Capitolo 4: Edoardo. Un invito gradito.

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Sono sfinito. Il mister me l'ha fatta pagare di brutto. Non mi sta facendo giocare, ho corso per venti giri di campo e poi ho fatto cento flessioni e venti suicidi. Non esiste nome più azzeccato per questo demoniaco esercizio ginnico. Essere il capitano e passare il tempo in panchina, mentre hai l'adrenalina che pompa, è terribile. Non riesco a stare fermo, a ogni passaggio della palla urlo e mi dimeno sulla panca. E pensare che ho iniziato a giocare un po' per caso, già grande. Avevo visto un volantino della squadra, la piscina aveva iniziato ad annoiarmi e così... eccomi qui.

Le pareti scrostate della palestra, insieme al linoleum blu puffo che ricopre ogni superficie, sono una terribile prigione in questo momento. Sono le 19:00 e, mentre i miei compagni stanno vincendo il secondo set, cerco di allentare la frustrazione di essere tra le riserve scrivendo un messaggio a Sara. Faccio scivolare il telefono dalla tasca del mio borsone al mio palmo e digito il più velocemente possibile, sperando di non essere notato.

"Ciao, Saxy, posso venire domani mattina a fare colazione da voi? Non ho niente in frigo e in dispensa, tanto per cambiare. Sono alla partita che il mister non mi sta facendo giocare. Fortuna che quelli della Feder volley 21 sono delle pippe e avremmo comunque vinto facile. È un'amichevole, però odio perdere come sai."

"Ciao, Edo. Da quando chiedi il permesso per venire a colazione? Se non vuoi morire e vuoi avere compagnia non presentarti prima delle 8:00. Sai che anche la nostra nuova vicina è una pallavolista come te? Sta cercando una società dove giocare qui a Roma, posso suggerire la tua? Avete anche la femminile giusto?"

Saxy è sempre stata oltre modo intuitiva. Mi parla della vicina perché mi ha già beccato. Che mi salta in testa di chiedere il permesso per la colazione? Passando dal balcone che condividiamo non ho neanche bisogno di suonare il campanello e di solito non lo faccio. Mai!

Farò il vago!

"Mi era giunta voce che ci fosse una nuova coinquilina e non volevo spaventarla. So essere premuroso anche io quando serve. Comunque, sì, la Black Volley ha anche un team di donzelle, ti giro i recapiti così magari può fissare una prova questa settimana."

"Premuroso, eh? Non mi convinci! Guarda che Adele è una tipa tosta. L'hai già incontrata, vero? Non so se sei il suo tipo, ma io sono sicura che lei sia il tuo, non è la solita sgallettata che ti trascini in casa a sere alterne. È una che potrebbe durare, non credi? Sai... non è in cerca di una storia, ma è single. Informazione che sospetto ti interessi."

Bonnie si chiama Adele! Saxy, la chiamo così dal primo liceo, ma ci conosciamo da molto più tempo. Eravamo vicini di casa fin da piccoli e andando all'università non abbiamo voluto cambiare. Lei è l'unica donna che orbita nella mia vita con costanza, mi conosce come nessuno ed è schietta come pochi, anche troppo. È stata lei che mi ha rimesso in piedi quando Chiara mi ha usato, tradito e manipolato e da allora cerca di accasarmi con una tipa tosta. Ripete fino allo sfinimento che non sono tutte come quella. Tra noi c'è un rapporto di amicizia e fratellanza.

Lei è sempre stata cotta di Andrea, il mio migliore amico. Non me lo ha mai confessato, maio lo so. Le so leggere dentro. Secondo me sarebbero una coppia incredibilmente ben assortita. Andrea però sta con una nostra compagna di liceo ormai da anni; trascina la loro storia come fosse la bombola d'ossigeno di un moribondo. Credo sia per questo che Saxy non si fa avanti. Anche se fa la donna vissuta, ha dei principi morali rigidi e non farebbe mai la "rovina famiglie"; non sa però che Andrea e Giulia sono una coppia alla deriva. Dovrò parlarne con il diretto interessato e fargli aprire gli occhi prima o poi. Non credo ci sia nulla di più importante dell'avere dei veri amici nella vita e credo sia mio dovere prendermi cura di loro, prima tra tutti Saxy. Lei fa lo stesso con me, anche se le scoccia ammetterlo.

Quindi la mia bella Bonnie non è fidanzata... e comunque, certo che sono il suo tipo. Saxyvuole solo provocarmi.

"Ci vediamo domani mattina, Saxy" concludo. Tanto negare non servirebbe e alimentare i pettegolezzi men che meno.

Partita finita tre a zero, saluto agli avversari, urlo liberatorio e stretching. Luca, il nostro primo centrale, si avvicina alla panchina e, tra una generosa sorsata di acqua e l'altra, invita tutti ad andare a festeggiare al Bianconiglio. Avrei davvero bisogno di rilassarmi in un pub, ma questa sera stavo facendo troppo tardi per la partita e non ho ancora finito la presentazione per domani. Fortuna che la devo solo inviare via mail entro le 12:00 e non portarla direttamente in università.

Mi tocca andare a casa e sperare che la professoressa non faccia troppo caso all'editing.

«Amici! Squadra! Io devo andare. Domani ho la consegna di un progetto all'università e non l'ho ancora ultimato. Bevete anche per me, con ritegno, che lunedì abbiamo gli allenamenti e poi sabato ci sarà un'altra partita!»

Mi avvio agli spogliatoi per una breve doccia prima di correre via. Alle mie spalle mi apostrofano con improperi vari e qualche sghignazzo, tutti bonari. Arrivato a casa vedo che la BMW di Adele, alias Bonnie, non c'è. Chissà qual è il lavoro dove doveva andare. Non vedo l'ora che arrivi domani mattina per rivederla.

Frena... perché dovrei doverla rivedere. Ma che mi passa per la testa, neanche la conosco! Vado a studiare che è meglio. Nessuna mi incastrerà più come Chiara!

Non capisco perché le donne siano tanto subdole. Non ti piace più quello con cui stai? Lo prendi da parte, glielo dici e passi a quello che ti piace di più. Perché tradire? E poi, quando lo scopri e te la prendi, ti dicono pure che non te lo hanno confessato perché non volevano farti soffrire. "Pensavo capissi che non c'era più feeling" mi aveva detto lei. Io personalmente quando mi infilava la lingua in gola credevo apprezzasse la mia compagnia. Donne: esseri inutilmente complicati. Vederla mentre si baciava con un altro, e scoprire che tutti tranne me e Saxy lo sapevano, pensava mi avrebbe fatto bene?

***

Mezzanotte e un quarto e finalmente hofinito. Ce l'ho fatta! Devo solo inviare tutta la documentazione alla professoressa; mi frutterà fino a tre punti in più sul voto dell'esame che ho già dato a luglio. Papà sarà fiero di me. Lo sarebbe statoanche il nonno. Da piccolo, snocciolando il suo sapere su ogni edificio che miportava a vedere, si schiariva la voce e con quel tono grave, frutto di anni disigarette e del consueto rum serale, mi ripeteva: "L'architettura è la testimonianza dell'aspirazione dell'uomo a vincere il tempo innalzando l'ordinenello spazio" (citazione di Hermann Broch). Mi voleva architetto, proprio come lui. Dopo i pomeriggi passati ad analizzare gli angoli più reconditi della città eterna, le passeggiate a tema storico e le costruzioni di legno e lego,non potevo fare scelta diversa

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Io, la mia moto e... forse tu!Where stories live. Discover now