I Hate You

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《Quindi la prendi? È a buon prezzo.》
《Non pensi che sia un po' troppo?》
《Bisogna correre dei rischi, ogni tanto.》
《Non so...》
《Hey amico, te la offriamo ad un prezzo conveniente. O accetti o troviamo un altro cliente.》

A quel punto il ragazzo dai capelli biondi si accigliò.
《Perchè diamine sembra che io stia parlando con degli spacciatori di droga?》
Gli altri due interlocutori ammutolirono.

Alla fine, i tre ragazzi scoppiarono in una fragorosa risata.
《Allora la compri si o no questa maglietta?》 Chiese Connor.
《Non ne troverai di migliori.》 Aggiunse Travis guardandolo con uno sguardo da maniaco.

Se ce ne fossero state di altre migliori, nel negozio del Campo, quello Will non lo sapeva.
Ma in quel momento gli parve l'unico modo disponibile.
Non poteva di certo chiedere aiuto a sua madre. E di suo padre non parliamone. Il Dio del Sole, della musica, del tiro con l'arco, della poesia, della medicina e dell'idiozia non aveva certo il tempo di occuparsi delle pene d'amore del figlio.

Così Will guardò per l'ennesima volta la maglia a maniche corte nera con un teschio stampato sopra e si decise a rispondere ai fratelli Stoll.
《Va bene. La prendo.》 Disse, poggiando qualche dracma sul bancone ed infilando la maglietta nella busta grigia.

I figli di Ermes guardarono incuriusiti il capo-cabina di Apollo.
《Non metti mai vestiti neri. Allora perchè la compri?》chiesero in coro. Come facessero a dire la stessa cosa nello stesso momento rimane ancora un mistero del tutto irrisolto.

Will guardò i due ragazzi. 《Infatti non è per me.》 Disse, facendo mostra poi di un sorriso alquanto dolce e genuino.
Poi, si avviò giù per la collina, diretto verso le cabine riservate ai semidei.

I gemelli Connor e Travis Stoll, mentre guardavano Will Solace scendere a passo spedito la collina ed inoltrarsi nei campi di fragole, ebbero una vaga idea su chi potesse essere il fortunato a ricevere la maglia nera.

Nel frattempo, nella cabina dalle pareti scure contrassegnata dal numero 13, un ragazzo dalla corporatura minuta era affaccendato a lucidare una lama affilata in puro Ferro dello Stige.

Ad un tratto, quancuno bussò alla porta.
Il ragazzo si alzò, sempre con la spada in mano e si diresse verso la porta per poi aprirla.

《Hey, non sono pronto per morire atrocemente!》 Disse Will vedendo Nico di Angelo con la spada in mano.
Poi, sempre sorridendo, entrò nella cabina di Ade.

Quel singolare edificio era cambiato molto da quando il figlio di Ade aveva deciso di rimanerci in modo permanente.
Innanzitutto, la cabina non sembrava più un covo per vampiri.
Le pareti erano state ridipinte con un colore grigio scuro.
I mobili avevano un design moderno e non erano molto colorati o sfarzosi.
Infine, qua e là erano appese alcune foto che ritraevano Nico e i suoi amici.

Will si sedette sul comodo letto e guardò il ragazzo dai capelli neri negli occhi.

《Allora, che fai?》chiese con la sua voce allegra.
《Lucido la mia spada.》 Rispose Nico con semplicità.
《E a che ti serve? Tanto è già perfetta così com'è.》replicò il biondo.
《Lo faccio perchè non ho altro da fare.》disse allora il figlio di Ade.

Will lo guardò stranito.
《Ma scusa, che giorno è oggi?》chiese.
《Il 28 Gennaio, e allora?》
《Nico, oggi è il tuo compleanno. Come hai fatto a dimenticarti il giorno del tuo compleanno?》

Il moro si bloccò e rimase immobile e in silenzo per alcuni secondi.
Poi sospirò, abbassò le spalle e si sedette accanto al figlio di Apollo.

《Penso... non so, forse ho avuto molto da fare.》 Disse. 《E poi, non é una gran cosa. Voglio dire, è solo il giorno in cui sei consapevole di essere diventato più vecchio. 》

Solangelo || OneshotsWhere stories live. Discover now