23. Una cosa sola

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Per un momento Harry aveva davvero avuto paura che Severus lo mandasse via, ma non era andata così e avevano ripreso a baciarsi con dolcezza. Ben presto quella dolcezza divenne una passione travolgente.

I loro baci erano pieni di calore e bisogno l'uno dell'altro, era come se le loro lingue non potessero stare lontane per più di 5 secondi. Le mani di Harry erano impegnate a togliere la camicia di Severus e quelle di Severus erano scese dai fianchi al suo sedere. Tuttavia Harry non era famoso per la sua pazienza, era pur sempre un grifondoro e preso dalle piccole scariche che si diffondevano tra i loro corpi ogni volta che le loro erezioni si strusciavano, dal calore delle mani di Severus sul suo sedere e dai baci sempre più travolgenti. Afferrò la camicia di Severus e semplicemente la tirò, con tutta la sua forza, staccandosi un attimo dalle labbra del più grande. I bottoni della camicia volarono ovunque per l'ufficio e Harry, non curandosi minimamente dell'aver appena fatto a pezzi la camicia del suo professore, mise con soddisfazione le sue mani sulla calda pelle del professore.

Severus: "Moccioso impaziente, amavo questa camicia."

Harry: "Era di troppo e aveva troppi bottoni." Disse tornando a divorargli le labbra.

Severus sorrise nel bacio e staccandosi leggermente disse: "Aspetta."

Harry: "Ancora?"

Severus: "Si piccolo moccioso, non possiamo fare certe cose nel mio ufficio, andiamo nei miei alloggi privati." Senza aspettare un risposta, prese la sua tunica e si avvicinò alla dispensa dove teneva gli ingredienti delle pozioni, aspettò che anche il ragazzo entrasse e chiuse la porta.

Harry: "Perché siamo nella tua dispensa?" Disse perplesso.

Severus non gli rispose e si limito a fare un ampio movimento con la bacchetta, lentamente la parete in fondo alla dispensa si apri rivelando un lungo corridoio semi buio, che li portò davanti ad un ritratto che li guardò a dir poco male.

Severus: "Moccioso insolente"

Harry: "E ora che ho fatto?"

Ma prima che potesse ottenere una risposta il quadro si aprì lasciandoli passare ed entrarono nell'ampio salottino privato degli appartamenti di Severus.

Harry: "Davvero?" Sorrise guardandosi intorno. La stanza era grande e molto più luminosa di quello che avrebbe immaginato, al centro della stanza c'era un tavolo e un paio di sedie, sulla sinistra un camino con un divanetto e due poltrone davanti e sulla destra l'enorme parete ricoperta di libri che si affacciava ad un altro corridoio, questa volta non segreto.

"La parola d'ordine è moccioso insolente?" Ridacchiò volgendo lo sguardo a Severus.

Severus: "Sta zitto."

Harry: "In qualche modo è romantico" Rise Harry, quel piccolo nomignolo non gli era mai piaciuto tanto.

Severus: "Smettila moccioso."

Severus aveva cambiato la parola d'ordine proprio quel giorno che, nel suo ufficio, ci fu quello scambio di nomignoli tra lui ed Harry; era iniziata come provocazione dove avevano iniziato a cambiare il nome con cui si erano memorizzati sul telefono e quando era arrivato davanti al quadro per l'accesso segreto alle sue stanze, aveva pensato ad Harry, neanche lui sapeva dire bene il perché.

Severus prese Harry per la felpa e lo baciò, un po' per farlo stare zitto, un po' perché non ne poteva più di stargli lontano. In poco tempo tornarono a sfiorarsi e baciarsi appassionatamente e Severus iniziò ad indietreggiare verso il corridoio per andare in camera da letto.

Arrivati in camera Severus si staccò, il tempo necessario per prendere la bacchetta e far apparire una serie di candele per terra, sui comodini a fianco all'enorme letto a baldacchino dalle lenzuola di raso nero e su uno scrittoio posto in fondo alla stanza, proprio di fronte all'enorme letto.

Chat SnarryWhere stories live. Discover now