5. Imprevisto

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Caroline oltrepassò la soglia del locale, togliendosi la giacchetta di pelle marroncina.
In pochi secondi Klaus era già accanto a lei, con un sorriso smagliante dipinto in volto.
«Cosa prendi, amore?» le chiese mentre si avviava al bancone, con lei al suo fianco.
Le scostò la sedia, per aiutarla a sedersi; la vampira non lo ringraziò, si sedette senza neanche guardarlo.
L'uomo non si scoraggiò e si sedette accanto a lei, sapeva bene quanto testarda fosse la ragazza.
«Bourbon, liscio» annunciò ad alta voce, facendosi sentire dal cameriere, che afferrò la bottiglia e le versò l'alcolico.
Non le chiese i documenti e questo le fece pensare a cosa sarebbe successo se sua madre lo avesse scoperto.
Caroline volse un'occhiata fugace verso i bagni e rimase estremamente sorpresa quando vide Matt uscire, con in dosso la sua divisa blu da cameriere. Non si aspettava di trovarlo al Grill, di solito la domenica non era mai a lavoro.
Iniziò ad agitarsi, distogliendo lo sguardo ed incontrando quello di Klaus, che si accorse della sua agitazione, ma non ne fece parola.
Era un tipo piuttosto intuitivo e non appena lei diede primi segni di inquietudine, dopo aver guardato altrove, arrivò da solo alla conclusione che lei avesse visto qualcuno che non avrebbe dovuto essere lì.
Spostò lo sguardo verso i bagni e in un attimo gli fu evidente perché fosse preoccupata: Matt Donovan.
Klaus sapeva che lui odiava il sovrannaturale, soprattutto se si strattava di Ibridi originali appartenenti alla famiglia Mikaelson.
Intuì che Caroline non gli aveva detto del suo arrivo in città.
Il cameriere, di nome Stuart, guardò Klaus, aspettandosi un ordinazione.
«Dello Scotch» disse, incrociando il suo sguardo.
Stuart versò, nel bicchiere di vetro dell'uomo, il Whisky, poi torno a servire altri clienti.
Klaus sollevò il bicchiere di vetro, per brindare, cencando lo sguardo della biondina al suo fianco, che fece lo stesso, poco entusiasta e si portò, poi, il bicchiere alle labbra.
«Non ti sei fatto sentire questa settimana» esclamò dopo aver posato sul bancone il bicchiere vuoto, aveva bevuto il Bourbon in un sol sorso.
Teneva un gomito sul bancone e la mano che le sorreggeva il volto, con una folta chioma di boccoli biondi a coprire la maggior parte del lato destro del suo volto; l'ibrido dedusse che quello era un suo vano tentativo, della ragazza, di nascondersi da Matt e si chiese se non avesse combinato un disastro, invitandola a bere proprio quella sera.
Nonostante i suoi pensieri e le sue paranoie riguardo a quanto male sarebbe finita la serata, dalla sua espressione e dalle sue movenze sembrava piuttosto rilassato.
«Dal modo in cui lo affermi sembri esserne dispiaciuta» alzò le sopracciglia, con un accenno di sorriso compiaciuto in volto.
«Ti sbagli.» si affrettò a rispondere lei. «Semplicemente, trovo ingiusto e superbo, da parte tua, pretendere di bere qualcosa con me, dopo che non ti sei fatto vivo per una settimana» alzò un sopracciglio.
«Non ho preteso nulla, amore, ti ho semplicemente invitata».
Lei riflesse sull'ultima sua affermazione, poi arrivò alla conclusione: aveva ragione.
Lui le aveva solo chiesto di bere qualcosa, Caroline aveva accettato, sentendosi pressata dal suo invito; ma la verità è che lui non aveva insistito.
O almeno, non quel pomeriggio.
La ragazza sospirò e non rispose, abbassando lo sguardo, rimanendo ad osservare il bancone, continuando a nascondersi il viso.
«Caroline, che ci fai qui... con lui?!» domandò sconvolta, una voce di fronte ai due, oltre il bancone.
Lei si sentì il sangue gelare nelle vene, non appena riconobbe la voce.
Alzò lo sguardo e vide il deluso sguardo di rimprovero di Matt.
«Felice di rivederti, Matt Donovan» Klaus scandì le parole, in modo gelido e poco cordiale.
Si concesse una battuta, per dare a Caroline il tempo di riflettere su cosa raccontare all'amico.
«Già. Peccato che non sia lo stesso per me» rispose lui di rimando, con disprezzo, guardando Klaus con i suoi occhi blu e le labbra socchiuse in una smorfia.
«Matt io...»
«Perché stai bevendo qualcosa con Klaus?» il suo tono era duro e accusatorio; il modo in cui la guardò la fece sentire in colpa di essere seduta lì, sotto il suo sguardo, accanto a colui che aveva portato sventura nelle loro vite.
L'Ibrido si inumidì le labbra con la lingua, guardando il bancone, poi emise un lieve sospiro e si rivolse a Matt guardandolo bene negli occhi, in modo tale da dare un certo peso alle sue parole.
«L'ho invitata io a bere qualcosa. Non ti conviene accusarla o rimproverarla» fece una pausa e si avvicinò un po'più al cameriere, poggiando gli avambracci sul bancone. «Certo, a meno che tu non voglia ritrovarti senza lingua, ovviamente» sollevò le sopracciglia, con un leggero ghigno sulle labbra.
«Suona come una minaccia» esclamò il ragazzo, gelido.
«Pensala come preferisci, umano» sottolineò l'ultima parola con un accenno di ghigno, poi sollevò gli avambracci dal bancone e lo guardò con aria concessiva.
«Tu non mi fai paura» ribatté il cameriere, rimanendo composto e sostenendo il suo sguardo.
«Be', mio caro Matt,» sottolineò bene le ultime parole «questo ti rende piuttosto stupido. Dovresti essere estremamente spaventato; dopotutto ho duemila anni in più di te, e sappiamo tutti che le mie minacce non sono mai a vuoto».
«Okay, smettetela voi due!» si intromise Caroline, guardando prima uno, poi l'altro.
L'ibrido serrò subito la bocca, volgendole lo sguardo.
«Basta discutere. Ho scelto di venire a bere qualcosa con lui perché non avevo niente di meglio da fare, okay?» mentì.
Il cameriere si accigliò.
«Non avevi nulla di meglio da fare?! Quindi naturalmente vieni al Grill a bere qualcosa con questo...» indicò Klaus, lasciando in sospeso una frase, in cerca di un epiteto abbastanza spregevole per descriverlo.
«Non ti conviene insultarmi, Matt».
Il cameriere sbuffò rumorosamente, come un toro infuriato.
La sua mascella si contrasse talmente forte che quasi non gli sembrò che gli stessero saltando tutti i denti.
«Lasciamo perdere. Ne riparliamo tra pochi minuti, quando finisco il turno» annunciò Matt gelido, fissando Caroline, dopodiché tornò a svolgere il suo lavoro, avviandosi verso un tavolo, per prendere le ordinazioni.
Lei sospirò e guardò Klaus, con aria sconfitta.
«Dovevo immaginare che sarebbe stata una pessima idea»
«Non è andata poi così male, dopotutto non è morto nessuno» lui tentò di sollevarle il morale con una nota di ironia.
Lei abbozzò un sorriso.
«Il peggio deve ancora venire...» sospirò, poggiando i gomiti sul bancone e massaggiandosi la fronte, come per valutare quanto male sarebbe andata a finire la discussione tra lei e Matt.
Lui rimase a guardarla, non aveva molta idea di cosa fare; non si era mai trovato in una situazione del genere.
«L'ho avvertito di non accusarti di nulla a meno che non voglia farsi del male. Se è un ragazzo intelligente seguirà il mio consiglio, Caroline»
Caroline sollevò la testa e lo guardò con serietà. «Tu non gli farai del male».
L'uomo sospirò.
«Non voglio neanche che lui ne faccia a te» le disse sincero.
Quelle parole erano così familiari.
Le riportarono alla mente il ricordo di un anno prima, di lei e Klaus in un bar simile al Grill.

«É un posto piuttosto carino, considerato il fatto che uno dei tuoi ibridi è esploso qui dentro» esclamò avvicinandosi al bancone a testa alta, togliendosi la giacca nera di dosso in modo elegante.
«Caroline, cosa devo il piacere?» il tono di Klaus era evidentemente sorpreso.
Lei prese posto alla sua sinistra, poggiò un avambraccio sul bancone e lo guardò con decisione.
«Voglio che tu liberi Elena»
«Loro ti hanno mandato per parlare con me... bene, buon per loro, ma temo di non poterlo fare»
«Perché no?»
«Lei ha bisogno del mio aiuto»
Ci fu un momento di pausa tra i due, in cui Caroline lo guardò con incredulità, come per dire «Certo, come no».
L'uomo dai capelli biondo cenere sospirò.
«Senti, non voglio annoiarti con i dettagli, so che hai abbastanza problemi ultimamente»
La ragazza si mise subito sulla difensiva, sistemandosi sulla sedia.
«Questi non sono affari tuoi comunque»
«Bene, sappi solo che se Tyler fosse ancora asservito a me non ti avrebbe mai fatto del male...» un attimo di silenzio.
Si scambiarono uno sguardo, lui colmo di sincerità e lei di curiosità. «non glielo avrei permesso».

Ehi! Spero che il capitolo vi piaccia, scusate se il flashback non riporta le parole alla perfezione come nel doppiaggio italiano, sono andata a rivedermi la scena in lingua originale ed ho tradotto ciò che hanno detto.
Se volete che riporti le parole del doppiaggio italiano ditemelo, che lo faccio senza problemi:)

The Light To His DarknessWhere stories live. Discover now