11. Nathan: Partiamo male

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«Ecco come sono i fatti. I russi hanno sviluppato un modo diverso di usare l'Element. Mentre la nostra Operazione consiste nel rendere il nostro potere permanente e usufruibile grazie al nostro equilibrio mentale e fisico, la S.S.U. si basa unicamente sullo sfruttare l'Element come un accessorio magico.» ci disse Arianne quella stessa sera nella Sala Grande.
A quanto pare aveva fatto amicizia con il ragazzo cicciotto che le aveva raccontato tutto.
«Vedete, noi possiamo utilizzare solo un elemento, in quanto la quantità di Elements presente in noi è minima. Una quantità maggiore la nostra mente non riuscirebbe ad assorbirla.» continuò.
«Questo lo sappiamo. Ce lo insegnano a lezione.» commentò Tiara.
«Sì, ma loro non hanno questo problema, quindi possono utilizzare l'Element quanto vogliono.» disse Arianne emozionata.
«Cioè, in realtà hanno dei limiti. Lo stato dell'Element è instabile, per questo ha meno influenza sulla loro mente e il cubo in cui l'hanno rinchiuso è protettivo, in modo che non possa comprometterli.» disse Arianne.
«Quindi hanno tutti i poteri di Susan Blackwood?» chiese Alan con orrore.
«Per niente. La forza dell'attacco è ovviamente maggiore alla nostra, grazie all'Element, però non essendo allo stato naturale e essendo i poteri trattenuti dal "cubo", non sono potenti quanto la Blackwood. Inoltre possono utilizzare tutti due elementi, in base al loro segno e ascendente.»
«Se perdessero la collana con l'Element i poteri svanirebbero?» chiese Tiara.
«Sì. Però non hanno il permesso di tenerlo tutto il tempo, considerando che con il tempo ha degli effetti negativi sulla loro mente. Si fanno chiamare "Portatori", in traduzione americana, appunto portatori di Element.»
«Preferisco essere Imperium. Fa più figo.» commentò Albert.
«La collana a cui era appeso l'Element della Blackwood era stato rubato a loro. Era tecnologia di loro invenzione. Aveva aiutato a farla impazzire più lentamente, dicono.» aggiunse Arianne.
«Sta di fatto che è impazzita ugualmente, che informazione inutile.» commentai.
«Che altro c'è?» si informò Twain.
«Ad una certa età non possono più portarlo. Più crescono più il tempo a disposizione per usare l'Element si riduce.» disse Ary buttandosi sul divano affiancando Twain.
«Doppio dei nostri poteri ma a tempo dimezzato, in pratica.» commentò Tiara.
«Hanno anche il doppio delle seccature. Considerate che noi i Geminus li abbiamo a tempo pieno e non pazzi siamo decisamente migliori.» dissi sorridendo divertito. «Giusto, Twain?»
Il ragazzo non mi guardò nemmeno e si astenne dal commentare.
«Preferisco una precisione chirurgica come la nostra che tutto quella potenza.» affermò Eloise esaminandosi le unghie.
«Oh, come siete noiosi. Considerate che loro non hanno bisogno di allenarsi tutti i giorni» commentò Ian annoiato.
«A me piace allenarmi» disse Tiara.
«Ma anche a me! Siamo proprio fatti l'uno per l'altra, Tiara.» cambiò subito atteggiamento Ian.
I gemelli si guardarono a vicenda e scossero la testa.
«Come hai detto che si chiamano, FireLiz?» chiesi.
«Emh... Lui si chiama Lev...» disse stampandosi un sorrisetto nervoso sul volto.
Non ricordava i loro nomi dopo aver passato tutto quel tempo con loro. Era assurdo.
«Lei si chiama Rozana Vorobyov e lui Liev Pavlov» intervenne Abby che poi sorrise fiera vittoriosa ad Ary, la quale inarcò un sopracciglio confusa.
Stava pensando di fare a gara con Ary per il mio cuore?
«Ma perché li lasciamo entrare e scorrazzare liberi alla Base? Insomma, non mi sembra intelligente. Potrebbero attaccare dall'interno.» affermò Rose mentre finiva di intrecciare i capelli ad Eloise.
«Un po' di fiducia, Rose.» commentò Twain.
Rose storse il naso.
«Difficile farlo dato che la prima cosa che hanno chiesto oggi è stato un duello.» replicò.
La ragazza non aveva tutti i torti.
Se non fossi intervenuto io chissà cosa avrebbe fatto ad Ary.
«Tranquilla Rose. So che non dovremo parlarne ma la missione che hanno assegnato alla mia squadra è proprio quello di tenere sotto controllo qualsiasi loro mossa.» spiegò Ian.
«Ah, vero che voi non partite con noi!» esclamò Tiara.
«Lo so che ti mancherò, mia cara. Ma non essere triste.» disse Ian teatrale riavviandosi i corti capelli castano scuro.
«No, per niente.» replicò la ragazza roteando gli occhi azzurri.
Ian era un ragazzo alto e dalle spalle larghe. Aveva già diciannove anni e anche il fisico era quello di un uomo maturo con grossi bicipiti e spalle parecchio larghe, però si comportava spesso come un dodicenne idiota. Della serie, tutto muscoli e senza cervello.
Però andava detto che aveva una certa carisma che gli permetteva di guidare la sua squadra come un vero leader.
Solo che Tiara vedeva solo la parte idiota di lui. Quasi mi dispiaceva.
«Finiamola qui, è tardi. Domani abbiamo lezione.» commentò Twain alzandosi in piedi e stirandosi.
«Concordo.» affermò Ary.
In un batter d'occhio la Sala Grande venne svuotata e solo io rimasi indietro, seduto dov'era a fissare il camino davanti a me.
«Non vai a dormire?» mi chiese Abby.
Pensavo se ne fosse andata.
«Adesso vado.» dissi mettendomi in piedi ma sempre fissando il fuoco crepitante.

Il mattino seguente, Seth Frost ci caricò tutti quanti, i due russi compresi, su un minibus e guidò fino in centro Philadelphia. Ci aveva scaricati nei pressi di un bosco e caricati di un fucile a vernice ciascuno.
«Dividetevi in due squadre. Voi due della S.S.U. verrete separati. C'è solo una regola in questa partita di paintball. È vietato utilizzare i poteri.» ci disse sbrigativo.
«E ora. Giocate fino alla morte.» affermò serio.
Era quasi comico. Peccato che fossi l'unico a pensarlo, dato che altri sembravano terrorizzati da lui.
Mi misi la visiera arancione e mi voltai per controllare in che squadra fosse Ary.
Però gli altri avevano già deciso.
Si trattava della squadra mia, con l'acquisizione della bionda alta, di Abby e Ian contro la squadra di Twain con l'aggiunta dei gemelli e del russo cicciotto.
Avevano fatto più in fretta di quanto mi aspettassi.
Paintball era un gioco perfetto per le simulazioni di guerra. Così quando tutto ci fummo appostati iniziammo ad elaborare la strategia.
Lo scopo era di eliminare tutti i membri della squadra avversaria, imbrattandogli con la nostra vernice gialla.
«Twain è il capo. È il primo che va eliminato.» dissi immediatamente.
«I gemelli vanno separati. Una volta fatto sarà facile prenderli uno alla volta.» aggiunse Ian.
«Liev è lento.» disse semplicemente la russa.
«A Tiara pensiamo noi.» disse Eloise riferendosi a lei e Rose.
«Bene. Io andrò ad occuparmi di Twain e mi porto dietro Miss Vorobyov. Se nel frattempo troviamo anche il suo amico Liev, lo staniamo.
Rose ed Eloise si occuperanno di Tiara, stessa cosa riguardo Liev.
Ian si occuperà dei gemelli e Abby gli farà da supporto.
Nel frattempo tenete tutti gli occhi ben aperti, soprattutto da Arianne. Però non attaccatela se ve la trovate davanti, focalizzatevi sul vostro obbiettivo. Quando avrete terminato il vostro compito cercatela, la attaccheremo tutti insieme. Se nel frattempo gli altri avranno perso la propria battaglia, i restanti si riuniscano per affrontare l'avversario. Ricordate che è importante non essere in inferiorità numerica, tutto chiaro?» istruii.
Ian alzò la mano.
«Dimmi.»
«Chi ti ha nominato capo?» chiese.
«Voi avete voluto dividervi così. Mi pare ovvio che sia io il capo. Ora sparpagliatevi e cercate il vostro bersaglio.» ordinai senza tanti preamboli.
Era divertente dare ordini.
Dissi a Rozana di tenere il mio passo e stranamente lei non protestò.
La credevo con un temperamento più focoso dopo quello che era successo nel duello contro Ary.
Inoltre, credevo anche che fosse arrabbiata con me per averle interrotte. Eppure non era così.
La ragazza era alta e aveva le gambe lunghe. Ciò le permetteva di tenere il mio passo in poche falcate. Il problema stava nel fatto che aveva un passo pesante e sgraziato. Faceva troppo rumore.
Twain si sarebbe sicuramente accorto della nostra presenza in questo modo.
«Sai arrampicati sugli alberi?» le chiesi fermandola.
«Che dici? Ovvio che no!» esclamò manco le avessi chiesto di baciarmi i piedi.
Appoggiai la mano all'albero accanto e feci comparire una scalinata di ghiaccio fino all'ultimo ramo.
«Salici. E spara a vista.» le ordinai.
Ancora una volta, lei non disse niente ed eseguì senza chiedere alcun perché.
Dopodiché mi voltai e andai alla ricerca di Twain.
Mi diressi al loro punto di partenza.
Sicuramente non erano rimasti lì fermi ad aspettare che ci presentassimo. Però potevo capire dove fossero andati seguendo i loro residui. Una delle cose insegnate da Seth Frost era proprio la caccia.
Così mi misi a sondare il terreno e cercai di capire dove fossero andati, ma qualcosa non tornava.
A me risultava che fossero andati poco lontani.
«Ma loro sono...»
«Qui?» sussurrò una voce melliflua con la canna del fucile puntato alla mia testa.
Alzai le mani in segno di resa.

Angolo Autrice

Inizio sempre gli angoli autrici con le scuse hahaha però davvero, scusatemi per il ritardo. Avevo intenzione di accompagnare il capitolo con un disegno, solo che non sono riuscita a finirlo perché è molto più complesso di quanto mi fossi aspettata.
Ora, il capitolo è dal POV di Nate, non vi aspettate una costanza di capitoli in ordine tutto uguale, sceglierò il POV da chi mi sembra più adatto in quel momento, è più facile così.
Detto questo... Nel prossimo capitolo partiranno e incontrerete una vecchia conoscenza. POV? Nick.

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