2. Ary: Questo non è

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In teoria significava che avevo più tempo per studiare e dovevo esserne felice perché avevo un sacco di materie da recuperare, ma io odiavo studiare anche se avevo bei voti.

La biblioteca della Marcey Academy era un luogo che induceva alla concertazione in teoria, ma io continuavo a distrarmi. Giocavo con le ciocche di capelli biondi e mi perdevo con lo sguardo nella parete di enciclopedie davanti a me.

Nella mia testa sentivo solo le note di una canzoncina di cui non ricordavo nemmeno le parole e i vuoti venivano riempiti con termini insensati.

«Boo»

Saltai sulla sedia e cacciai uno stillo, ma una mano mi coprì la bocca impedendomi di far riecheggiare quell'imbarazzante suono.

«Non avrei mai pensato che ti saresti spaventata così tanto, FireLiz» commentò Nathan Cray divertito sedendosi al mio fianco.

Ah, già, anche lui si trovava in quella scuola.

La cosa positiva della Marcey Academy era la sua immensa grandezza e spaziosità. Ed era difficile incrociare per caso qualcuno che conoscevi ma con cui non avevate corsi in comune. A meno che non lo andassi a cercare.

«Zitto tu.» lo ignorai abbassando lo sguardo sui libri.

Storia? Non stavo facendo matematica?

«Ho sentito della tua sospensione. Twain è proprio crudele. Io non ti avrei mai ritirato il pass. Anche perché con me sapresti sempre tutto.» disse appoggiando fastidiosamente il gomito sul tavolo.

Non gli risposi e continuai a fissare i numeri non matematici sul libro.

«La proposta è ancora valida, FireLiz.» sussurrò il Rubinetto fastidioso.

«Quale proposta?» sbuffai.

«Di uscire con me.» disse.

Mi voltai verso di lui, stufa delle sue prese in giro, ma mi ritrovai i suoi occhi color primavera fissi seri su di me.

«Si può sapere che cos'hai in mente?» chiesi inarcando il sopracciglio.

Il sorriso tornò sulle sue labbra.

«Tante cose, come è giusto che sia per un artista come me. Ma per la nostra uscita, pensavo ad un giro al parco divertimenti per poi passare ad una piacevole cena in un ristorante italiano e un finale...» schioccò la lingua «a sorpresa.» concluse.

«Scordatelo. Sembra un appuntamento di coppia e non voglio assolutamente.» dissi seccamente.

«Ahia, come sei brutale, FireLiz.» commentò scuotendo teatralmente la testa e assumendo un'espressione fintamente ferita.

«Mi si spezza il cuore.» aggiunse portandosi una mano sul petto e come per magia sul suo palmo comparvero dei frammenti di vetro rosso.

Alzai gli occhi al cielo.

«Solo tu puoi farlo tornare come prima.» affermò allungandomi i cocci di vetro.

«Non voglio.» dissi. Ma lui me li mise in una mano e appoggiò la sua sulla mia.

Era enorme rispetto alla mia e me la copriva tutta senza alcuna difficoltà.

C'era da dire che Cray le aveva anche più curate delle mie.

Quando spostò la sua da me, tra le mani mi ritrovai un cuoricino di vetro rosso tutto intero.

Non potevo fingere ancora di non essere rimasta stupita, ma cercai di non darlo a vedere. Ero terribilmente curiosa di sapere come avesse fatto.

Elements: RimastaWhere stories live. Discover now