17 - La storia di due fratelli

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La felicità di aver ritrovato Jean era tanta.

-Ma non sarebbe più sicuro per noi non agire e lasciare fare a voi?- chiese Lizzy

-Certo. Vorrei poi vedere quanto sareste al sicuro quando Ontario Hamilton manderà altre truppe a casa vostra per uccidervi prima che possiate dare informazioni sui suoi piani- rispose Hamilton

-Ha ragione- disse Sara

-Che poi, che coincidenza particolare. Un ricco imprenditore con il nome di una regione del Canada cerca di ucciderci e un ricco imprenditore con il nome di un'altra regione del Canada cerca di aiutarci- riflettè a voce altra Hululu.

Jean e Schuyler si guardarono e sorrisero.

-Può fidarsi di loro, garantisco io- disse Jean.

Qualche secondo di silenzio, poi Schuyler parlò.

-Prima metà del novecento. Umberto, italiano, e Claire, australiana, si innamorarono. Umberto però lasciò Claire per cercare lavoro negli Stati Uniti, senza sapere che fosse incinta. La nave che trasportava Umberto affondò e il corpo non fu mai trovato. Claire, che si trovava in Italia per completare i suoi studi si trovò sola ed incinta. Fu ospitata da una famiglia italiana che ebbe pietà di lei, ma, durante il parto, morì. Il bambino per miracolo si salvò. La famiglia ospitante decise di tenere il bambino e quindi dare un fratellino all'appena nato bambino di casa. Claire non aveva mai parlato di un nome, perciò il compito di deciderlo era della nuova famiglia. Nonostante la famiglia fosse povera, con mille sacrifici era riuscita a mandare il figlio minore a scuola. Lì aveva sentito parlare di un posto molto molto lontano, fatto di ghiaccio e in cui si parlavano lingue diverse dall'italiano. Ciò lo affascinò molto, così tanto che decise di dedicare il nome dei suoi due figli a quello Stato. Ecco quindi come sono nati i nomi Ontario e Manitoba. Ontario era il vero figlio, io ero stato adottato. Dopo anni e anni di risparmi mio padre decise di partite per il Canada insieme a me e ad Ontario, ma poco prima di partire un'automobile lo investì, uccidendolo. Tutto era pronto per la partenza, mia madre decise quindi di prendere il biglietto di mio padre e intraprendere una nuova vita oltre oceano. Per ricevere assistenza sanitaria, mia madre si sposò con un uomo, acquisendo il cognome Hamilton. Come una maledizione, il nuovo marito di mia madre morì a causa di un incidente d'auto il giorno dopo le nozze. Noi però avevamo bisogno di una casa e di cibo, perciò mia madre dovette cercare un altro marito il prima possibile. Riuscì a trovare un uomo sulla sessantina d'anni, e lo sposò. Si chiamava John Schuyler. Ho deciso di cambiare il mio cognome da Hamilton a Schuyler dopo aver capito che razza di persona mio fratello fosse. Era senza scrupoli, il suo unico obiettivo era mettere in difficoltà gli altri. Mia madre era una donna santa, provò sempre amore incondizionato nei confronti di Ontario, nonostante i suoi danni. Ben dieci volte le fu rubata la borsa. All'inizio pensavamo fosse qualcuno che ci aveva preso nel mirino, poi la polizia riuscì a catturare il ladro. Potete benissimo immaginare la sua identità. Ontario rubava persino a sua madre in modo da metterla in difficoltà per poi fingere di aiutarla dandole soldi e sostegno. Se la cavò con un anno di carcere ma, per fortuna, poi fece perdere le sue tracce. L'idea di avere il suo stesso cognome mi schifava. Il mio vero cognome non era mai stato Hamilton, perciò cambiarlo non mi toccava per niente nel profondo. Circa una ventina di anni dopo io ero diventato un imprenditore ed ero stato invitato ad un convegno a Tokyo. Non avrei mai e poi mai immaginato che a tenere il convegno sarebbe stato Ontario. I suoi metodi spesso illegali lo avevano portato ad avere un capitale altissimo, capitale mascherato dietro "un investimento andato a buon fine". Quando lo incontrai a Tokyo mi riconobbe nonostante fossero passati molti anni dall'ultima volta che mi aveva visto, sicuramente si era tenuto aggiornato tramite i suoi scagnozzi. L'odio nei suoi confronti non si era mai spento nel tempo e ,vedendolo dal vivo, l'ira si scatenò. In se non sono una persona violenta, anzi, sono molto diplomatico e ragionevole, però ciò che aveva fatto a mia madre non era perdonabile. Lo sottovalutai, convinto di poter semplicemente sfogarmi facendo la ramanzina, ma lui aveva preso misure di sicurezza per tenermi sotto controllo. Parlando mi portò in un'altra stanza, con la scusa che li anche i muri avessero le orecchie. Che illuso che ero... Lui non rispondeva ai miei rimproveri, perché sapeva che io avrei subito una sorte peggiore. Ho capito che il tutto era una trappola quando mi accorsi che non avevo prestato attenzione alla strada percorsa e che, li dove mi aveva portato, non c'era assolutamente nessuno. Lo guardai negli occhi, a lui sfuggì un ghigno malefico. Mi girai iniziai a ripercorrere la strada al contrario. Al primo svincolo però, degli uomini mi catturarono e iniziarono a pestarmi di botte. Ho perso l'udito dall'orecchio destro a causa di quello scontro. Mi portarono in una stanza e, dopo avermi legato, iniziarono ad offendermi. Io chiesi loro cosa ci guadagnassero a comportarsi in quel modo e s sottostare a Ontario, loro risposero soldi e droga. Minacciarono di fare a pezzi mia madre se avessi riferito qualcosa a qualcuno, poi mi gettarono di peso nei bidoni della spazzatura sul retro dell'edificio. Da quel giorno ho deciso di rendermi utile cercando di diventare i malefici di Ontario. Ho creato una associazione segreta che interviene sul campo nemico, per studiare meglio le loro mosse. A dirla tutta, anche noi siamo nell'illegalità. Lo Stato non è informato su chi siamo e cosa facciamo, perciò facciamo quasi tutti negli Stati Uniti, in modo da pagare le cauzioni per uscire anticipatamente dal carcere in caso di spedizione andata male. Parlando con Jean ho avuto conferma di ciò che sospettavamo: Ontario sa che noi cerchiamo di ostacolarlo, perciò utilizza metodi innovativi di sicurezza per rimanere nascosto. Metodi che noi siamo riusciti ad evadere. Un nostro operatore è entrato in incognito nell'auditorium di Palazzo Hamilton il giorno dell'estrazione dello Stato ove sareste stati mandati. Aveva il compito di cercare, tra voi Cento, qualcuno che sarebbe stato abbastanza intelligente da capire che qualcosa non andasse. Il qui presente Jean ha sin da subito avuto questa sensazione, e ciò faceva a caso nostro. Il passaggio di informazioni tra l'operatore all'interno dell'auditorium e ciò che voi definite "la hostess" è stato fulmineo. L'operatore interno, attraverso il nostro segreto metodo di comunicazione, ha riferito ad una nostra complice, presente nell'auditorium, riguardo l'identità di Jean. Questa complice poi, essendo anche se per finta una hostess, è potuta uscire e andare a parlare con la nostra operatrice, sempre finta hostess, che voi già conoscete. Dopo di che la prima operatrice è sparita nel nulla, le abbiamo fatto prendere un volo per il Sudafrica ed è ancora lì, nascosta dagli scagnozzi di Ontario.A causa del posto vuoto dato dalla scomparsa improvvisa dall'hostess, Hamilton ha richiesto che qualcuno sostituisse il posto mancante, in modo da non fare brutte figure. Questo errore gli è costato molto caro, dato che ci ha permesso si infiltrarci tranquillamente. Il compito dall'hostess era ora quello di farsi riconoscere da Jean, e così è stato. Si è finta innamorata di lui per un po', in modo che il suo viso venisse ricordato. Una volta raggiunto l'Hotel la situazione si è complicata, dato che la sicurezza era davvero molto alta. Il caso ha voluto che, nel tentativo di uccidere Jean poiché stava scoprendo troppo, vi avessero spinti verso il lago. Ed è lì che abbiamo ripreso in mano la situazione. Ora però la situazione è molto complessa. Ontario sa che voi siete qui, sa che stiamo cospirando contro di lui, sa che siamo riusciti ad eludere la sua sicurezza. Ci serve perciò, un nuovo piano-.

La Jajihu Squad lo guardava a bocca aperta, tutti ovviamente tranne Jean. Il tutto era troppo simile alla trama di un film per essere vero, ma purtroppo lo era.

ISLAND - The HotelWhere stories live. Discover now