Capitolo 14: Viaggio

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  L'allenamento era terminato da tempo, dopo ore di insegnamento, tra deflessioni, colpi e principi di quello stile che Feng trasmetteva goccia per goccia, come se fosse il suo sangue.
Come se fosse la parte più sottile di lui.
Aveva dato al ragazzo una rapida infarinatura delle idee per entrare nella guardia, come la deflessione a schiaffo e quella d'avambraccio, i quattro pugni fondamentali: diretto minore* e diretto maggiore, pugno a martello e pugno rovesciato*. ''Impari veloce'', ammise senza troppi fronzoli, mentre introduceva i colpi di gambe col calcio frontale, mentre una crescente inquietudine cresceva nella sua mente.
Non aveva calcolato, anzi non aveva proprio pensato quanto fossero vicini a quello strano obbiettivo che si era posto.
Finite quelle ore risalì sul suo mezzo, nella sua casa, senza spiccicare più una parola fino alla cena. Shide avvertiva quella nota surreale, che strideva coi passati momenti insieme.
La cena filò liscia come l'olio, ma senza nessuna striatura ironica o goliardica come quella precedente. Anzi, Feng non parlava con Heian e neanche con Fulian, che non scriveva alcunché sulla sua lavagnetta. Si limitava a mangiare, come gli altri, il proprio pasto. In totale, religioso silenzio.
Il nuovo arrivato capiva cosa sarebbe successo il giorno dopo.
La rotta per la strana città era già stata tracciata.
Nella notte, Heian avrebbe raggiunto il sito, nelle vicinanze di Jiuquan, vicino al fiume in secca. Per Shide, era così strano pensare che fossero passati pochi giorni da quando era partito dalla sua cittadina natale, senza poter anticipare neanche uno di quegli strani eventi.
Cos'era quell'escalation? Il destino, gli dei, la sua stupidità, cos'era?
Non poteva saperlo, e questo lo inquietava più dell'ignoto in cui era diretto.
''Beh... Che dire, buona notte... Heian... Dormi almeno sei ore dopo che saremo arrivati...''
Ordinò Feng, ricevendo come risposta solo un leggero cenno della testa.
Shide non riuscì proprio a dormire quella notte.
Aveva una sua stanza, o meglio, un suo loculo: l'ex sgabuzzino delle scope, riadattato rapidamente da Fulian, armata di pennello, rullo e di buona volontà.
Era meravigliosa.
La colorazione color cobalto scuro faceva diventare la stanza ''incorporea'', fusa in un tutt'uno col cielo notturno che si apriva da un'ampia finestra. L'unico particolare a spezzare la continuità del blu erano due grandi cerchi sulla parete, due occhi color giada, incuriositi, simili a quelli di un gatto. L'oscurità suggeriva alla mente che ci fosse anche un muso, delle zampe, e il felino prendeva forma, pur essendo tutto nel cervello dell'osservatore.
Non c'era neanche il letto, il ragazzino era imbozzolato in un sacco a pelo inquietantemente simile a un sacco per cadaveri, ma andava bene così.
A Fotusao ce l'aveva un letto, ma non aveva un domani a cui pensare.
Peccato che non avesse trovato il tempo di ringraziare quella strana artista, il suo gesto era stato così genuino e, stranamente, affettuoso. Tuttavia, riusciva solo a pensare al domani. Yifo diceva sempre che è l'oggi il giorno più importante, ma l'oggi si era già esaurito nell'addestramento. Cosa rimaneva di quell'oggi, se non un mozzicone blu, pieno di stelle?
E domani? Cosa sarebbe successo?
Le ore scendevano col contagocce, come se una mano invisibile trattenesse lo scorrere del tempo. Dopo ore e ore a fissare il cielo gli occhi di Shide si chiusero, proiettandolo in un lungo sonno senza sogni.
Un tonfo gli fece riaprire gli occhi.
Fulian era lì, osservando la sua ultima opera, confezionata a tempo di record. Chi sa quali pensieri da artista si affollavano in quella piccola testa, coperta di insoliti capelli ricci.
''è arrivato il momento?''
Chiese Shide, sfilandosi di dosso il sacco, facendo scrocchiare rumorosamente l'articolazione della spalla.
La ragazzina annuì, per poi lasciarlo solo, recandosi di corsa sul ponte.
Accanto al suo giaciglio trovò un paio di pantaloni larghi, neri, un paio di scarpe basse di colore nero, e una maglietta bianca col primo ideogramma del suo nome in nero.
Il giovane indossò rapidamente i vestiti, per poi correre sul ponte.
Le tre lunghe ombre dei suoi compagni, dipinte lì dal sole del mattino lo accolsero.
''Si, dovremmo essere nel posto giusto... Heian, gira il Fenglong di culo...''
Ordinò il ragazzo, mentre il pilota andava rapidamente nell'abitacolo.
Il gigantesco corazzato si voltò su sé stesso, girandosi dalla parte posteriore, verso alcune piccole dune, proprio a fianco di un fiume ormai morto.
''Accensione delle ventole ausiliarie!''
Poi, solo un sibilo riecheggiò nella piana, seguito da un rombo terrificante.
Tutti i motori, anche quelli ausiliari vennero accesi. Le turbine generarono un vento tale da spazzare via secoli di polvere. In un attimo, come in un sogno, quello che era sotto la sabbia da secoli ricomparve, risvegliata da quel ruggito meccanico.
Una tempesta di sabbia artificiale volò in un nugolo sanguigno, sporcando il cielo di rosso.
Dodici leoni guardiani con in bocca una perla rossa, e dodici Qilin, con in bocca una pietra azzurra cingevano un viale, che venne riportato alla luce, come lo scheletro di un grande, antico animale.
La duna più grande si scoprì una montagna calcarea, su cui appariva un portale, ormai completamente logorato dal tempo. Parte della colonna destra era caduta a pezzi, rivelando la trave d'acciaio al suo interno, mentre l'entrata era sigillata, con tre travi d'acciaio, imbullonate al suolo, una scritta, ormai illeggibile cingeva il metallo.
''Chi sa cosa c'è scritto...''
Sussurrò Feng.
''Beh, sicuramente non c'è scritto ''Non crivellate con un raggio calorifero''... Heian, fai ciò che sai fare meglio!''
Gridò, volgendo tutta la sua figura verso l'abitacolo, mentre il vento delle turbine faceva svolazzare la sua camicia ovunque.
Una luce impressionante invase la piana, così forte che Shide fu costretto a schermarsi gli occhi.
I pannelli solari sul mezzo si illuminarono, generando dei raggi che conversero in un prisma al centro del corpo del mezzo. Un raggio a altissima precisione colpì le tre barre d'acciaio alla velocità della luce, che, in pochi secondi si sciolse al suolo come mercurio.
Non ci volle molto perché l'equipaggio del Fenglong scendesse a terra, davanti a quella visione surreale.
Shide non vedeva più Heshi come una terra favolosa, ma come una città-cadavere, e l'idea di scendere nel suo grembo lo attraeva, ma lo terrorizzava allo stesso tempo.
Le travi d'acciaio avevano rivelato un abisso senza tempo.
Le ombre dei ragazzi , ingigantite dal primo sole sfidavano quella fila di statue mitologiche, guardiani dei segreti di quel luogo dimenticato.
Gli occhi di Feng si calmarono, mentre il ribollire dell'acciaio fuso si calmava e il metallo tornava alla sua colorazione grigio-argenta.
''Shide... Tieni...''
Sussurrò il ragazzo, mentre si sfilava i guanti, porgendoli al suo nuovo compagno. Il ragazzino pensava che fossero un semplice ornamento, ma non aveva notato la rigida borchiatura sulle nocche, utile a massimizzare i danni da botta. Un secondo oggetto scivolò dalle mani del combattente: un tozzo pugnale d'acciaio, curvo, corto la metà dell'avambraccio del suo nuovo proprietario, estremamente lucente, dal manico realizzato in pelle squamosa e verde, probabilmente di un grosso serpente.
''Io ho già la mia arma... E io non ho la minima idea di cosa ci sia lì dentro, ma se c'è un altro inferno... Il novizio sei tu.''
Concluse Feng, varcando la soglia con passi lunghi e malfermi.
Si trovò avvolto in quell'oscurità millenaria.
Non era così sicuro che il suo guardo non ne fosse ricambiato da quel buio senza età.
*Diretto minore: Gergo cinese per definire il Jab pugilistico, ossia il pugno con la mano avanzata, atto più a disturbare che a fare reali danni
*Pugno rovesciato: Pugno noto nelle arti marziali cinesi come Gwa choy, in quelle giapponesi come Uraken e in termini inglesi tradotto come ''Backfist'', un colpo diagonale o rotatorio portato col dorso della mano e con le nocche.  

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⏰ Last updated: Jan 24, 2018 ⏰

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