~ Epilogo ~

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La neve cadeva debolmente attorno a loro, spruzzando di bianco il terreno secco, ma Deana pareva non essersene nemmeno accorta. O se l'aveva fatto, era servito solo a incrementare la sua gioia vista l'energia con cui si stava muovendo.

La bimba si muoveva infatti a piccoli saltelli, balzando da una piastrella all'altra senza mai pestare le fughe, i piedi uniti e le ginocchia piegate, e si teneva con forza alla mano di Sehew per non perdere l'equilibrio.

Ogni passo richiedeva così il doppio del tempo, ma non avevano veramente fretta e dopotutto, le piaceva vederla giocare.

Eppure erano arrivati ormai. Le sistemò il mantello sulle spalle, che si stava allentando, e ne approfittò per fermarla. «Adesso, Deana, è il momento di comportarsi bene. Siamo arrivate, vedi? Guarda il fumo che si alza dietro le rocce».

Bastò quello. Deana annuì e le sorrise con amore. Si sarebbe certamente comportata a dovere, era una bambina intelligente per la sua età, ma la stupiva sempre la spontaneità di cui era capace. Era quasi commovente.

Mano nella mano superarono dunque l'angolo e si avviarono su per lo stretto ponte di pietra, dritte verso le mura. E tutto cambiò. Sehew attinse al potere della propria Benedizione, lasciando che scorresse nel suo corpo, raddrizzò le spalle, alzò il mento, e per chi la vide parve come avvolta dalla luce in una degna raffigurazione delle stirpi antiche.

Le guardie, accortesi all'improvviso della sua presenza, si strinsero in un saluto rigido e gli uomini che affollavano il passaggio si fecero rapidamente da parte, inchinandosi con deferenza. Il nervosismo nelle loro voci era quasi palpabile, ma Sehew si limitò a sorridere a tutti con garbo.

C'era stato un tempo in cui quel ruolo di comando la metteva a disagio e Idreim era stata solita scherzare a più riprese su quell'altalenante aura di rispetto che pareva circondarla di quando in quando, ma ora non più. Non da quando aveva imparato a controllarla almeno.

Sorrise al pensiero e oltrepassò il cancello, il lungo mantello che strisciava per terra. Nessuno le fermò quando salirono i gradini della Sala Dorata e nessuno le avvicinò nemmeno quando entrarono e s'inoltrarono nella fortezza. Ne aveva il diritto: era stata lei a ordinarne la costruzione, anni e anni addietro.

Prese una torcia dalla parete con la mano libera e condusse la bambina attraverso il salone silenzioso, illuminando appena l'oscurità. La sala delle udienze, gli alloggi dedicati alla nobiltà, ignorò tutto e proseguì dritta sotto allo scuro arco di pietra, verso i sotterranei.

La fortezza, lo sapeva, era stata progettata per ospitare decine di migliaia di soldati, così come sovrani e personaggi illustri, ma non era quello il suo scopo primario. E non era per guardare i confini settentrionali, ormai sguarniti dopo la caduta di Meinwae, che era stata eretta, com'era stato invece dichiarato. La verità era segreto di pochi.

«Nonna, perché siamo qui?» osò infine Deana, quando stavano ormai per terminare la lunga scalinata. Il timore di disturbarla era chiaro nella sua mente, e Sehew lo addolcì con una debole carezza mentale.

«Questo, bambina mia, è un luogo molto speciale. Vedi laggiù, in fondo alla scalinata? C'è un'epigrafe, ci dirà tutto ciò di cui abbiamo bisogno.»

Non ci fu bisogno di parole: sentì la curiosità accendersi nella mente della nipote ed il desiderio di correre, ma anche la reticenza dovuta al dovere. Sciolse i suoi dubbi come un pettine tra i capelli e lasciò che corresse in avanti.

Lei se la prese con calma. Era ben più mobile di quanto avrebbe dovuto essere una donna della sua età, ma gli anni cominciavano a farsi sentire.

«Cosa c'è scritto?»

Idreim [Completa]Where stories live. Discover now