«Non sapevo fossi fidanzato.» dice, tenendo le distanze dal mio Paulo.

«In realtà non lo sappiamo né io né lei, ma ci apparteniamo e questo basta.» dice semplicemente guardando davanti a se. Resto pochi secondi a pensare ciò che ha detto e comprendo che è vero, io appartengo a lui e lui a me, in troppo poco tempo mi è entrato sotto la pelle, è un discorso molto più intimo del fare sesso, è tutta un'altra storia.

«Dai ragazze, non ho tutto il tempo del mondo!» urla ancora il fotografo e ci allontaniamo subito entrambe. «Paulo guarda me!» dice dato che Paulo aveva lo sguardo su di me e sorrido, andando vicino al fotografo fingendomi interessata al suo metodo, in realtà ero solo interessata al soggetto delle sue foto.

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«Ti voglio ancora più serio!» dice il fotografo scattando ripetutamente

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«Ti voglio ancora più serio!» dice il fotografo scattando ripetutamente. Io mi stringo ancora di più nel giubbotto che poi dovrò dare a Paulo appena avrà finito e mi domando come fa a non sentire freddo. «Va bene così dai! Valentina il cambio vestiti!» urla di nuovo e quasi vorrei buttarlo dal tetto del palazzo. La sua voce squillante mi irrita molto. La ragazzina al mio fianco scatta e rido quando quasi sta per cadere a faccia a terra. Porto la maglia e il giubbotto a Paulo, ma lui ovviamente infila solo la maglia.

«Non hai freddo?» domando poggiando di nuovo il giubbotto sulle spalle. Paulo sorride e si avvicina a me, facendomi sentire il suo respiro contro il mio orecchio.

«Sto immaginando a te sulla scrivania del mister a fare quello che non mi hai fatto fare stamattina. Mi riscalda molto.» risponde e mi allontano quasi come se avessi avuto un secchio d'acqua fredda in faccia. Paulo continua a ridere, poi prende il cambio dalle mani di Valentina, la ragazzina, e si va a cambiare.

Finalmente Paulo indossa il giubbotto e mi sento quasi più sicura, anche se so che sta sera avrà la febbre

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Finalmente Paulo indossa il giubbotto e mi sento quasi più sicura, anche se so che sta sera avrà la febbre.
Il servizio fotografico continua senza problemi, dopo che Paulo ha detto di avere una fidanzata Valentina è rimasta in disparte per tutto il tempo, forse sperava in altro.
Mentre scendo nel garage per prendere la mia auto vengo fermata e poggiata al muro e non ho nemmeno bisogno di vedere chi è perché so che è Paulo. Mi bacia subito, irruente e con forza come se aspettasse questo da sta mattina che non glielo ho concesso. Sorrido, portando le mani dietro al suo collo mentre lui le porta sui miei fianchi, spingendomi verso di lui.

«Ti porto a casa?» domanda, ma sembra anche un affermazione. Rido, facendolo allontanare di poco.

«Ho la macchina.» dico mostrandogli le chiavi della mia amata macchina e mi guarda confuso.

«Non ti piaceva che ti accompagnavo a casa?» domanda tenendo la fronte poggiata contro la mia.

«Certo Paulo ma mica potevo chiamare te per qualsiasi cosa. Dovevo prendere la macchina.» gli spiego e lui annuisce, tornando poi a baciarmi. Porto le mani tra i suoi capelli spettinandoli e sorrido, avendo avuto la voglia di farlo da quando il parrucchiere li aveva messi in ordine.

«Domani parto per la nazionale.» mi avvisa quasi come se volesse chiedermi di passare questa sera con lui. Annuisco e mi prende per mano, correndo verso la mia macchina.
Rido lasciandolo fare, tanto sapevo che avrei ceduto alle sue carezze e quasi mi maledico per non avere la forza per oppormi.
Maledetti i suoi occhi verdi, le sue carezze, il suo accento troppo sexy, il suo modo di fare, di vestirsi, anche di camminare.
Appena arriviamo a casa non ci preoccupiamo del fatto che non mangiamo da troppo tempo, dato che eravamo impegnati nel servizio fotografico, l'unico nostro interesse è non lasciare nessuno spazio di pelle senza un marchio.

Ammore scumbinato; Paulo DybalaWhere stories live. Discover now