Capitolo 8

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POV's Damiano
Avevo intenzione di portare Elisa in un posto davvero suggestivo.... È il mio posto speciale. Lo so sembra una cosa da ragazzina depressa ma lì ho scritto le prime canzoni e adoro quel posto seriamente. Comunque ci volevo portare la mia Piccolì.
Mi preparai e andai a scuola.
Elisa era appoggiata a una delle colonne dell'ingresso con le cuffiette nelle orecchie, teneva un foglio nella mano desta e una sigaretta nella sinistra.
-Ei!- gridai e di scatto rimise nello zaino lo strano foglio
-Ei- disse lei sfoggiando un sorriso
-Oggi hai lezioni importanti?-
-Nessuna lezione è importante. Sono tutte sbattimenti di coglioni- disse scoppiando a ridere
-Bene quindi ora vieni con me- dissi per poi aprirle la portiera dell'auto e facendo un piccolo inchino. Lei sorrise e intanto scosse il capo, per poi salire in macchina.
Intanto alla radio partì Bliss dei Muse
Accostai e scesi dall'auto e anche Elisa lo fece
-Dove siamo Dam?-
-In un posto speciale-
-Ma quanto era lontano questo posto speciale, cazzo sta già tramontando er sole!-
Era una piccola terrazza nel nulla che dava sulla cittá di Roma. Vidi i suoi occhi brillare alla vista di quello spettacolo. E anche io per la prima volta avevo uno spettacolo da guardare ed era a 2 centimetri da me e sorrideva persa nella mia città.
-Perché mi hai portato qui?- chiese lei senza distogliere lo sguardo dal panorama
-Perché mi piace questo posto...-
-È molto bello-
Mi avvicinai di più a lei e le sollevai il mento con 2 dita
-Hai ragione- dissi fissandola e la vidi arrossire.
"Cazzo quelle labbra così piccole ma custodi del suo magnifico sorriso, mi ci fionderei a baciarle. E poi i suoi occhi così potenti che i miei fanno fatica a mantenere il contatto"
Le cinsi i fianchi con le mie mani e un brivido le percorse la schiena.
La tirai verso il mio bacino e lei mi allacciò le braccia al collo regalandomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi
-Ma che m'hai fatto Piccolì...- le sorrisi e mi avvicinai alle sue labbra...
La baciai.
Fu un bacio diverso da tutti quelli che avevo dato in precedenza. Mi aveva trasmesso qualcosa di forte. Il nostro bacio era molto passionale uno di quelli che ti fa sentire al centro del mondo, uno di quelli che racchiude mille parole, uno di quelli che rendono fragile anche l'uomo più inarrestabile del mondo. E lei era il mio mondo.
Restammo lì ancora un po'
-Da quanto non ti fermavi a guardare le stelle e la luna?- chiesi fissando il cielo
-Da tanto...- disse stringendosi le gambe al petto
-Hai freddo?- le chiesi e lei annuì
Mi tolsi la giacca e gliela misi sulle spalle. Lei mi ringraziò con un sorriso e si accoccolò contro la mia spalla, appoggiando la sua testa nell'incavo tra la spalla e il mio collo.
-Dam- disse lei dal nulla
-Dimmi-
-Perchè me?- mi chiese con aria malinconica
-Perchè è la tua voce che mi tranquillizza. È il tuo modo di parlare, iltuo modo di chiamarmi, quel nomignolo che mi riservi. È che sei tu. E quando si tratta di te, io non so che mi succede. Per quanto io cerchi di trattenermi, se si tratta di te, io sono felice.-
-Dam...- mi guardò -mi piaci anche tu-

CONTINUA...

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