seven

447 59 44
                                    

seven

Yoongi rimase congelato sul posto con gli occhi spalancati. Non poteva crederci. Hoseok? Non poteva essere. Il sol pensiero che quell'oggetto metallico si trovasse nella sua tasca lo spaventava. Apparteneva al suo amico... no, apparteneva ad un assassino. Apparteneva ad uno spietato assassino con le mani ricoperte da sangue scarlatto. Yoongi non notò la mano di Seokjin avvicinarsi alla sua, il quale lo face sobbalzare per l'improvviso contatto. Yoongi lo guardò con le iridi dilatate e il respiro pesante per i pensieri confusi. Seokjin gli rivolse uno sguardo preoccupato, come se gli stesse chiedendo se stava bene.

Ma Yoongi non disse nulla. Non poteva rassicurarlo dicendogli che stesse bene, perché non stava affatto bene. Si rivolse quasi immediatamente verso Dojung, con uno sguardo sbigottito intonacato sul suo viso. "Dov'è Jimin?"

Dojung sembrò preso alla sprovvista dall'improvvisa domanda. "U-uh, l'ho chiamato poco fa. Ha detto che stava arrivando."

Yoongi imprecò sottovoce e si alzò dalla sedia. "Se vedi Jimin, chiamami subito. Assicurati di tenerlo sott'occhio per tutto il tempo, okay?"

Dojung annuì insicuro, apparendo confuso nel vedere Yoongi comportarsi in quel modo tutto d'un tratto. Quest'ultimo corse impaziente verso la porta, sentendo l'ispettore chiamarlo per tornare indietro. Lo ignorò e prese il telefono dalla tasca dei jeans. Digitò il pin e immediatamente chiamò Jimin, muovendosi velocemente per il corridoio.

"Rispondi, rispondi." Yoongi canzonò in un sussurro, iniziando a mangiucchiarsi inconsciamente le unghie. Yoongi grugnì dalla frustrazione quando la chiamata fu indirizzata alla segreteria telefonica ma, tuttavia, Yoongi persistette. Chiamò ancora una vola Jimin, squillava un paio di volta, e questo era tutto. Yoongi strinse adirato il telefono nella sua mano, quasi rischiando di romperlo, trattenendo l'ansia che gli stava perlustrando il corpo.

"Hyung?"

Yoongi si voltò immediatamente quando sentì quella voce famigliare inondargli i timpani. Dopo aver visto Jimin che si ergeva da lontano, Yoongi sentì il peso che gli gravava sulle sue spalle scivolargli via. Si morse il labbro inferiore e corse verso il giovane, guadagnandosi uno sguardo confuso da parte sua. Si ritrasse leggermente quando Yoongi lo afferrò per le spalle.

"Ascolta," iniziò Yoongi. "Voglio che tu stia con l'ispettore. Non fidarti di nessuno, nemmeno di Hoseok-"

"Hoseok hyung?" Jimin interruppe con un cipiglio sul volto. "Perché? è successo qualcosa tra voi due?"

Yoongi increspò le labbra. "Solo promettimelo, Jimin. Va bene? So cosa sto facendo."

Jimin sembrava incerto; Yoongi non poteva biasimarlo. Yoongi e Hoseok erano considerati come migliori amici. Yoongi lo trattava come un fratello, e stessa cosa valeva per Hoseok; due fratelli inseparabili. Ma probabilmente il cambio improvviso aveva destabilizzato Yoongi, ora più che mai. Non era colpa di Jimin se era esitante al riguardo.

Jimin fece un cenno a Yoongi, sebbene sembrasse ancora un po' sbalordito dalle sue parole. Yoongi lo ringraziò, accennando un debole sorriso sulle labbra.

▪▪▪

Yoongi camminò esitante verso il reparto investigativo a cui era stato assegnato Dojung. Ricordò di essere venuto qui il giorno precedente con gli altri, essendo stati interrogati come testimoni. Dojung non si trovava lì - era all'ospedale, assicurandosi sulle condizioni gravi di Seokjin. Yoongi non voleva disturbare l'ispettore, così aveva ben deciso di andare da solo.

killer killer | btsWhere stories live. Discover now