13 ~ Alessio

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Dedico questo capitolo a Patty-27 🙃

Devo sbrigarmi o farò tardi, mamma non me lo perdonerà questa volta. Sono già 2 venerdì che salto la cena a casa dei miei, speravo di interrompere questo circolo vizioso con il mio trasferimento. Niente da fare mamma sa essere testarda e molto persuasiva, confidavo in papà ma è troppo succube e pur di non discutere con lei non mi ha dato man forte.
Sono le 7 e mezza e considerando il traffico che c'è a Torino a quest'ora mi conviene affrettarmi, l'appuntamento è alle 8 nella mia casa in collina, non vorrei sorbirmi anche le lamentele di mamma per un mio ritardo oltre che ai coniugi Bollani.
Li detesto, loro e la loro continua etichettatura su chiunque posino lo sguardo, sono i più cari  amici di famiglia ed io e Sara siamo cresciuti insieme. Tutti e due figli unici e coetanei, sorrido al pensiero di noi piccolini che giocavamo insieme in camera sua, spesso mi scoprivo a giocare con le sue Barbie e lei manteneva il segreto. Spesso voleva giocare al dottore e l'ammalata e, nell'andare avanti negli anni quando eravamo quasi adolescenti, ne approfittava per farsi palpare spudoratamente.
Ha sempre avuto un debole per me Sara, voleva essere a tutti i costi la mia prima fidanzatina, a 14 anni stanca di aspettare ha preso lei l'iniziativa e con impeto mi ha baciato, con la lingua.
Fui sorpreso ed è lì che scoprii il mio totale disinteresse verso il genere femminile nonché quasi un disgusto nell' intrecciarsi delle nostre lingue. Sara non la prese bene e da quel momento iniziò ad alternare un ragazzo diverso alla settimana e 10 anni è rimasta incinta di un ragazzo appena conosciuto in discoteca.
Un vero smacco per la famiglia Bollani che la costrinse presto a sposarsi e dopo così tanti anni non penso Sara abbia potuto trovare la felicità né con la nascita della piccola Matilde né con il suo rozzo compagno, sempre in cerca di un lavoro da tenere stretto.

Eccomi a parcheggiare nel vialetto di casa, con piacere noto Anna venirmi incontro ed abbracciarmi caldamente, per me lei è casa mia. La governante di casa nonché mia baby-sitter, mi ha cresciuto ed ha sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti delle mie fragilità e mancanze dovute a genitori troppo pieni di loro e per lo più assenti.
Ha ormai 60 anni Anna ed è vicina alla pensione - Alessio quanto manchi in questa casa! Mancano i tuoi sorrisi.. - la vedo commuoversi e l'abbraccio di nuovo, per lei sono sempre stato il figlio desiderato e mai avuto.
Ci avviamo verso casa - Finalmente! Presto accomodati nella sala da pranzo Ale.. e tu Anna corri a portare gli antipasti, la cena deve avere inizio! -
Sempre una parola buona mamma, neanche un bacio al suo unico figlio, faccio come mi dice è inutile ormai contraddirla. Eccoli lì schierati i coniugi Bollani e.. con mio grande stupore trovo anche Sara e la piccola Matilde sedute proprio vicino al mio posto.
- Eccoti Alessio.. ti aspettavamo! - Michela Bollani mi sorride falsamente, come suo solito. Per fortuna Sara mi fa l'occhiolino e la scorgo spesso durante la cena a guardarmi languidamente e soffermarsi spesso con la sua mano sinistra ad accarezzarmi la mia gamba destra, non c'è niente da fare subisce ancora il mio fascino.
Nel bel mezzo delle seconde portate, a cena quasi finita e quando pensavo di averla quasi scampata eccola Michela Bollani a darmi il colpo di grazia - Allora Alessio.. single impenitente.. sei pronto finalmente a dare una svolta positiva alla tua vita? Sara ha appena lasciato finalmente quel volgare ragazzo.. giusto il tempo di chiudere con la pratica del divorzio e tu e Sara potrete finalmente coronare il vostro sogno, con i tuoi genitori non vediamo l'ora di diventare con suoceri.. finalmente! -
Mi sembra di impazzire.. cosa?! Mi volto verso Sara che mi guarda sognante e davanti a me i miei genitori che sono pronti a brindare tutti assieme.
- Ora basta.. mi avete stufato tutti quanti! La vita è mia e sono io a decidere con chi stare e con chi passare il resto dei miei giorni! -
Mi osservano tutti attoniti, nell'alzarmi faccio cadere la sedia malamente, non sento le urla di mamma e neanche Anna che cerca di afferrarmi amorevolmente, tutto ciò che voglio è allontanarmi da qui il più in fretta possibile.

Finalmente arrivo all'appartamento, scendo dall' auto e tremo ancora dal nervoso, sono a due passi dall'entrata del palazzo quando mi accorgo di un ragazzo seduto sugli scalini ad impedirmi l'accesso.
Quello è.. Marco.. Marco Menfi il mio alunno, ma che ci fa qua?
- Prof ha da accendere? - faccio no con la testa e glielo chiedo - Ma tu che ci fai qui? -
Si alza e mi dà un colpetto alla spalla con la sua - Io ci vivo qui, secondo piano, terza porta a destra -
Mi fa l'occhiolino e sparisce nel buio.
Lo osservo andar via e già lo so, questo vicino di casa non mi porterà che grandi sconvolgimenti.

Alessio finalmente si è ribellato! 👏🏻💪🏻

Papaveri rossi alla fermata del treno (#1 Book)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora