Capitolo 18

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POV's Elisa
-Amo'!- sentì gridare dalla stanza adiacente
-Che c'è rockstar?- lo raggiunsi ridendo
-Che me porto n'valigia?- Era così dolce, sembrava un bambino che si preparava per andare in un parco giochi. Mi soffermai sul tatuaggio sul suo bacino... forse per un po' troppo perché comparve un sorriso sornione sul suo viso
-Me voi dì che già te manco Piccolì- disse mordendosi il labbro inferiore. Si avvicinò lentamente a me, come un predatore con la sua preda. Posó le sue mani sui miei fianchi e fece aderire i nostri bacini. Gli allacciai le braccia al collo giocherellando con i suoi capelli selvaggi. Ci baciammo ma ormai conoscevo fin troppo bene Dam e sapevo dove voleva arrivare.
Mi staccai dal bacio posando le mie mani sul suo petto nudo
-Dam adesso arrivano gli artri, tu te devi preparà e anch'io- dissi sorridente a pochi centimetri dalle sue labbra. Lui mugugnó fiondandosi sul mio collo e lasciandomi una scia di baci bollenti
-Dam dai! Dovemo annà, poi perdi er treno e addio Xfactor, daje!- dissi ridendo lui sbuffó e iniziò a preparare la valigia. Io mi appoggiai allo stipite della porta osservando la scena... Io con addosso una maglia enorme di Dam e uno chignon spettinato, struccata e scalza, mentre fisso un ragazzo con addosso solo i pantaloni che gira per la camera per trovare una camicia e di cui sono perdutamente innamorata. Mi sento bene, mi sento quasi una moglie con suo marito. Mai me lo sarei immaginata.
Mi svegliai dai miei pensieri sentendo imprecare Damiano per aver sbattuto il mignolo del piede contro la scrivania
Soffocai una risata.
-Rockstar?-
-Mh?- grugnì
-Mi mancherai- dissi cercando di controllare la mia voce spezzata. Tutto inutile. Damiano se ne accorse e mi venne incontro prendendomi la testa tra le sue mani
-Piccolì lo sai che c'è posto solo pe te dentro sto core malato, vero?- abbassai lo sguardo
-Me mancherai anche tu... troppo- mi asciugò le lacrime con i pollici per poi baciarmi la fronte e stringermi tra le sue braccia. Restammo per un po' così abbracciati: io con la testa appoggiata al suo petto cercando di marchiare nel mio cervello il suo profumo, e lui che mi stringeva quasi a volermi inglobare e appoggiando il suo mento sopra la mia testa.
-Ho paura Dam- dissi tutto d'un fiato -Paura de nun esse abbastanza pe te... paura che tu possa trovarne una migliore di me-
-Piccolì io nun vojo una mijore de te... io vojo te e basta- disse sorridendomi dolce
-Dam Io...- venni interrotta dalla voce squillante di Victoria che ci minacciava di muoverci. Lei che era sempre la ritardataria, scandiva il tempo per tutti quanti.
Prendemmo le borse e salimmo in macchina, Damiano doveva guidare quindi non abbiamo parlato per tutto il viaggio. Ogni tanto lo guardavo: i suoi lineamenti marcati e i suoi occhi profondi mi stregavano ogni giorno di più... Come avrei fatto senza di lui! Proprio in sto periodo dove nessuno calcola i miei testi... ma è giusto così. Appoggeró sempre Damiano nell'inseguire i suoi sogni anche se io ci rimetterò...
I miei pensieri vennero interrotti nuovamente da un 'siamo arrivati' da parte di Ethan...
Stazione Termini
"Ti prego Rockstar non partire!"

CONTINUA...

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