9. to late to say sorry?

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Passo fra le dita alcuni fili d'erba, cercando di arrotolarli intorno all'indice.

È mattino presto, forse è passata da poco l'alba, ma per me è come se non fosse passato nemmeno un secondo da ieri sera.

Non ho dormito, non ci sono riuscita, passando la notte a rigirarmi nel letto senza un preciso motivo.

Non riesco a smettere di pensare alla rabbia di Louis, al modo in cui i suoi occhi hanno cambiato colore, a come il sangue colava lungo il viso.

Troppa rabbia per una persona sola, troppo dolore anche da condividere in due.

Mi sento stanca, e prima di uscire non mi sono nemmeno guardata allo specchio, troppo impaurita da ciò che avrei potuto vedere.

La sento, la mia guancia gonfia, ma faccio finta di niente, quasi convincendomi che non sia successo niente.

Abbasso lo sguardo, passandomi fra le dita la piccola perla in cui circola il sangue nero di Louis.

Lui, in un modo o nell'altro, sembra essere sempre ad un passo da me.

Lo so che lui non vorrebbe essere così, lo so che non avrebbe mai voluto farmi del male, ma so anche che, una volta innescato il meccanismo, lui non riuscirà a fermarsi.

E come posso aiutare una persona che non si rende conto di quello che sta facendo?

Lui sa che cosa vuol dire soffrire, sa cosa vuol dire stare in silenzio e non lamentarsi: la crudeltà è il sentimento che conosce meglio, ed è forse per questo che sembra così impacciato quando si trova a dover mostrarmi la sua gentilezza.

Il suo cuore è stato educato all'odio, e ora non sarà così facile riportarlo alla sua bellezza.

Ma io la vedo, so che c'è, anche se lui la tiene ben nascosta.

Devo solo trovare il modo per svegliarlo, per convincerlo a farsi aiutare: posso farcela? Mi sembra tutto troppo complicato.

"Hei."

Alzo lo sguardo, notando Daniel al mio fianco, che mi guarda con un leggero sorriso.

"Ciao." Ricambio, notando che si sta sedendo al mio fianco sull'erba verde.

Daniel mi scruta con i suoi occhi chiari, e vedo che nota subito la mia guancia: non c'è bisogno che mi chieda nulla per capire.

"È stato lui, vero?" Chiede, serio, e io mi limito ad annuire.

"Però non lo ha fatto apposta, sono io che gli sono andata alle spalle."

Daniel fa un leggero, distogliendo lo sguardo "Non mi sarei mai aspettato di sentirti difenderlo."

E, in effetti, nemmeno io.

"Sto solo dicendo la verità."

Daniel mi accarezza la spalle, cercando di infondermi un po' di coraggio "Andrà meglio, Arianne, cercherò di aiutarti come posso."

Prendo la sua mano, facendo un leggero sorriso "Grazie, Daniel."

Sospiro, e sposto lo sguardo, lasciando la presa su Daniel quando mi accorgo che non siamo più soli.

A diversi metri da noi, Louis è fermo vicino al portone del castello, una rosa rossa fra le mani.

È immobile, completamente sconvolto mentre ci osserva, vicini e sorridenti.

Heart of darknessWhere stories live. Discover now