Capitolo 9 - Addii

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«Qui ci salutiamo allora...» iniziò Sehew, gli occhi bassi sulla neve che le arrivava a metà polpaccio. Il cielo era ancora coperto da una cappa di nuvole grigiastre, ma qua e là filtravano comunque i raggi di sole che si riflettevano sul bianco. La foresta, le rocce, parevano brillare di infiniti puntini luminosi.

Idreim fu l'ultima a fermarsi quando lei smise di camminare.

La capiva, lei stessa aveva ritardato il più possibile quel momento, ma non poteva più aspettare. Il vulcano torreggiava ormai sopra di loro e Thi'a avrebbe potuto essere ovunque.

Berold non disse nulla, Derrien nemmeno, avevano già accettato la sua decisione, ma Idreim non si sarebbe arresa senza provare, lo sapeva. «Non cambierai idea, vero?» Quegli occhi, azzurri come il ghiaccio e penetranti come una lancia... Ma doveva reggerli. Vista la scelta che aveva fatto, aveva il dovere di guardare in quella pozza scintillante che erano i suoi sentimenti e accoglierli tutti.

Le vennero le lacrime agli occhi.

«No» riuscì ad articolare, impedendosi tuttavia di piangere. Istintivamente le mani corsero a massaggiarsi la pancia. «Non posso, Idreim. Il mio bambino... non posso metterlo in pericolo così. So che puoi capirmi».

E Idreim capì infatti, era scritto inequivocabilmente sul suo volto e chiaro nella sua mente, e per la prima e unica volta da quando l'aveva conosciuta, fu Idreim a distogliere lo sguardo per prima. Gli occhi luccicavano alla debole luce del mattino.

Le sorrise debolmente e guardò Berold. Lui più di tutti appoggiava quella scelta, non si sarebbe opposto.

La avvicinò con passo sicuro e la circondò in un abbraccio, dondolando leggermente sul posto. «Crescilo bene, mi raccomando, così che il suo nome venga ricordato nei secoli a venire».

«Lo cresceremo insieme, Berold».

Ma Berold non ricambiò mai quell'ottimismo. Le prese per le spalle e la guardò con un'intensità che non aveva mai visto nei suoi occhi. «Farò tutto quanto in mio potere, te lo giuro, per tornare da te. Ma se non dovessimo farcela, prenditi cura di lui. Sarà il mio unico lascito su questa terra».

La abbracciò quindi e strinse il suo volto al petto con forza. Quante volte aveva giaciuto tra quelle braccia muscolose? Quante volte si era sentita protetta da quell'uomo dal sorriso lento ma dal cuore d'oro? Troppe perché potesse contarle.

Fu lei a lasciarlo andare perché più tempo vi fosse rimasta attaccata, più difficile starebbe stato separarsene.

Stava facendo veramente la cosa giusta? A parole dicevano tutti di sì, ma era così facile leggere la verità sui loro volti: la mente di Berold si era rifugiata in un caotico vorticare di sentimenti; Idreim tentava di mascherare lo sconforto con un sorriso tutt'altro che naturale e Derrien... Derrien era quello che più di tutti riusciva a nascondere ciò che provava, ma l'immagine del cavaliere impassibile contrastava così tanto con quella del ragazzo dolce e sorridente che aveva di lui da essere forse la più dolorosa.

«Posso contare su di te, Derrien?»

«Da qui alla fine dei miei giorni».

«Fa' che non siano questi i vostri ultimi giorni, allora. Te ne prego...» Abbracciò anche lui prima che avesse il tempo di risponderle e il Cavaliere ricambiò. Avevano passato poco tempo assieme rispetto a quanto aveva fatto con gli altri, ma il suo animo gentile l'aveva conquistata fin da quel primo giorno alla Casa di cura e la sua pazienza, la sua continua apprensione per gli altri, l'avevano fatta sentire al sicuro. L'avevano fatta sentire a casa.

«Non morite» disse solamente, lasciandolo.

Non era giusto abbandonarli così. Non era giusto restare indietro da sola quando loro andavano incontro al pericolo. Ma come avrebbe potuto mettere a rischio quel legame col mondo che solo adesso veniva a galla? Quel bambino era la prova che lei era esistita e che quell'incontro con Berold, sul campo di battaglia, sarebbe sopravvissuto allo scorrere del tempo...

Idreim [Completa]Where stories live. Discover now