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La nostra storia inizia così.
In una classe della scuola media di Derry, ed ecco i nostri protagonisti seduti in due banchi vicini.

<<Dai, finiscila, mi hai rovinato già un altro quaderno>> si lamentava il gracile Eddie Kaspbrack.

<<Oh andiamo, non l'ho rovinato l'ho solo personalizzato>> cercava di giustificarsi invece Richie Tozier.

<<Fa silenzio ora, la professoressa ci sta guardando>>

<<Ma ci pensi>> diceva il corvino appoggiando il suo mento sul palmo della mano, sempre con lo sguardo sognante  rivolto verso l'amico <<una settimana e questa vecchia baldracca non la vedremo mai più>>

<<Eh, già>> rispose distratto il moro.

<<Ma nella tua vita ce ne sarà sempre e comunque una di vecchia baldracca... Dico bene? >> continuò il corvino. Non era difficile intuire il motivo del suo soprannome: Boccaccia.

<<La smetti di parlare in questo modo di Myra?>> il compagno di banco rivolse gli occhi al cielo, infastidito.

<<Ma veramente io stavo parlando di tua madre>> ribatté, imitando una Voce, anche se questa non era proprio un'imitazione.
O meglio a lui non piaceva definirla tale, era un Voce proprio sua, una sua invenzione, e di tutti i ruoli che interpretava, questo gli apparteneva.

Era la Voce che usava quando diceva qualcosa che per lui era ovvio.
La Voce che usava nelle interrogazioni.
La Voce che usava quando discuteva.
La Voce che usava quando doveva cercare un modo differente per insultare Bowers, sua madre, sua nonna e la sua intera stirpe.
La Voce che prima o poi, ne era sicuro, avrebbe usato per dire ad Eddie ciò che si teneva dentro da troppo tempo ormai.

Eh già, il piccolo Eds.

Si sentiva a suo agio con lui.

Ogni segreto, ogni opinione, ogni battuta, ogni Voce nuova, Eddie le conosceva tutte a memoria ormai.

E per Eddie, vi chiederete, valeva lo stesso?

Certo, ma c'era una differenza, una pecca, qualcosa che non andava, un errore.

Quella vacca di Myra

Era così che l'apostrofava Tozier, ogni qualvolta la incontrasse.

<<Ah... Be' la stessa cosa vale per lei>> sentenziò rassegnato.

<<E va bene, Eds.>>

Gli stringeva l'ultima volta la guancia quando aveva pronunciato questa frase, giusto per il gusto di vederlo infastidito, per poi continuare a far finta di ascoltare l'insegnante.

E proprio in quel momento, suonava la campanella della terza ora.

E ora voi vi chiederete (o forse no, ma d'altronde è soggettivo, a qualcuno potrebbe anche interessare, no?), perché sto volgendo i verbi all'imperfetto?
Certo, sto raccontando una storia, ma avrei anche potuto usare il presente, no? Sarebbe stato più comodo, come se la storia stesse accadendo ora, e tutto sarebbe filato liscio, no?
E invece, no.
Parlo all'imperfetto, perché, tutto questo accadde prima di un fatto, accaduto a sua volta nel giorno più brutto che questi ragazzi abbiano mai potuto anche solo immaginato di vivere.

Solo dopo avervi narrato quel giorno, allora si potrà parlare di verbi al presente.
Lo so, sto divagando.
Ma voi lasciatemi raccontare...

Spazio autrice

Hey!

Ho deciso di riscrivere questa storia

Cambierò anche qualcosa della trama, perché lo svolgimento che aveva quella di prima non mi soddisfava abbastanza

Esticazzi

Ah boh

Stand By Me [reddie]Where stories live. Discover now