La sua mano vagò per la mia schiena, accarezzandomela.
"Non andare mai più via in quel modo." Lo riproverai, anche se sussurrando.
"E tu non venirmi più a cercare." Accarezzai la sua guancia. "Non posso." Scansai un riccio dalla sua fronte, volendo sprofondare la mia mano nei suoi capelli.
"Non puoi?" La sua voce era sempre più roca e profonda.
"Non ce la faccio." Adesso la mia mano stava ricalcando i suoi zigomi pronunciati.

"Cosa mi stai facendo." Si avvicinò sempre di più a me, mentre la sua mano era finita poco sotto al mio seno.
"Dovrei chiederlo io a te." Sobbalzai quando la sua mano accarezzò il mio reggiseno, ma non la tolsi. Sentivo il bisogno del suo tocco, sentivo il bisogno di lui.
Non so cosa mi stesse succedendo, mi avvicinai ancora di più a lui e lo baciai, staccandomi poco dopo.

"Non avresti dovuto farlo." La sua espressione era seria, ma non mi intimoriva.
"Ma io volevo farlo." Questa volta la mia mano si poggiò sul suo petto, volendo scoprire ogni parte del suo corpo.
Lui prese la mia mano e la allontanò, quando di colpo prese i miei glutei e mi baciò come ogni donna desidererebbe.

Mi tirò su, e di conseguenza misi le mie gambe attorno alla sua vita.
Continuando a stringere i miei glutei mi poggiò sul ripiano del bagno, facendo cadere cose.
Incominciò a baciare il mio collo, facendomi gemere. Il collo è sempre stato il mio punto debole.

Il suono del campanello ci fece fermare. Ci guardammo, con il fiato corto.
Aggrottando le sopracciglia mi lasciò nel bagno con un "aspetta qui."

Cosa cavolo mi stava succedendo? Era impazzita per caso?
E se il non avessero suonato alla porta come sarebbe andata a finire?

Sospirai scendendo dal ripiano e chiudendo la porta a chiave, decidendo, finalmente, di fare una doccia rilassante.
Ma appena mi tolsi la maglietta mi fermai avvicinandomi cautamente alla porta per poter ascoltare meglio.

"Katherine ti ho detto di no." La voce di Harry era forte e chiara, sembrava anche annoiato
"Ma ho voglia!" Spalancai gli occhi allontanandomi dalla porta quasi cadendo, ma mi avvicinai poco dopo non volendo perdere nessun particolare.
"Smettila Katherine." Lo sentiì sospirare e successivamente dei passi.

"Sei così strano, prima scopavamo quasi tutti i giorni." La gola si secchò, il mio cuore incominciò a battere fortissimo e non so come ma mi controllai da strapparle tutti i capelli.
"E adesso invece la finiamo qui." Sospirai sedendomi, ma continuando ad ascoltare.

"È per quella ragazza vero?" Alzai di scatto la testa, appiccicandomi del tutto alla porta.
"Va via Katherine non sei la benvenuta." Probabilmente apriì la porta visto che il vento fece muovere anche quella del bagno.
"Lei è qui? Te la sei già scopata vero?" Non ci fu nessuna risposta, solo un grosso e profondo respiro.
"Mi sto incazzando." La sua voce si era alzata.

"Io vi farò vedere che lei non è come pensate, è solo una troia che finge di avere un brutto passato. Raccontando storielle sulla sua fami-" quelle parole mi colpirono bel profondo del cuore, facendo cadere le lacrime.
"Esci da questa casa!"sobbalzai.
"Non ti picchio solo perché non ti meriti veramente un cazzo. Quando imparerai a ragionare con il cervello e non con la figa sfondata potrai tornare da me." E la porta si chiuse in un tonfo.

Mi alzai asciugandomi le lacrime e aprendo l'acqua, aspettando che arrivasse la giusta temperatura.
Sentiì bussare alla porta "È tutto ok." Risposi e dopo poco il rumore dei suoi stivaletti scese al piano di sotto.

~~~
La sera precedente, dopo la doccia, mi catapultai nella camera degli ospiti non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi.

Erano le nove passate e, dopo essere stata un'ora a fissare il soffitto e a pensare a cosa avrei potuto dire al riccio, decisi di scendere a mangiare qualcosa.
Appena entrai in cucina trovai un Harry ancora in pigiama intento a preparare qualcosa.

Il mio naso sentiva odore di bacon, ciò significava solo una cosa. Tipica colazione americana/inglese.
Mi feci forza e mi avvicinai a lui per poter sbirciare. "Buongiorno." Lui si voltò verso di me sorridendo leggermente.

"Cosa prepari?" Mi allontanai un po', ricordandomi di non essermi lavata i denti...
"Bacon, uova e pankcakes." Disse ancora con il viso rivolto verso le varie pentole.
"Mentre prepari il tutto vado a prepararmi e poi apparecchio." Lo vidi annuire e andai in bagno a lavarmi e a vestirmi.
Ovviamente indossai i vestiti del giorno prima, non avendone altri e non potendo rimanere tutto il giorno con i vestiti della notte.

Iniziai ad apparecchiare, domandano ogni volta dove potessi trovare i vari oggetti necessari.
La colazione fu servita qualche minuto dopo e affamata incominciai immediatamente a mangiare.

Al primo morso di ogni cosa mi meravigliai di quanto fosse buono il piatto in generale.
"È tutto buonissimo." Il mio tono era quasi sorpreso, facendolo sorprendere.
"Credevi fosse tutto da buttare?" Disse guardando il piatto davanti a me.

"Aspetta di assaggiare i miei piatti." Marcai bene la parole possessiva, dando inizio ad una gara di cucina.
"Oh adesso L'Italianità che è in te si è offesa?" Posò le posate, prendendo un sorso dal bicchiere d'acqua.
"Già e anche molto." Continuai a mangiare terminando il nostro contatto visivo.

Non so come e perché ma la mia bocca non ce la fece a fermarsi e roviani il momento di pace che si era creato tra noi due.
"Perché continuiamo a baciarci." Posai la posata aspettando una risposta, che non arrivò.
"Non sarà il miglior momento per chiederlo lo so." Sospirai allontanandomi dal tavolo. "So anche che tu sei un fottuto lupo solitario, che non vuoi relazioni e bla bla bla" continuai a girovagare per la cucina in preda dalla parlantina. "Ma se non te lo chiedo tanto continueremo a baciarci e a fare finta di niente, quindi da ora in poi niente più baci!" L'avevo detto veramente?

"Niente più baci." Disse con quel sorrisino  da idiota, continuando a mangiare.
Io invece mi ri-sedetti e terminai di mangiare.
Mi alzai per mettere il piatto nel lavandino e per andare in camera, ma la sua voce mi fermò "domani sera c'è una festa." Mi fermai ascoltandolo "e ci sarà una persona che potrebbe aiutarci con tutto questo." Mi voltai non rispondendo "Vuole sempre qualcosa in cambio, ma niente che non si possa fare."

"Questo significa che-" mi interruppe, come sempre. "Che ci andrò io."
Incrociai le braccia sotto il seno alzando gli occhi al cielo "Smettila di fare il prezioso, verremo tutti o nessuno." Sbattei le mani contro le gambe "riguarda tutti, non puoi fare il supereroe adesso." E per la prima volta rimase in silenzio, annuendo rassegnato.

Mi sorpassò "vado a farmi una doccia." Si voltò, montando uno scalino "È una festa per uomini e donne di classe, vestiti elegante." E mi diede le spalle, lasciandomi sempre con la sua gentilezza.

Spazio Autrice
Ciao amici! Scusate l'assenza, ma ho avuto un po' di problemi. Grazie alle 800 personcine che hanno o stanno leggendo questa storia, spero che possa crescere e piacere sempre di più perché ci metto veramente tutta me stessa. Un bacio enorme a tutti

Chia.

Holmes ChapelWhere stories live. Discover now