12.

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Arriviamo a 80 stelline per il prossimo capitolo e 10 commenti.
⭐️

Paulo's pov.

Mi sveglio per colpa del rumore fastidioso del mio telefono e sento la testa come una bomba, pronta a scoppiare, così giuro di non bere mai più. Sbuffo, decidendo di alzarmi per mettere a tacere il mio cellulare.

«Pronto?» rispondo assonnato e guardo lo stato della camera: uno schifo. Vestiti ovunque e cose varie a terra. «Si Mira ho bevuto un po' troppo. No, non lo so dove sta Alessia. Ci vediamo oggi pomeriggio.» dico ancora confuso, attacco velocemente e poso il telefono sul comodino. Sbuffo, cercando i boxer ma resto ancora più confuso quando trovo uno slip in pizzo nero. Mi giro di scatto per vedere chi dorme al mio fianco, aspettandomi una sconosciuta, e resto piacevolmente sorpreso quando in realtà trovo Alessia. Alzo leggermente le coperte notando che siamo entrambi nudi e porto le mani tra i miei capelli.
Che cazzo abbiamo combinato?

Appena si rigira nel letto sento l'ansia salire, non sapendo come dovrei reagire se si dovesse svegliare.
Infilo velocemente i boxer e cerco di sistemare al meglio la camera, preparandole sul letto una mia maglietta lunga per coprirsi quando si sarebbe svegliata.
Mi dirigo in bagno per darmi una sciacquata al viso e noto molti segni sia sul collo che sul petto. Mi infilo la maglia dopo essermi lavato e sento un leggero bruciore sulla schiena, trovando poi dei grandi graffi rossi. Sospiro, ricordando vari pezzi di ieri sera, poi vado in cucina per preparare qualcosa di decente.

Paulo:
Devo dirti una cosa, ma non la deve sapere nessuno.

Miralem:
Se devi dirmi che hai scoperto che Alessia è al tuo fianco dopo che avete fatto sesso, non ti scomodare, lo so.

Paulo:
Che cazzo ne sai?

Miralem:
Vi ho mandati io a casa, lo stavate per fare sul tavolo del locale.

Preparo un semplice pane e nutella, l'unica cosa che so sicuramente che le piace e prendo le pillole per il mal di testa. Torno nella stanza da letto e la trovo al centro della stanza con la mia maglia, con una coda ordinata mentre aggiusta le coperte. In un momento del genere solo lei potrebbe pensare di rifare il letto.

«Hei.» sussurro e si gira di scatto, coprendosi il più possibile con la maglia. «Ho preparato la colazione, se ti va di scendere.» continuo guardandola da testa a piedi e noto dei succhiotti anche sulle cosce. Riporto lo sguardo sul suo viso che annuisce, seguendomi in cucina.

«Grazie.» mi dice e annuisco, bevendo il latte poggiato alla cucina difronte a lei. Mangia lentamente il pane con la nutella, attenta a non sporcarsi e a non far cadere nulla. La guardo attentamente e noto altri segni evidenti sul collo e sull'interno coscia. Sospiro, iniziando a rivivere i flash di ieri sera e sorrido, ringraziando la mia memoria per avermi regalato questi ricordi. Se solo fossi stato lucido non sarei mai stato così poco gentile e rude, ma sicuramente anche lei non mi avrebbe mai lasciato questi segni enormi sulla schiena e sul collo. «Ehm, penso che hai capito più o meno che abbiamo fatto ieri sera.» mi interrompe dai miei pensieri e quasi rido, annuendo.

«Ci siamo leggermente lasciati andare.» dico semplicemente.

«Leggermente.» ripete sospirando e alza lo sguardo verso di me. «Non deve assolutamente succede di nuovo.» dice ferma e annuisco.

«Ovviamente.» affermo e lei annuisce come a convincersi di cosa stiamo dicendo. Si alza poi, posando i piatti e lavandoli. «Oggi alle quattro dobbiamo andare al centro.» continuo posando il bicchiere nel lavandino, poi mi allontano dalla cucina per vestirmi.

«Come faccio a vestirmi?» domanda e ci rifletto qualche secondo su.

«Posso prestarti qualche mia tuta stretta.» dico e annuisce. Sicuramente non può uscire con una maglietta. Mentre camminiamo uno di fianco all'altra per raggiungere la mia camera noto la tensione tra di noi, non c'è più lo sfotterci e stuzzicarvi, ora regna l'assoluto imbarazzo e sono sicuro che anche da era ubriaca ricorda tutto, proprio come lo ricordo io.

Alessia's pov.

Porto lo sguardo difronte a me e trovo Paulo che cerca qualcosa che possa mettermi per uscire di casa. Sospiro, notando che quando la sua maglia si alza leggermente ha enormi segni rossi sulla schiena. Riporto lo sguardo sul letto e rivivo ancora una volta i ricordi di ieri sera, la voce di Paulo, il suo parlare in spagnolo, le sue carezze, i suoi occhi..

«Questa dovrebbe andarti.» annuncia interrompendo i miei ricordi, mostrandomi una tuta dell'adidas nera e stretta. Annuisco, cercando di cancellare le scene di ieri sera dalla mia testa e sorrido, ringraziandolo. Prendo le cose che mi ha prestato e mi rinchiudo in bagno, facendomi una doccia calda e rimpiango le carezze di Paulo di ieri sera per farmi rilassare. Appena esco dalla doccia mi vesto velocemente e torno in salone dove lo trovo già pronto.

«Ho preparando pasta al sugo, immagino ti piaccia.» annuncia applicato alla playstation, giocando a FIFA. Annuisco sedendomi sul divano con lui, a debita distanza. «Ah, ho ritrovato questo nel divano.» continua mostrandomi il mio orecchino e lo ringrazio ancora una volta, indossandolo di nuovo. «Dai Ale, non ci pensare più a cos'è successo! Non mi va che tra di noi c'è quest'imbarazzo. È successo, eravamo ubriachi, non ne facciamo un dramma.» dice poggiando la mano sulla mia gamba e annuisco.

«Hai ragione, solo che sto ancora metabolizzando.» dico ridendo e trascino in una piccola risata anche lui. Mi accarezza leggermente il ginocchio provocandomi milioni di brividi, poi sposta la mano, tornando al suo joystick.
Non sarebbe mai successo oppure con l'alcol abbiamo solo accelerato le cose?

Ammore scumbinato; Paulo DybalaKde žijí příběhy. Začni objevovat