Capitolo 6

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32 bussò alla porta della camera del ragazzo senza ottenere alcuna risposta: evidentemente stava ancora dormendo. Senza indugiare oltre, quindi, poggiò la mano sul pannello di apertura e varcò la soglia di quella camera.
"Svegliati!" Gli ordinò ancora una volta, avvicinandosi a lui, con il vassoio tra le mani, depositandolo, poi, sul comodino più vicino alla parte del letto nella quale si era messo a dormire il ragazzo.
Vedendo che l'altro continuava ad ignorarla, se non per un mugolio infastidito, si avvicinò al suo corpo, ed una volta afferratolo per il braccio, cominciò a scuoterlo con forza, ripetendo nuovamente quell'ordine.
Alla fine Veth aprì gli occhi, anche se dalla sua faccia intontita non si poteva certo considerare totalmente sveglio. "32..." Disse con voce impastata, mentre si strofinava i pugni chiusi sugli occhi. "Che ore sono?"
"Dirtelo è superfluo, dato che ti trovi in un altro pianeta e ci sono grandi probabilità che il conteggio delle ore non sia quello a cui tu sei abituato. È notte, comunque, se proprio ci tieni a saperlo. Ma tu devi mangiare. Ti ho portato del cibo." Mosse il braccio per indicargli il vassoio pieno di leccornie che aveva posizionato sull'ampio comodino.

Gli occhi di Veth si mossero nella direzione indicatagli, per poi spalancarsi quando vide cosa era contenuto in quel vassoio. Subito il suo stomaco emise un lungo brontolio al quale l'androide reagì con una faccia perplessa e lievemente disgustata. "Perdonami..." Cominciò lui, come a volersi scusare, mentre sollevava le coperte dal suo corpo e si metteva seduto sul bordo del letto. "Non posso controllarlo."

32 annuì, come per fare intendere che non era un problema, e poi si girò di spalle con l'intenzione di andarsene dalla stanza, immediatamente.
"Ehi, aspetta!" La bloccò subito lui, sporgendosi di più con il busto per guardarla. "Dove stai andando?"

"Via." Rispose freddamente l'androide, nonostante si fosse fermata.

"Credevo che...Insomma, non mangi con me?" C'era così tanto cibo su quel vassoio che il ragazzo aveva dato per scontato il fatto che non fosse destinato solo a lui. L'androide si girò nuovamente a guardarlo, puntando gli occhi di ghiaccio sul suo volto, prima di scuotere il capo seccamente, in segno di dissenso. "Beh...Allora potresti almeno tenermi compagnia." Continuò Veth, prendendo il vassoio e posizionandoselo sulle cosce.

L'androide sembrò rifletterci su qualche istante, poi prese la sedia posizionata davanti alla scrivania e la portò fino al letto, per sedersi di fronte al ragazzo. "Se proprio ci tieni...Basta che ti sbrighi, non ho tempo da perdere."
Veth pensò che la regina, in realtà, non dovesse avere di meglio da fare: quel castello gli sembrava piuttosto desolato, infatti non aveva ancora incrociato nessun altro al suo interno, il che era piuttosto strano per un palazzo reale. Preferì tuttavia non fare commenti che potevano risultare inopportuni, anche se il desiderio di indagare su chi altro abitasse in quelle mura era piuttosto forte. "Volevo chiederti..." Cominciò il ragazzo, mentre con delle posate d'oro bianco tagliava diligentemente la fetta di carne arrosto che aveva nel piatto. Stava prendendo tempo per cercare il modo migliore di formulare la domanda. "Chi altro abita in questo castello, oltre a te?" Guardò negli occhi la regina, dopo aver infilzato con la forchetta il pezzo di carne che aveva appena tagliato, e se lo portò alla bocca. Il sapore era davvero delizioso e quella salsa marrone disposta in un modo tanto coreografico non faceva che aumentarne il gusto.

"Attualmente nel castello ci sono solo io, se era questo che volevi sapere." Rispose 32, senza mostrare il minimo turbamento di un'emozione sul suo volto.

"Capisco..." Veth aveva cercato di cominciare a mangiare nel modo più composto possibile, dal momento che si trovava sotto lo sguardo accusatorio della regina, ma man mano che andava avanti e si lasciava trasportare dal gusto di quel cibo, le sue buone intenzioni avevano la peggio sulla voracità del suo appetito.
"Ma c'è una camera per ogni componente della mia famiglia, sia per i miei cugini, che per mia sorella e mio fratello, sia per le mie figlie."

PolemosWhere stories live. Discover now