15- È guerra, Bambolina

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Zachary's pov

"...l'opera d'arte costituisce una delle forme del percorso lungo il quale lo spirito si libera dall'esteriorità della natura per ritornare alla piena comprensione di sè"

L'arte ti aiuta a comprendere te stesso. È proprio questo che fa.
Ogni volta che disegno mi faccio guidare dalla matita in attesa di vedere i miei pensieri diventare vivi su carta. E non posso fare a meno di pensare alle creazioni di Jane, che sono così diverse tra loro, in base a cosa prova lei mentre da loro vita. 

La lezione finisce troppo presto oggi a mio parere. Termina prima ancora che possa rendermene conto.

Forse perché ti sei messo a fantasticare su di lei invece che fare attenzione al professore.

Infilo il quaderno e la penna nello zaino affrettandomi ad uscire prima che a una delle ragazze sedute dietro di me venga in mente di rivolgermi la parola. Ma contro ogni aspettativa è la voce del professor Smith a fermarmi sulla porta.

"Signor Tompson"

Mi giro quasi a rallentatore. Cosa vorrà da me adesso? Teoricamente è suonata l'ora di pranzo. Si è accorto che non l'ho ascoltato gli ultimi venti minuti?

"Mi complimento con lei. Il suo ultimo esame è stato superato con ottimi voti"

"I-il mio?" Mi indico incredulo guardando Austin che mi sorpassa facendomi i pollici alzati.

"Certamente. È migliorato notevolmente, deduco che si stia applicando di più, signor Tompson"

"Sì, è così professore"

"Continui così"

Lo saluto ancora basito ed esco alla velocità della luce.

Non vedo l'ora di dirlo a Jane! Rimarrà sorpresa dalla notizia di me che vengo complimentato per una tesi di psicologia.

Apro il portone della mensa e immediatamente l'odore forte di cibo invade le mie narici. Austin e Isaac saranno sicuramente al tavolo con la squadra di football perciò non perdo tempo a cercare di individuarli tra la folla.

Comincio a fare la fila per accaparrarmi il pranzo. Prendo il vassoio beige, l'acqua naturale- perché il coach vuole che beviamo e mangiamo sano prima di ogni partita- uno dei piatti ancora vuoto e poi arrivo a dover decidere cosa mangiare.

Paige, una donna robusta che lavora dietro al bancone della mensa da quando ero una matricola, elenca le pietanze presenti.

"Pizza, lasagne o arrosto con contorno" Dice annoiata più che mai prima di tirare su col naso. Bello avere la donna della mensa ammalata che ti serve.

"Ehm..."

"Non ho tutto il giorno" Continua a parlare atona strofinandosi il naso sulla mano. Spero solo non mi serva con quella.

"Lasagne"

Come temevo circonda, con le mano sudaticcia e contaminata, il mestolo troppo vicino alla mia porzione.

Fai finta di niente Zack, fai finta di niente...mi ripeto inutilmente. Il mio cervello non può far altro che pensare alla sua mano sporca vicino al mio cibo.

Tendo il vassoio titubante e Paige ,con la 'delicatezza' che la contraddistingue, butta la porzione nel mio piatto.
Credo che uno schizzo di sugo mi sia finito vicino a un occhio.

Passo oltre lasciando a Paige un altro mal capitato e mi appresto a scegliere se mangiare un frutto o un dolce. Quasi sento la voce perentoria del coach che mi urla in un orecchio di scegliere del cibo sano.

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