₪11₪ Combatteremo sempre

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-Promettimi che tornerai. Tu e tutti voi anche-dice a un certo punto Jared fissandoni.
-Torneremo, te lo promettiamo Jared-risponde Sert al mio posto.
Jared annuisce, si alza e se ne va.
-Ci vediamo a pranzo-annuncia tristementr salutando due suoi amici in lontananza.
Lo guardo andarsene via, sapendo che abbiamo solamente 3 ore per stare insieme.
Spero possa riprendersi il prima possibile e non faccia cose stupide.
Oramai ho finito colazione.
-Vado a parlare a Jiselle per una cosa-annuncio ai miei amici.
Prendo il mio vassoio e lo metto negli scaffali adebiti al raccoglimento di essi, poi esco dal refettorio e mi avvio verso la segreteria.
Quando arrivo, vedo Jiselle impegnata con alcuni documenti.
È davvero una bella ragazza, ha 30 anni e quei capelli biondi sono quasi perfetti.
Mi avvicino a lei che mi saluta con un gran sorriso-Ehy Blake! Tutto bene?-
-Ciao Jiselle. Abbastanza, grazie-rispondo.
-Hai bisogno di qualcosa?-chiede.
-Si, ti servirebbe dell'aiuto qui in segreteria?-chiedo sperando in una risposta positiva.
-Beh, qualcuno che mi aiuti mi farebbe davvero piacere-risponde lei.
Ció che speravo di sentire.
-Jared potrebbe aiutarti per un pó di tempo? Oggi accadrà una cosa che scoprirete a pranzo ma mi serva una certezza. Potrebbe aiutarti per un bel pó di tempo?-chiedo speranzoso.
-Sono a conoscenza di ció che accadrà, credevo non lo sapessi. Ci penseró io a Jared, ci conosciamo già molto bene. Digli che lo aspetto qui dopo pranzo-dice Jiselle avvicinandosi a me.
Dopo, mi abraccia-Buona fortuna-dice.
La ringrazio ed esco dalla segreteria.
Non so come passare queste ultime due ore, ma penso che staró coi miei amici.
Sto camminando quando Jiselle mi raggiunge e mi ferma-Solo una cosa, là fuori, non farti comandare. Fai solo ció che ti sembra giusto, rimani te stesso-dice questo e poi torna indietro.
Che cosa intende dire?
Di non farmi comandare...là fuori ci saranno dei tenenti o qualcosa di simile, ma perchè non dovrei fidarmi?
Che ci sia qualcosa sotto a tutta questa faccenda?
Io non lo posso sapere.
So solo che, se devo morire, lo faró per provare a salvare il mondo e provare a dare a me e i miei amici una vita degna di essere vissuta.
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Arrivo nella mia camera e trovo Dylan da solo.
Non mi ha sentito entrare, quindi inizio ad avvicinarmi e lo chiamo per nome-Dylan?-chiedo.
Sono preoccupato.
È virato di spalle, sta piangendo e il suo corpo trema.
Che cosa cazzo gli sta succedendo?
Mi avvicino ancora, lentamente-Dylan, che cosa stai facendo-
Appena arrivo abbastanza vicino, lo vedo in faccia.
Ha numerosi lividi e tiene in mano un coltello, indirizzato verso i polsi.
So quello che sta per fare, quindi tiro un calcio alla sua mano per disarmalo.
Il coltello vola via e lo afferro nel fondo della stanza.
Lui sembra che non se ne sia nemmeno accorto, tant'è che non ha cambiato posizione e continua a piangere.
Metto il coltello in tasca, mi siedo davanti a lui e provo a farlo parlare-Dylan, cos'è successo? E perchè sei qui da solo?-tento.
Lui continua a fissare il solito punto vuoto e fisso.
-DYLAN!-grido piú forte che posso e allora lui alza lo sguardo verso di me.
È pieno di lividi in faccia e ha un occhio rosso.

-Chi ti ha fatto questo? E perchè volevi tagliarti le vene e ucciderti! Sappi che non sono stupido, quindi dimmi la verità-dico serio e insistente.
Lui prende un bel respiro e prova a parlare.
-Non è stato nessuno a farmi questo. O meglio, una persona è stata-dice lui a tono basso e debole.
-Chi?-chiedo secco.
-Sono stato io-risponde fissandomi.
Come ha potuto?
Perchè ridure in quello stato la sua faccia?
-Perchè l'hai fatto Dylan?-chiedo.
-Il mio ragazzo è morto e tra 1 ora saró parte di un esercito per uccidere quegli alieni maledetti. Che senso ha andare avanti-risponde lui.
-Fallo per Randal. Era un mio grande amico, ma per piacere, prova ad andare avanti per lui-dico cercando di aiutare.
-Non ha senso. Odio me e il mio corpo, non vivo una vita come la vorrei. Inoltre, sin da piccolo vengo insultato per la mia omosessualità, non ha senso vivere in un mondo dove ti odiano tutti-dice lui.
-Hai me e gli altri e lo sai che ti vogliamo bene. Fai parte del nostro gruppo e noi non abbandoniamo nessuno-rispondo.
-Vorrei avere Randal qui vicino-commenta piangendo.
-Sarà sempre vicino a te, Dylan. Sii forte-dico e lo abbraccio.
Dopo aver sfogato le ultime lacrime, si alza ed esce, dicendo che andava a bere qualcosa.
Prima di andarsene, si gira e mi dice un "Grazie" sincero.

Rimango in camera da solo.
Sono felice di aver aiutato Dylan.
Era veramente giù di morale e stava per fare una brutta fine.
Lo terró d'occhio da quando saremo nell'EAMA.
Dopo qualche minuto tornano i miei amici con Dylan.
Sta meglio, lo si vede dalla sua faccia.
Katie mi si avvicina ed è l'ora di pranzo.
-È arrivato il momento-mi dice Katie.
Annuisco e insieme agli altri vado verso il refettorio.
Non so siamo ancora gli unici a sapere dell'EAMA, ma alcuni lo sanno vista la faccia preoccupata di alcuni.
Ci sediamo al solito tavolo e tutti fanno lo stesso.
Karl, subito, entra nel refettorio e con un microfono parla a tutti noi.

<Sono Karl, capo di codesto Bunker. I ragazzi dai 18 ai 24 anni verranno presi e arruolati nell'EAMA, associazione di eserciti per lo sterminio degli alieni. Siamo l'unica possibilità di questo pianeta. Prego tutti i ragazzi di questa fascia, e gli eventuali volontari, a seguire le guardie. Se qualcuno non verrà, sarà preso con la forza. Insieme, ce la faremo>

Dopo il breve discorso, iniziamo ad avviarci seguendo le guardie.
Sert si unisce a noi, non ci lascerà mai.
Camminiamo seguendo le guardie e usciamo dal refettorio.
All'improvviso un ragazzo vicino a noi aggredisce una guardia, la quale non esita a sparare con la sua arma strana. Il ragazzo diventa preda di numerose scosse elettriche, fino a quando non smette di muoversi.
La folla lo ignora e procede.
Ci siamo, siamo ufficialmente nell'EAMA, non possiamo tirarci indietro.
Siamo qui, in cerca di un futuro per la vita di noi e tutti gli altri.
Continuiamo a camminare, fino a quando non arriviamo davanti a una porta enorme d'acciaio spesso, la quale inizia ad aprirsi lentamente.
Si trova nel 20 piano sotto-terra, zona che mai è stata accessibile a noi e ora ne sappiamo il perchè.
Stiamo per entrare nella zona dei soldati.
Ho paura, tutti abbiamo paura.
Sento Katie respirare agitata.
Le afferro la mano e lei la stringe.
Combatteremo, sempre.

DA RISCRIVERE - 20Th Century [Libro 1]Where stories live. Discover now