11. home sweet home

1.8K 129 1
                                    

Mia madre mi ha stretto a sé per quella che mi è sembrata un'eternità, continuando a baciarmi e chiedermi come stavo.

Io sorridevo mentre dicevo di star bene, ma in realtà non mi sono sentita davvero felice fino a quando non ho rivisto Ivy.

Louis ha mantenuto la sua promessa, dando loro medicine, assistenza, cibo e vestiti nuovi.

A quanto pare, anche in questo caso non ha badato a spese.

Sorrido, prendendo la bambola di pezza che era sistemata fra le braccia di mia sorella: anche questa è nuova.

Passo un dito su i suoi occhi verdi e fra i capelli scuri: un po' mi ricorda me, quasi come se Louis avesse voluto darle qualcosa per ricordarmi.

Gli sono grata anche per questo.

"Mi sei mancata, Ivy." Dico, sedendomi al suo fianco sul letto, facendo attenzione a non staccare nessuno dei tubicini che la tengono in vita.

Tocco le punte dei suoi capelli biondi, ormai così lunghi, e poi bacio una sua guancia morbida, felice di risentire il suo profumo "Sei sempre così bella."

Ivy ha gli occhi aperti ma, ovviamente, non si muove di un millimetro, come al solito.

Non sono triste, non ora, ma non posso fare a meno di pensare a Louis, dato che qui dentro porta la sua firma.

"Ho conosciuto un ragazzo, sai? E' un principe." Sorrido, stringendo la sua mano "E' la persona che ti ha fatto tutti questi regali: a te piacerebbe, ne sono sicura."

Il silenzio è l'unica risposta.

"Ha i capelli biondi, e gli occhi blu, un po' più scuri dei tuoi, anche se cambiano colore un po' troppo spesso. Ogni volta che si arrabbia, o che è triste."

O che mi bacia.

"Lui mi capisce, Ivy, nessuno lo ha mai fatto." Confesso, abbattuta "E capisce anche quello che abbiamo passato, perché lo sta passando anche lui, e io vorrei davvero aiutarlo."

Sospiro, sentendo una lacrima scendermi lungo la guancia "Con te non ci sono riuscita, ma con lui ho ancora speranza. Lui è ancora qui, lui può guarire, e io avrei potuto aiutarlo."

Fa troppo male sapere di non essere riuscita a salvare nessuno dei due, di averli persi entrambi.

Perché fallisco sempre? Perché ciò che faccio non è mai abbastanza? Eppure io ci provo, ci provo davvero.

"Mi ha mandata via perché aveva paura di farmi del male." Dico, ancora "Ma non è che le cose siano poi così diverse, alla fin fine."

Sto male in ogni caso, anche se tu, Louis, non lo vuoi capire.

Tanto valeva tenermi al suo fianco.

Mi asciugo le lacrime, risistemando la bambola al suo posto "Sono davvero patetica, eh?"

Sorrido, alzandomi dal letto, dando un altro bacio a mia sorella, immobile "Buona notte, Ivy."

"Arianne!"

La porta della stanza si apre di colpo, facendomi prendere un colpo.

"Mamma, stai bene?" Chiedo, osservando la donna che si sta tenendo il petto, visibilmente scossa.

Lei prende un profondo respiro, passandosi una mano sulla fronte per togliere il sudore.

"Ero in centro a fare la spesa, e non crederai mai a ciò che mi hanno detto."

Corruccio la fronte, perplessa.

"Che cosa è successo?"

Mia madre mi prende per le spalle, prendendo più volte il fiato mentre un grande sorriso le cresce sul viso.

"Hanno attaccato il castello, i ribelli ci sono riusciti."

Improvvisamente, sento un conato salirmi nella gola.

"C-che cosa hanno fatto?" Chiedo, preoccupata.

"Quelli della sezione uno e due hanno formato dei gruppi di assalto e sono riusciti a irrompere, salvando alcuni ribelli che erano delle prigioni." Esclama, entusiasta "E sono anche riusciti a ferire uno dei principi."

Uno dei principi.

Afferro le mani di mia madre, cercando di calmarla, dato che ci sono già io che sto perdendo la testa.

"Chi è stato ferito?" Chiedo, ansiosa.

Mia madre corruccia la fronte, sorpresa dalla mia domanda "Arianne, dovresti essere felice: siamo riusciti a colpirli!"

"Ti ho chiesto chi è stato ferito fra Daniel e Louis Wordsworth." Ripeto, questa volta più seria.

Mia madre spalanca gli occhi, stupefatta e poi, semplicemente, scuote il viso "Io non lo so."

La lascio andare, iniziando a camminare per la stanza tenendomi le mani alla bocca.

Non può essere successo davvero, non possono avergli fatto del male.

E se stesse morendo? E se magari fosse già morto? Se non fosse così ci sarebbe comunque suo padre.

"Arianne," la voce di mia madre trema "che succede?"

Sposto lo sguardo, ritrovandomi davanti un paio di iridi identiche alle mie, ma forse più spaventate.

"Devo andare da lui."

Heart of darknessWhere stories live. Discover now