Nuova vita

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L'auto di mia madre si ferma davanti al liceo Dolce Amoris.

Ci siamo. Da oggi in poi inizia la mia nuova vita, non certo nel migliore dei modi, visto che sto cambiando liceo all'inizio del secondo anno.

«Sei sicura non vuoi che ti accompagni?» dice mia madre, assumendo quell'odioso tono dolce e smielato, da mamma chioccia, pronta a proteggere la sua bambina.
Come se avessi ancora cinque anni e stessi andando da sola in una vasca di squali.
Beh, sicuramente il liceo ha i suoi squali e molto probabilmente questo non avrebbe fatto eccezione, ma di una cosa sono certa, il modo migliore per fare una figuraccia è entrare accompagnata da mia madre.
«Mamma non ho più cinque anni, me la so cavare. Ci vediamo questo pomeriggio, ok?»

Apro la portiera della macchina e scendo, infilando testa e braccio destro nella cinghia della mia tracolla blu scuro.
Osservo ancora per un attimo il cancello d'ingresso, mentre sento il motore alle mie spalle accendersi e poi allontanarsi.

«Forza Vanille, puoi farcela.» dico, dopo aver preso un lungo respiro.
Solo a quel punto muovo i primi passi.
Il cortile è già pieno di gente. Ragazzi che fumano, chiacchierano. Probabilmente stanno attendendo che suoni la campanella che annuncia l'inizio delle lezioni.
Passo inosservata, come al solito d'altronde. Non sono una che si isola solitamente, anzi quando mi ritrovo in un luogo nuovo cerco subito di fare amicizia e, spesso e volentieri, grazie al mio carattere aperto, divento una delle più carismatiche e intraprendenti del gruppo, ma se voglio so anche comportarmi da ninja.
Questo giorno in particolare, o meglio in questo momento, non ho nessuna intenzione di farmi notare ed essere così additata subito come "quella nuova".

Entro nell'edificio, ritrovandomi immediatamente in un lungo corridoio bianco, illuminato dalle luci a neon sul soffitto e adornato, se così si può dire, dagli armadietti viola. Anche le porte delle aule sono di quello stesso colore.

Storco la bocca, indecisa su cosa fare. O meglio, so bene cosa devo fare, devo cercare l'ufficio della preside. Aggrotto la fronte, com'era già che si chiamava la preside? Ricordo solo che aveva un nome impronunciabile. Alzo le spalle, appuntandomi mentalmente di non provare mai a chiamarla per cognome onde evitare di fare una figuraccia.

Comincio a percorrere il corridoio, in cui comunque c'è molta meno gente, rispetto al cortile esterno ed è decisamente più difficile passare inosservati. Soprattutto quando, come sto facendo io, una persona tira dritto per la presidenza.
Trovo l'ufficio quasi subito. La seconda porta sulla destra.
Busso con tocco leggero, incassando la testa in mezzo alle spalle, nella speranza che nessuno mi noti.
Poco dopo una vocetta squillante, mi invita ad entrare ed io eseguo subito l'ordine, abbassando la maniglia e aprendo la porta.

La preside è una signora sulla sessantina, forse anche più vecchia. I capelli bianchi tirati su in uno chignon è un paio di occhiali rettangolari sul naso. È vestita con un completo di tweed rosa, che mi ricorda mostruosamente la Umbridge di Harry Potter e, considerata la stazza della persona che ho davanti, la somiglianza è quasi lampante.
Ritiro verso l'interno della bocca le labbra, trattenendomi dal ridere o anche solo sorridere a quella mia associazione mentale, dopodiché, cerco di riprendere un po' di contegno e mi presento.
«Sono Vanille Lambert, sono qui per l'iscrizione.» dico, col tono più deciso possibile.

«Oh, buongiorno signorina Lambert e benvenuta al liceo Dolce Amoris.» mi dice, strizzando gli occhi dietro alle lenti e tirando le labbra in un sorriso che ha tutta l'aria di essere o falso o fin troppo zuccheroso.
Sì, decisamente somiglia alla Umbridge.
«Grazie.» rispondo, non sapendo che altro dire.
«Spero che si ambienterà in fretta nella sua nuova scuola.» prosegue, come se non le avessi nemmeno parlato.

Si risiede dietro la scrivania in legno chiaro, prendendo un foglio da un lato di essa e firmandolo sul fondo, poi vi aggiunge il timbro e me lo porge.
«Le consiglio di passare dal delegato degli studenti, Nathaniel, per verificare che il suo dossier di iscrizione sia completo. Credo sia proprio nella sala delegati adesso.» mi dice, sempre con quella sua faccia sorridente e quella voce odiosa.

Il mio dolce CupcakeWhere stories live. Discover now