40.

6.4K 304 18
                                    

Scusate per l'assenza, vari problemi...
Arriviamo a 100 stelline e 10 commenti per il prossimo capitolo!

Antonella's pov.

Il sole che entra dalla finestra mi fa svegliare e annoiata mi giro nel letto. Noto Paulo al limite del perimetro, quasi sta per cadere e mi fa quasi venir voglia di urlare. Mi alzo velocemente lasciandogli più spazio e raggiungo la cucina, per preparare la colazione. Dopo pochi minuti, però, mi raggiunge e mi saluta con un leggero cenno della mano, mentre io aspettavo almeno un bacio sulla guancia. Sospiro e guardo Paulo prendere il suo caffè mentre ha gli occhi puntanti sul cellulare.

«Vuoi altro?» domando e lui scuote solamente la testa, senza degnarmi di uno sguardo. Sospiro, rendendomi conto che ormai questa è la nostra quotidianità. «Oggi vai ad allentarti?» domando ancora, cercando di creare un dialogo, ma lui scuote di nuovo la testa, troncando ogni mio desiderio di parlargli. Ormai vivevamo nella stessa casa, ma non parlavamo più, il massimo che faceva era la decenza di salutarmi da lontano quando usciva. Mentre sistemo le cose mi muovo in casa sua come se fossi un estranea, alla fine è quello che siamo diventati. Sistemo i panni sporchi nel cesto e l'odore femminile della camicia di Paulo è ancora lì, sul bancone che aspetta risposte, che io non desidero più. Senza più paura ormai prendo il mio cellulare e messaggio con Carlos, il mio amante da ormai due anni.

Carlos:
Perché non torni in Spagna? Possiamo vivere bene, noi insieme.

Antonella:
Aspettami per domani, okay?

Carlos:
Sei seria?

Antonella:
Te lo giuro. Metterò fine a questa farsa, ti amo.

Carlos:
Ti amo.

Metterò fine a questa farsa, ormai siamo una storia che continua perché nessuno ha il coraggio di terminarla. Torno in salone da Paulo e senza farmi notare controllo cosa fa, e come sempre messaggia con qualcuno e sorride. Nessuno di noi due ha una colpa, si è spento l'amore che ci ha unito e quasi si sta trasformando in odio, in fastidio. Me ne accorgo quando parlo, Paulo ha un espressione annoiata, infastidita, quasi odiasse anche solo la mia silenziosa presenza nella sua stessa stanza. Mi allontano di poco dalla porta per creare qualche rumore e fargli capire che stavo per entrare nella stanza e appena entro il cellulare è posato nella sua tasca e ha il joystick in mano.

«Dobbiamo parlare.» affermo, sedendomi affianco a lui. Vedo i suoi occhi trattenersi dall'alzarsi e mette in pausa il gioco, girandosi verso di me. I suoi occhi verdi e spenti mi fanno capire che abbiamo tirato troppo il filo della nostra storia e si è spezzato da tempo ed è diventato irriducibile. «Come si chiama?»

«Chi?» risponde allarmato e si siede dritto sul divano, come a difesa. Sorrido, vorrei fargli capire che ormai è inutile che nasconde la verità.

«Il mio si chiama Carlos.» dico e lui mi guarda confuso. «È un modello spagnolo, stiamo insieme da due anni.»

«Mi stai dicendo che mi tradisci con una calma sconvolgente.» dice ridendo ironicamente.

«Lo faccio perché so che anche tu ne hai una, allora come si chiama?» domando di nuovo, aspettandomi la verità questa volta. Paulo alza gli occhi al cielo, tornando a prestare attenzione alla televisione, forse credo che scherzo. «Paulo, sono seria.»

«Si chiama Alessia, contenta?» sbotta, interrompendo il gioco e riporta l'attenzione su di me. «Ma non va avanti da due anni come la tua, è poco più di un mese.»

«La ami?» domando e lui torna a guardarmi male. «Io si, Paulo. Lo amo.»

«Penso di essermi innamorato di lei, non so se la amo.» sussurra, posando il joystick accanto a lui, prendendo finalmente sul serio la nostra conversazione.

«Ho preso un biglietto per la Spagna, parto sta sera, mi prometti che vai da lei e non farai cazzate?» domando e lo sguardo di Paulo prende subito vivacità, ritorna la luce del ragazzino spensierato che era prima.

«È finita?» domanda. La nostra relazione è giunta al capolinea e non sono mai stata così felice. Annuisco e lui getta le braccia attorno ai miei fianchi, stringendomi a se. «Grazie.» sussurra e sorrido incrociando le braccia dietro il suo collo. Dopo poco ci allontaniamo e mi alzo finalmente dal divano, mentre lui ha il cellulare in mano. Noto ironicamente che aveva anche cambiato telefono ma io me ne rendevo conto solo ora, poiché lo teneva sempre nascosto nei jeans. Raggiungo la camera da letto e preparo la valigia e per la prima volta lascio questa casa e Paulo alle spalle senza lacrime, senza rancori e senza problemi.
Entrambi siamo finalmente liberi di vivere la nostra vita, i nostri amori liberi senza restrizioni.

Ammore scumbinato; Paulo DybalaWhere stories live. Discover now