua ragazza, cazzo.



Alzo lo sguardo, posando gli occhi su di lui, che nel frattempo, si fa serio e mi fissa intensamente le iridi scure.

Porto gli occhi sulla sua bocca serrata, per poi allontanarmi lentamente a raggiungere la vasca.

Mi piego piano, aprendo il rubinetto dalla parte dell'acqua calda e chiedendo dove si trovino i saponi.

Un sorriso divertito gli riempie il volto, e mi asseconda, all'istante.

Raggiunge un mobile al fianco della vasca, sfiorandomi lievemente nel momento in cui prende da quest'ultimo un paio di bagnoschiuma e delle spugne nuove.

"Allora, cosa vuoi fare?" mi chiede poi in un sussurro, vicino, fin troppo vicino, alle mie labbra, che continua a fissare.

"Io - arranco, cominciando a sbottonarmi la camicia, e poi slacciando gli stivali e i pantaloni - credo proprio che farò un bagno" continuo, per poi, una volta in intimo, fare un passo verso di lui, poggiando le braccia sulle sue spalle.

"Tu, cosa vuoi fare?" chiedo, una volta di fronte a lui, fissandolo negli occhi e mordendomi leggermente il labbro inferiore.

"Tu cosa vuoi fare" ripete, con un cenno del capo e sfidando la mia espressione seria.

Más que nunca - Paulo DybalaWhere stories live. Discover now