"Holly, come mai già sveglia?" domandò Andrew
"Devo bere e poi devo andare a casa, il telefono mi è morto e i miei genitori si preoccupano se non mi vedono quando si svegliano" esclamai versando in un bicchiere l'acqua che mi aveva passato Lincoln dal frigo
"Sono le 6 del mattino, fuori è ancora un po' buio e non credo che tu stia poi tanto bene, sei pallida" osservò Cody
"C'è il fidanzato di mia sorella qui fuori che mi sta aspettando, mi accompagna lui sta tranquillo" finsi un sorriso e loro annuirono

Lanciai un occhiata a Dylan che non mi guardò e mi avviai verso la porta. Chiamai Marcus che mi rispose al terzo squillo.
"Hol?" domandò confuso
"Puoi venirmi a prendere? Ti mando la posizione" Domandai "per favore" sussurrai poi
"Ok, sto arrivando" affermò velocemente e staccò
Mandai la posizione a Marcus e dopo nemmeno 20 minuti era già fuori casa di Lincoln.
"Hey" mi sorrise lentamente rimettendo in moto "dove ti porto" domandò guardando dritto la strada
"Ovunque tranne che a casa" affermai sistemandomi meglio sul sedile per poi fissare fuori dal finestrino le luci della città che si stava svegliando piano piano

Sapevo che mi avrebbe portato qui, mi ci portava sempre quando mi vedeva giù di corda, lui adorava questo posto. Le luci delle navi, il suono della sirena, i marinai che erano pronti a salpare e la luce del faro che veniva spenta. Era quasi deserto e in giro c'erano pochi operai. Era qui che io e Dylan ci eravamo baciati. Mi avvicinai alla fine del marciapiede osservando l'orizzonte accompagnato dall'alba che stava crescendo sempre di più colorando ogni cosa con i suoi colori vivaci e caldi. Marcus era appoggiato alla sua auto fermo con le mani in tasca ad osservare tutto come me.

Non so cosa mi passasse per la testa, vorrei spegnere tutto e andare via. Tutto questo mi sembrava un fottuto incubo, mi sentivo strana, come se tutto dentro di me si fosse fermato, come se la gioia e la positività fossero sparite lasciando spazio ad angoscia e una forte tristezza. Avevo passato giorni ad immaginare cosa fosse successo a quella ragazza, mi ero posta talmente tante di quelle domande che la testa mi scoppiava sempre, eppure ora non ero tanto sicura che aver saputo la verità fosse stato un bene.
Mi sentivo diversa, forse d'ora in poi lo sarei stata nei confronti di Dylan e di Brad, e credo anche di tutti i ragazzi che mi circondavano in questo periodo.

Mi strinsi nella mia felpa lasciando che quella brezza mi cullasse lentamente, io non volevo tutto questo, Lucas aveva già perso la sua migliore amica, come reagirà quando andrò via io? Perchè si, io andrò via, basta illudersi, basta reggere il gioco alla mia famiglia, se loro vogliono credere che possa guarire fatti loro, io ero realista, anche se la realtà faceva così dannatamente male.

Dal giorno della festa non vidi più nessuno, passai le giornate chiusa in casa a guardare la tv, giocavo un po' con Jay per poi andare in camera mia e chiudere i rapporti con il mondo, mi andava voglia di fare così. Passavano i giorni e io non ricevevo neanche un suo messaggio, neanche l'ombra di Dylan e degli altri, beh forse sarebbe sbagliato nominare gli altri. Cody mi mandava messaggi ogni giorno e mi chiedeva come stavo, Blaire mi chiama di tanto in tanto e ieri mentre mi raccontava dell'uscita con Lincoln sentivo quest'ultimo salutarmi in sottofondo. Anche Lucas mi evitava, ci eravamo sentiti poco e non ci eravamo visti neanche una volta. Ultimamente ero andata a trovare Michael spesso, andavo anche due volte al giorno, mi faceva sentire meno oppressa andare da lui e parlare, o anche solo stare in silenzio.

"Che hai? Sono giorni che sei strana, e anche i miei figli sinceramente, credevo che erano giù di corda perchè Edward è tornato in Italia, ma ora capisco che non è così" disse serio
"Mi sento come se stessi affogando, come se stessi per toccare il fondo dell'oceano e nessuno, nessuno può salvarmi, nessuno che mi porge una mano o che mi lancia una corda, è in questi momenti che si capisce quanto si è soli al mondo" sussurrai lasciando che i pensieri mi uscissero senza problemi e ripensamenti
"Bisogna ritoccare il fondo per poter risalire" affermò cercando il mio sguardo
"Sono troppo in fondo per poter risalire in tempo" mormorai torturandomi le mani
"Forse non è tardi, forse sei tu che non vuoi" esclamò concludendo la seduta

Il natale l'avevo passato in famiglia come ogni anno, la solita palla insomma. Jamiee aveva invitato Marcus e Jay invitò Vanessa, la sua 'amica', si certo fratellino, e chi ci crede.
Oggi era il 26 Dicembre, erano passati 5 giorni dalla festa da Lincoln. È proprio vero che quando smetti di contarli i giorni iniziano a volare. Ora mi trovavo in aeroporto con la mia famiglia, ero pronta a partire finalmente!!
Marcus e papà stavano pensando ai miei bagagli mentre Jay mi stava attaccato da questa mattina, come ogni anno Jamiee e mamma piansero, non avevano mai approvato questo mio modo di pensare, odiavano non avere mie notizie per così tanto tempo, perchè quando arrivavo da mio nonno ogni anno interrompevo la connessione con tutti.

"Almeno avvisa quando arrivi" sorrise mamma tirando su con il naso "metti tutti i cappotti che hai, lì fa freddo e ricorda di prendere le medicine, se hai problemi chiama e di al nonno che devi mangiare vitamine e ferro, è importante che ti nutri anche di grassi, la tua alimentazione è importante data la cura che segui" parlò senza sosta
"Hannah, va a trovare suo nonno non in guerra" la rimproverò mio padre che ci raggiunse
Abbracciai il mio papà forte e restò sorpreso ma ricambiò lasciandomi un bacio sulla guancia per poi accarezzarmi i capelli. Salutai gli altri e lasciai Marcus per ultimo.
"Cerca di tornare sana e salva" sorrise abbracciandomi
"Ci proverò" annuii
Quando la voce degli autoparlanti annunciò il mio volo andai verso i controlli, e dopo averli superati senza problemi salii sull'aereo che decollò dopo poco. Capitai accanto ad un ragazzo che indossava una felpa con sopra il logo della squadra dei Boston Celtics, sorrisi nel vedere lo stemma che mio padre aveva portato sul petto per tanti di quegli anni. Dormii tutte e tre ore di volo, se non era per il ragazzo al mio fianco che mi svegliò gentilmente appena arrivammo credo che sarei rimasta a dormire ancora per molto.

Quando finalmente scesi da quell'aereo recuperai le valigie e raggiunsi l'uscita, conoscevo bene quest'aeroporto, quindi non correvo il rischio di perdermi.
Appena uscii sentii il freddo colpirmi, l'aria fresca mi invase le narici e presi un bel respiro di sollievo mentre ammiravo la neve candida che ricopriva ogni singola parte di quelle stradine.
"Olivia" sentii chiamarmi alle mie spalle e quando mi voltai vidi mio nonno fermo davanti la sua range rover nera che mi sorrideva con le braccia aperte
"Nonno" gridai correndogli incontro per poi abbracciarlo
"Ecco la mia nipotina preferita" rise

Caricammo le valigie in macchina per poi partire verso le strade bianche. Ho sempre amato questa cittadina, solo una volta mi era capitato di vederla senza neve, e conservava sempre quella magia che la rendeva accogliente e piacevole. Tante lampadine messe in fila ricoprivano la città con vari addobbi, come pupazzi di babbo natale attaccati alle finestre, luci a led, alberi di natale, renne finte e tanto altro. Ci saranno circa 2000 abitanti, c'era il 'paese', come lo chiamava nonno, e poi su per le colline vari alberghi con piste da scii e tante attrazioni per turisti.

"Allora, cosa mi racconti?" sorrise e io poggiai i piedi sul cruscotto guadagnandomi una semplice occhiataccia da parte sua
"Adoro l'atmosfera natalizia di questo posto" mi rilassai sul sedile
"Ho un super programma per questi giorni" sorrise lui perfidamente
"Sono in vacanza nonno" gli ricordai 
"Per questo ti divertirai da pazzi, puoi dare una mano all'albergo, ci sono così tante cose che devi provare poi, quest'anno abbiamo messo anche il bunging jumping, ci sono le piste da scii nuove e hanno aggiunto un sacco di negozi nuovi in città, devi provare tutto, compresi i miei biscotti di natale, scommetto la testa che non hai mai mangiato nulla di più buono" si leccò i baffi sorridendo
"Ma li mangio ogni anno quando vengo qui" gli ricordai ridendo
"Quest'anno sono diversi" rise
"Anche quest'anno ci saranno i bambini?" domandai
"Ovvio, abbiamo già preparato quasi tutti i cesti dei regali, a natale non li abbiamo dati perchè non sono potuti venire ma verrannò a trovarci dopo la festa di capodanno" sorrise mentre imboccava la strada per la montagna
"Spero di essere ancora qui quando verranno" ammisi

Arrivammo all'albergo e subito i ragazzi che lavoravano lì presero i miei bagagli per portarli in camera mentre una ragazza mi aprì la portiera.
"Grazie" sorrisi
Aspettai nonno che diede l'auto al ragazzo che l'avrebbe dovuta parcheggiare, ero ferma sotto il portone principale e afferrai il telefono dalla tasca non appena squillò.
Lessi il nome di mia madre e sbuffai mentre staccai per poi spegnere definitivamente il cellulare.
"Hol" sorrise nonno che era al mio fianco
"Si?" Domandai guardandolo
Si avvicinò e mi poggiò una mano sulla schiena per poi baciarmi la fronte
"Stacca tutto piccola, ti meriti una pausa" esclamò sorridendo per poi entrare per primo

Mi meritavo una pausa dopotutto.

In Another LifeWhere stories live. Discover now