Capitolo 15

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POV's Elisa
I dottori mi avevano detto che potevano dimettermi e che non avrei dovuto bere o fumare troppo. Quella stessa sera ci sarebbe stata la festa dei 18 anni di Damiano quindi non potevo non andarci ma mi sarei contenuta. Come il solito Giuditta aveva già tutto pronto e mi aveva prestato un suo vestito dorato e dei tacchi alti neri.
-Abbella annamo che se' fatta na certa-disse ridendo Giuditta
-Si sono pronta-
Uscimmo di casa e ci avviammo nel locale preferito di dam. C'era un casino di gente e io mi sentivo un po' a disagio dopo la scenata che avevo fatto davanti a tutti, finchè non intravidi una giacca stravagante.
-Ciao Damià- lo chiamò Giuditta
-Ciao Giud.... wow Piccolì- disse e io diventai rossa come un peperone -Usciamo dai- mi fece cenno e io salutai la mia amica per uscire
-Sei davvero bellissima stasera, puoi fare invidia alla stella più luminosa- disse accendendosi una sigaretta
-Scusa ma non sono riuscita a trovarti un regalo- dissi abbassando lo sguardo
-Piccolì ma che stai a scherzà?! Sei tu il miglior regalo che potessi avere- mi sorrise uno di quei sorrisi dolci e calmanti, come una dose di anestesia. Lo abbracciai, mi era mancato davvero tanto.
-Piccolì te posso portà in un posto?- mi chiese
-Si, ma la tua festa?- dissi indicando il locale
-Sono talmente brilli che non si accorgeranno della mia assenza- scoppiammo a ridere entrambi per poi salire in macchina
Dopo quasi un'ora di viaggio arrivammo in un posto che conoscevo abbastanza bene.
-La terrazza- sussurrai mentre ero completamente incantata
-Sai Piccolì mi piace questo posto, ma con te è tutto più bello- disse con un grande sorriso
-Eddai lo fai solo per farmi sentire in imbarazzo- scoppiai a ridere tirandogli un pugno sulla spalla
-Io? Come potrei?- disse con aria da nobile ferito
-Ma smettila- dissi ridendo e appoggiandomi sulla sua spalla.
Restammo in quella posizione per un po' finché lui non disse
-Sai Piccolì, per un momento ho avuto seriamente paura di perder...-
-Zitto- lo fermai - è tutto passato, ora godiamoci questo Måneskin-
-Questo cosa?- chiese stupefatto Damiano
-Måneskin, vuol dire chiaro di luna in danese- dissi ridacchiando
-Lo sai, assomigli alla luna. Non pretende attenzioni, cosí calma, circondata da infinite stelle luccicanti, ma è lei la più bella anche se non se ne rende conto. Così luminosa anche se nasconde un lato buio che nessuno conosce.- disse dopo un po'
-Tu invece assomigli al sole. Così bello e doloroso, non riesci a guardarlo per troppo tempo, ti abbaglia. Eppure ti fa sentire bene col suo calore...- aggiunsi
"Ed ora su quella terrazza eravamo un'eclissi bellissima, silenziosa e potente. Eppure, le eclissi non durano per sempre... il sole e la luna condannati a rincorrersi per la vita, fino alla fine. Condannati a vedere amori sbocciare sotto al calore del sole e corpi unirsi nella calma della notte. Sono osservatori, desiderosi l'uno dell'altra, eppure niente spezza il loro amore, neanche la distanza. Perchè senza sole non c'è luna e senza luna non c'è sole. Io e Dam eravamo così, tremendamente desiderosi l'uno dell'altra, ma con il destino contrario"

CONTINUA...

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