Capitolo 11: lotta

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AShide non rimase che un piccolo spiraglio di cielo in cui guardare,lambito dall'angolo del tavolo e il parapetto del Fenglong.

Unfischio continuo, seguito da uno schianto e da una serie di crepitii.

Ilragazzo sobbalzò, mentre una delle ''autrici'' di quel suonogli rimbalzava a meno di un passo: una freccia, creata unendogrezzamente una stanga di carbonio e un pezzo di vetro, cosparso diuna sostanza scura.

Trattennea stento un urlo, o meglio, la mano del pilota lo fece per lui,stringendogli la bocca, per poi scuotere la testa in un cenno.

Fulianstrinse le gambe, chiudendosi in una posizione simile a quella dellameditazione buddista, per guadagnare spazio sotto la sedia.

Losguardo di Feng cominciò a ribollire, mentre si guardava intorno inmodo quasi convulso, per poi bloccarsi a qualche centimetro dalla suamano destra, che poggiava, tremante, a qualche centimetro dal suoobbiettivo: un bastone di ferro che teneva insieme le due parti deltavolo.

''Ricaricate!''

Urlòqualcuno, ma subito, il suo grido si sovrappose con uno scricchioliometallico. Poi, un fruscio, e la luce della luna che inondava la zonain cui prima c'era il tavolo: erano rimasti scoperti, Feng avevasollevato il mobile.

Uncalcio laterale di potenza eccezionale mandò il pezzi il banco,investendo gli arcieri, ossia un mucchio di predoni.

''Qualcunocerca vendetta?''

Sbraitò,saltando giù dallo spalto, con il bastone metallico stretto in mano.

Luiera solo uno, gli altri almeno venti, e altri erano nascosti dietro.

Lefrecce erano collocate in un grande cesto, accanto a un braciere.

Shidesi affacciò poco dopo, appena in tempo per vedere Feng lanciare unastincata al caldano, che cadde rovinosamente sul resto delle frecce,che presero fuoco in pochi decimi di secondo, lasciando gli altritotalmente disarmati.

Unattimo, un secondo, o meno, di completo silenzio, poi un fruscio euna carica.

Unodei briganti impugnò l'arco a due mani, cercando di colpire ilragazzo al volto.

Unoscricchiolio, la figura del giovane combattente rimasta completamenteimmobile.

Nonsi era neanche scansato del tutto, aveva solo lasciato colpire l'arcosu una spalla, e questo era bastato a distruggerlo in mille pezzi.

Unfruscio attraversò l'aria, mentre una scia nera si abbatteva inpieno volto nemico, generando un'inquietante schianto.

Unurlo invase la piana, mentre il ragazzo stringeva a due mani ilbastone, per poi abbassarsi e scattare all'indietro, mentre dalleretrovie emergeva un bruto armato con una mazza.

Eraun macigno, ma la folla degli arcieri in ritirata confondeva il suopassi, rendendoli incerti nonostante la sua stazza.

Alragazzo bastò ritirarsi un momento e poi riemergere con unasprangata per colpirlo sull'articolazione del ginocchio eazzopparlo.

Cadde,mentre il suo viso si contraeva in un urlo, sollevando un vortice direna rossiccia.

Idue compartimenti della flottiglia erano quindi divisi: da una partegli arcieri, che non riuscivano a ritirarsi, riuscendo solo asollevare nugoli di polvere, e le retrovie, armate meglio, ma ancoralontane.

Shidesi guardò indietro per un attimo, notando che Fulian non c'era piùe che Heian era in piedi accanto a lui.

''IlFenglong è girato di culo, in obliquo, non posso metterli sotto,scendo!''

Sons of the EndWhere stories live. Discover now