25 ~ Alessio

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Sono piuttosto frastornato stamattina e faccio una gran fatica ad alzarmi, sono le 9 e sono ancora sotto le coperte ma non è domenica cavolo!
Ho appena chiamato la mia odiosissima segretaria per avvisarla che arriverò nel pomeriggio, per mia fortuna non ha fatto allusioni ed è stata piuttosto fredda e distaccata, forse ha finalmente capito l'antifona?
Ancora sotto le coperte decido il da farsi, dopo la serata di ieri sera ho un gran bisogno di sapere di più sul mio alunno, a questo punto, preferito... Marco. Penso che la mia collega Angela potrebbe aiutarmi, un caffè insieme potrebbe farmi guadagnare qualche indiscrezione su di lui.
Mentre mi lavo e mi vesto ripenso a quanto sono stato vicino al suo viso ieri sera e non oso pensare se mi avesse cercato di baciare, gliel'avrei permesso?
Cavolo sarebbe stata una mia prima volta, ancora non sono sicuro però della sua omosessualità, e se mi stesse provocando per poi deridermi? Mi sa di essere un bulletto sfrontato e ribelle ma il fatto di aver difeso quel ragazzo il primo giorno di scuola, mi fa riflettere e non poco.
Devo assolutamente addentare qualcosa prima di uscire di casa, ieri sera appena rincasato sono andato dritto in camera con lo stupore di tutti, ho saltato la cena con la scusa del mio terribile mal di testa.
Mentre addento un toast Noemi che stranamente è ancora a casa mi si avvicina - Allora Ale, va meglio stamattina? - mi accarezza la testa teneramente.
- Molto meglio grazie! -
Non mi sfugge il suo sguardo indagatore e maliziosamente mi si avvicina - Ci siamo innamorati? -
Nego con la testa e sorridendo mi avvio alla porta - Buona giornata Noemi! -
- Non me la racconti giusta professore... avrai mica rimorchiato qualche prof? -
Non le rispondo, quanto è lontana dalla realtà e finalmente scendo le scale non riuscendo a sfuggire alla porta, quella porta del secondo piano, se solo si aprisse di nuovo...
A scuola vado direttamente alla sala professori e cerco Angela ma per mia sfortuna non la trovo. Mi guardo in giro e provo a controllare gli orari di ricevimento dei prof ma mi accorgo di non conoscere il suo cognome.
Due mani mi cingono i fianchi - Mi stavi per caso cercando? Ti sono mancata? -
Oh no, iniziamo bene e dire che la devo anche invitare per un caffè, ci sto ripensando.
Vedo la delusione sul suo sguardo quando non confermo le sue supposizioni - Peccato avrei volentieri preso un caffè con te e fatto una pausa insieme -
Grande Angela - Ho proprio voglia di un caffè ma te lo offro io - mi scappa un occhiolino e non mi sfugge il suo sguardo sognante.
È così audace da prendermi sottobraccio e arrivati al bar della scuola avvicina talmente lo sgabello da avere le sue gambe quasi sulle mie.
Sarà un caffè velocissimo mi riprometto e arrivo subito al dunque - Scusami Angela volevo chiederti... lo conosci Menfi della 5 A? -
- E chi non lo conosce, forse quest'anno riusciamo a liberarcene, riuscirà finalmente a diplomarsi! Un tipo così è uno smacco per questa scuola -
Le sue parole mi feriscono devo ammetterlo, non capisco perché ma voglio difenderlo - Beh bisognerebbe capire i motivi però, non sarà sempre stato così no? -
- Non provare a difenderlo! Io sono qua solo da due anni e me ne ha combinate di tutti i colori e non ti dico cosa mi hanno raccontato gli altri prof... a Michele il prof di economia ha tagliato una gomma della macchina dopo avergli dato una nota sul registro -
Sgrano gli occhi - Beh ho sentito però che ha subìto un brutto fatto di bullismo in prima superiore da parte di due ragazzi che sono stati poi espulsi -
- Cioè? - mi sento in apprensione, cosa gli hanno fatto?
- È sempre stato un ragazzo di dubbia sessualità, probabilmente effemminato ma qualche ragazza sembra l'abbia avuta quindi non so se sia propriamente gay -
- In che senso scusa? Mi sembra tutto fuorché effemminato ed è anche un bel ragazzo - mi sento di difenderlo.
- In prima superiore ha accarezzato un suo vicino di banco che non ha subito capito le sue intenzioni e quando nei bagni della scuola si è spinto a baciarlo il compagno è fuggito urlando che fosse una checca e che doveva lasciarlo in pace... purtroppo il fratello del compagno di banco, più grande di 3 anni ha aspettato fuori dalla scuola Menfi e con l'aiuto di un suo amico l'ha picchiato abbastanza violentemente -
- Da quel momento Menfi è cambiato, ha iniziato a tatuarsi, a fumare e a prendere brutti voti a scuola. Penso sia andato anche in palestra perché ha un fisico piuttosto tonico e muscoloso. Nessuno ha più avuto il coraggio di avvicinarlo, neanche le ragazze perché ormai è stato etichettato come checca -
Mi tremano le mani dal nervoso e ho le lacrime agli occhi, penso a quanto sono codardo a non essermi mai dichiarato per paura di qualunque ritorsione mentre Marco invece, già così giovane, ha provato sulla sua pelle che cosa vuol dire essere diverso.
Non sopporto più la presenza di Angela che ne ha parlato in modo così distaccato e insensibile, pago i caffè e con sua grande sorpresa la lascio al bar.
Esco dall'istituto e come liberato da un posto opprimente respiro a pieni polmoni, quando lo vedo seduto al solito scalino non me ne vado.
Faccio la cosa più spontanea e più liberatoria, mi avvicino e mi ci siedo vicino.
Gli rubo la sigaretta e l'aspiro come non ho mai fatto prima, il fumo esce tutto sulla sua faccia che mi guarda incuriosita.
- Hai ragione Marco in questa società non c'è spazio per i tipi come me e... te -
Ridiamo tutti e due e lo abbraccio, sì l'abbraccio senza pensare alle conseguenze, si merita il mio conforto e finalmente io mi merito di sentirlo un ragazzo addosso.

Il loro primo abbraccio 👨‍❤️‍👨

Papaveri rossi alla fermata del treno (#1 Book)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora